Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 29 settembre 2001
Sono stati liberi di giocare e scalmanarsi a più non posso per due mesi o anche più
• Sono stati liberi di giocare e scalmanarsi a più non posso per due mesi o anche più. Ora, però, per i nostri bambini è tempo di tornare in classe. E di riprendere confidenza con banchi, computer e zainetto. Ma attenzione: il rientro non dev’essere vissuto come qualcosa di opprimente: «La scuola», dice il professor Modesto Mendicini, della Clinica pediatrica dell’università La Sapienza di Roma, «non deve essere caricata di aspettative anomale dai genitori. L’attività di studio deve essere impostata nella maniera giusta, perché equivale a quella che da adulti sarà l’attività lavorativa. I genitori, con molta calma, devono fornire una regola di vita, insegnare che bisogna dedicare alcune ore di tempo della giornata al lavoro, cioè alla scuola, alcune allo svago, molte al riposo, e stabilire una routine».
• Ma sono tante le piccole insidie per la salute dei nostri figli che si nascondono tra le mura della scuola. Il primo imputato? Lo zainetto. Colorato, impermeabile, indistruttibile, tempestato di immagini dei personaggi alla moda. Ma quasi sempre stracarico. E quindi, pericoloso per la schiena. « un problema che si avverte soprattutto tra i ragazzini della prima media», dice il dottor Stefano Negrini, fisiatra dell’Unità di rieducazione presso la Fondazione Don Gnocchi di Milano, autore di un vademecum e di un video sul corretto uso dello zainetto. «Sono loro i più a rischio perché alle elementari non portano ancora materiale troppo pesante, mentre in seconda e terza media sono già abbastanza forti da ”difendersi” da soli. Il salto dalle elementari alle medie coincide spesso con l’insicurezza su cosa portare in classe e cosa no, così i ragazzini finiscono per sovraccaricare lo zaino. Ecco perché è importante che gli insegnanti dicano esattamente quali libri scegliere per il giorno successivo e che i genitori controllino». Ma non solo: «Anche banchi, sedie e tavoli di lavoro sono importanti e dovrebbero essere adattati alla taglia dei ragazzi», continua il dottor Negrini. «Se per gli adulti c’è la legge 626/94, che fissa limiti precisi per i pesi da portare e norme per le condizioni ergonomiche sui posti di lavoro, per i bambini a scuola non c’è la stessa attenzione».
• Lo zainetto ideale:
Le Bretelle devono essere imbottite e larghe per distribuire meglio il peso sulle spalle.
La Maniglia dev’essere solida e confortevole, per permettere di sollevare lo zainetto e trasportarlo a mano quando occorre.
Lo Schienale. La parte a diretto contatto con la schiena deve essere abbastanza rigida, così da far aderire lo zainetto al corpo. In questo modo si favorisce una corretta distribuzione del peso lungo la colonna vertebrale.
Se ha la cintura con fibbia da allacciare all’altezza dell’addome (come quelli da montagna), garantisce una maggiore stabilità.
Il Passo. E’ meglio evitare di correre con lo zainetto in spalla: sottopone le spalle e la colonna vertebrale a sollecitazioni eccessive e pericolose.
• Come scegliere lo zaino:
• come un vestito. Deve essere proporzionato alla taglia del ragazzo.
• Non acquistatelo di grosse dimensioni: più è grande, più verrà voglia di riempirlo.
• Attenzione ai materiali: anche vuoto può avere un peso eccessivo.
• Certo, con l’apertura a soffietto è decisamente più grande. Ma dà anche un maggiore sbilanciamento posteriore.
• Senza schienale provoca un accumulo del peso verso il basso, provocando il cosiddetto effetto «a sacco di patate».
• Come usare lo zaino:
• Deve essere riempito mettendo i libri in verticale e non in orizzontale, partendo dallo schienale. Cominciare con quelli più pesanti, poi quelli più leggeri. Infine i quaderni e il resto.
• Per indossarlo vostro figlio deve fare così: metterlo su un ripiano, girarsi di spalle, flettere le ginocchia e le anche anziché la schiena, infilare le bretelle e sollevarlo mantenendolo contro la schiena.
• Chiudete sempre l’apertura a soffietto quando non serve più.
• Chiudetelo sempre bene, in modo che il materiale all’interno risulti ben compatto.
• Cosa non fare:
• Evitate di caricare lo zaino di libri che non servono. Chiedete agli insegnanti quali sono i volumi che deve portare.
• Evitate che il vostro bambino sollevi lo zaino con uno scatto veloce.
• Non fatelo correre con lo zainetto in spalla.
• Proibitegli di indossarlo su una spalla (infilando una sola bretella).
• Raccomandategli di portarlo, ogni tanto, anche per la maniglia.
• Non dimenticate di regolargli le bretelle in modo che il peso sia distribuito equamente sulle spalle.
• Le posizioni corrette sul banco:
Le sue misure devono essere diverse a seconda della statura dell’alunno. Se il ragazzo è alto 150 cm, il banco dovrebbe misurare circa 65/70 cm.
