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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Persona - "Io sono Valentino Rossi

• Persona. "Io sono Valentino Rossi. E voglio essere una persona, non un’icona".
• Valentino. Nato a Urbino, il 16 febbraio 1979, da Graziano Rossi, pilota professionista di moto e poi di auto, e Stefania Palma, geometra dell’ufficio tecnico del Comune di Tavullia. Il padre scelse il nome per ricordare il suo migliore amico, morto annegato, in mare, vicino a Pesaro, a 18 anni.
• Tartaruga. il suo animale portafortuna da quando aveva undici anni, e a una settimana dalla sua prima gara in minimoto sua madre gli comprò al supermercato una tartarughina Ninja con le ventose, che lui tenne attaccata al casco fino a tredici anni. Adesso ne ha una tatuata nella zona del basso ventre, sopra la cintura, e una riprodotta sul lato sinistro del casco.
• Scooter. Valentino ha imparato ad andare in moto prima della bicicletta (a due anni e mezzo, su una minicross regalata dal padre). Andò in strada ben prima dell’età consentita, 14 anni, usando un Benelli che si ripiegava come la Graziella. Compiuti i 14 anni comprò l’ApriliaSR, e appena tornato a casa tolse le strozzature per farle fare più di 45 km/h. Gli toccava spesso cambiare scooter, perché non reggevano alle modifiche che faceva per farli andare a più di cento all’ora.
• Professoresse. "Ma tu pensi che ad andare in giro, a fare lo stupido con le moto, un giorno ti pagherai da vivere?" (la professoressa di storia dell’arte di Valentino).
• Ape. Siccome Valentino non ne voleva sapere di andare a scuola in autobus neanche d’inverno, quando pioveva, i genitori gli presero un’Ape e nel giro di un anno e mezzo lui contagiò una dozzina di amici. Così cominciarono le gare in strada anche con l’Ape, con tanto di tamponamenti e sportellate e siccome le portiere finivano per aprirsi in movimento, toccava chiuderle a chiave. Modificate, le Ape 50, diventavano anche dei 140. Il record di Valentino farsene ritirare una dai carabinieri lo stesso giorno in cui gliela avevano dissequestrata.
• 250. L’anno fondamentale della sua carriera, il 1998, quando debuttò in 250 dopo aver dominato il Mondiale della 125. In competizione con i piloti ufficiali dell’Aprilia, Loris Capirossi e Tetsuya Harada, in quella stagione arrivava quasi sempre terzo, fino al Gran Premio di Imola, quando cominciò a vincere, chiudendo il campionato in seconda posizione, dietro Capirossi: "Da Imola in poi è stato tutto un crescendo. A Barcellona non ho solo vinto, ho dominato. Sono partito malissimo, ma mi sentivo una furia e ho iniziato a recuperare. Per andare a prendere Harada ho girato talmente forte che ho fatto segnare un record sul giro, 1’47”5, che è stato battuto solo sei anni dopo!".
• Notte. La giornata tipo di Valentino Rossi inizia nel pomeriggio e finisce quando gli altri si alzano per andare a lavorare: "Con la notte ho un rapporto particolare: mi piace muovermi, vivere, pensare, rilassarmi. Perché mi affascina, perché è il momento in cui c’è meno confusione in giro. Perché il mondo si placa, tutto si quieta. E poi perché sono Valentino Rossi. Cioè un ricercato. Un fuggiasco". Anche per questo nel 2000 ha preso la residenza a Londra, perché lì può stare in giro per ore, a cercarsi un vestito o un paio di scarpe, senza essere assediato dai fan. L’altro posto dove può andare a fare colazione al bar come uno normale è Tavullia, dov’è cresciuto.
• Cervello. "Questa macchina va più forte del cervello" (durante il test sulla Ferrari).
• Stampa. "I giornalisti sono come le donne: appena vinci, arrivano subito".
• Provarci. "Sì, è vero, andavo bene a scuola. Certo, facevo bene un sacco di altre cose. Ma io volevo correre. Forte, fortissimo. Con la moto. E l’ho fatto. Pensa se non ci avessi provato".