Il piano di lavoro. La distanza tra gli occhi e il piano di lavoro non deve essere inferiore ai 35 centimetri.
Lo schienale. La colonna vertebrale deve esservi costantemente appoggiata. Quello ideale deve arrivare fin sotto le spalle.
La sedia. La posizione corretta prevede il bacino ben aderente al sedile, per un angolo di 90° con la schiena
Le gambe e i piedi. Le gambe devono formare un angolo leggermente ottuso
(circa 110°) con le cosce. I piedi vanno appoggiati comodamente sul pavimento.
• Quando vedi tuo figlio svogliato portalo dal pediatra.
«Se vostro figlio non rende bene a scuola», dice il professor Mendicini, «non è detto che non abbia voglia di studiare. Un cattivo rendimento scolastico, soprattutto quando l’insegnante segnala un comportamento che si discosta dalla media degli altri bambini, non va sottovalutato. Vostro figlio, infatti, può essere perfettamente normale, ma avere una leggera forma di dislessia. Si tratta di una difficoltà a imparare a leggere, che lo porta a disamorarsi, perché fa estrema fatica a seguire il lavoro dell’insegnante».
Poi ci sono i bambini che hanno solo un deficit d’attenzione. «Sono i piccoli iperattivi, in continuo movimento, incapaci di concentrarsi. Per entrambi questi tipi di bambini è consigliabile una visita dal neuropsichiatra infantile. Ma quando c’è un disturbo dell’apprendimento, la prima cosa da fare è controllare sia la vista che l’udito del bambino».
• 4 consigli per stare in forma:
La schiena. «Quando si sta seduti, per il benessere della schiena si può fare ben poco», dice il dottor Negrini. «Il vero problema è ridurre il peso degli zaini, ma servono anche movimento regolare e tanta attività fisica. Chi ha una buona muscolatura avrà molti meno problemi di chi non pratica sport. Quale scegliere? L’attività fisica migliore è quella che diverte».
Il collo. Per non irrigidire il collo ci sono alcuni esercizi che si possono fare anche a scuola. «Rilassate le mani», suggerisce Negrini, «e appoggiatele alle cosce. Poi girate la testa verso destra inspirando, quindi riportatela in posizione frontale ed espirate. Ripetete l’esercizio voltando la testa sul lato opposto, seguendo la stessa procedura di respirazione».
Le mani. Per rilassare braccia, mani e dita, specie quando si scrive o si lavora al computer, esiste un esercizio divertente e semplice: allungate le braccia in avanti e allargate le dita; poi stringetele a pugno e riapritele, sempre allargando bene le dita. Come fare «ciao ciao» ripetutamente. Un esercizio da eseguire diverse volte di seguito appena si avverte un formicolio alle mani.
La mente. «Dopo circa 45 minuti la soglia d’attenzione cala moltissimo, i ragazzi diventano irrequieti, non riescono più a concentrarsi», spiega il dottor Negrini. Cosa fare? «Basterebbe permettere loro di alzarsi e fare due passi attorno al banco. Favorisce la loro attenzione, perché un po’ di rilassamento facilita notevolmente la concentrazione».
• La posizione corretta davanti al computer:
La sedia deve essere girevole, regolabile in altezza e a cinque gambe, in modo
da facilitare tutti i movimenti e gli spostamenti di chi è seduto.
Il tavolo deve essere stabile e regolabile in altezza. Se scegliete un pc fisso, l’altezza ideale della scrivania è tra i 68 e i 75 cm.
Lo schermo del computer deve stare a circa 50-70 cm dagli occhi.
La tastiera. Quando si scrive, mani e avambracci vanno tenuti appoggiati sul tavolo.
Il monitor. Regolate la base dello schermo in modo che risulti un po’ più basso dell’altezza degli occhi.
• Se vostro figlio «strizza» gli occhi è il momento dell’oculista.
Uno dei primi sintomi di un calo di vista», dice il professor Cesare Bisantis, direttore dell’Istituto di clinica oculistica dell’Università di Padova, «è il mal di testa dopo qualche ora di applicazione nello studio. Se il bambino si avvicina troppo al libro, dice di non vedere bene la lavagna, strizza gli occhi o li ha arrossati, serve una visita dall’oculista». Può anche capitare che «il ragazzo veda bene le cose lontane, ma da vicino debba fare uno sforzo maggiore per mettere a fuoco. In questo caso si tratta di ipermetropia, un difetto abbastanza diffuso tra i bambini, che può creare seri danni solo se trascurata. Se una miopia non corretta infatti, può portare deficit visivi permanenti, l’ipermetropia non corretta può portare allo strabismo». Ma ci sono anche bambini che, pur non essendo miopi, si comportano come se lo fossero: si tratta di affaticamento visivo. Niente occhiali in questo caso, ma l’oculista serve sempre, come i suoi consigli: «Non fate applicare il bambino per più di un’ora di seguito, non fatelo stare ore e ore davanti al computer o alla Tv, nutritelo meglio. Spesso questi sono bambini indeboliti nel periodo della crescita, che mangiano troppe merendine e poca carne, pesce o verdure».