Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 5 novembre 2005
The black crook
• The black crook. Il primo musical della storia, messo in scena nel 1866 da William Wheatlay, direttore del teatro Niblo Garden di New York, che avendo a disposizione trenta ballerine provenienti da Parigi, rimaste disoccupate in seguito all’incendio del loro teatro, le vestì con una calzamaglia color carne per farle esibire in alcune scene di danza nel corso di un dramma popolare dell’epoca. Durata dello spettacolo, sei ore, la trovata fruttò a Wheatlay un milione di dollari su cinquantamila investiti.
• Baci. Per dare il suo primo bacio a Ginger, in Carefree, 1938, Fred Astaire dovette cambiare una clausola dei sette precedenti contratti con la casa di produzione RKO, previa autorizzazione della moglie. Fu subito il ”il bacio del secolo”.
• Umoristi. P. G. Wodehouse (Plum per gli amici), coautore di teatro musicale americano insieme a Henry Kern e Guy Bolton, non perse mai la passione di scrivere romanzi umoristici, con protagonista il maggiordomo Jeeves. Solo dopo averne pubblicati novantasei e aver compiuto novant’anni, si decise però a rivelare anche il nome di battesimo del suo personaggio, Reggie.
• Romanzi. "Credo che vi siano o due modi di scrivere un romanzo. Uno è il mio e corrisponde a una specie di commedia musicale senza musica, che ignora del tutto la vita reale; l’altro scende a picco nella vita e non si cura d’altro" (P. G. Wodehouse).
• Innocenti. "Per Wodehouse non c’è stata la caduta dell’Uomo. Non c’è stato il peccato originale. I suoi personaggi non hanno assaggiato il frutto proibito. Wodehouse è nato nel paradiso terrestre prima della cacciata di Adamo ed Eva" (Evelun Waugh).
• Costumi. Il compositore russo’americano Irving Berlin, autore, tra l’altro, di White Christmas, nel 1919 collaborò anche alle Follies con Ziegfeld, che però gli imponeva di adattare le melodie ai costumi di scena. P. G. Wodehouse: "Funzionava proprio così, il testo della canzone di uno spettacolo musicale di quei tempi era una cosa spaventosa, costituita da una strofa e da dodici ritornelli, uno per ogni ragazza da presentare, uno per ogni costume che essa indossava. Il testo dipendeva dai costumi".
• Marx. Per cambiare genere Irving Berlin collaborò anche a una commedia musicale interpretata dei fratelli Marx, The cocoanuts (1925), ma i Marx stravolsero la musica, così come il testo della commedia, di George S. Kaufman: "Non si può scrivere per i Marx. Se devo buttar giù una scena, tutto quello che posso dire è: ”Harpo, entra”. Da quel momento lui fa tutto da solo. Ho rivisto la mia commedia dopo due anni. Non vi ho riconosciuto una sola battuta" (Kaufman). La canzone scritta da Berlin dal titolo Always, fu eliminata proprio perché Groucho non ne voleva sapere di rispettare il primo verso ("Io ti amerò per sempre"): "Troppo. Facciamo ”Io ti amerò di giovedì”".
• Sensi. "Una buona trama d’opera non seguirà mai le leggi del buon senso, perché la gente che segue il buon senso non si abbandona mai al canto" (W. H. Auden).
• Ossessioni. Oscar Hammerstein, nacque a Berlino a metà dell’Ottocento da un operatore di Borsa, a quattordici anni fu mandato a scuola di violino e da allora ebbe solo un’ossessione, il teatro, finché a diciott’anni non vendette il violino e s’imbarcò per gli Stati Uniti, dove si guadagnò da vivere per un anno arrotolando foglie di tabacco a due dollari alla settimana, per diventare poi il più grande sigaraio d’America (grazie all’invenzione di un sistema per livellare i sigari e di un marchingegno per separare il gambo dalle foglie), ma ad un solo scopo, costruire teatri. In trent’anni ne costruì dodici a Manhattan, e anche dopo aver messo su famiglia (una moglie e quattro figli), continuò a vivere in due stanze all’interno di ciascun teatro. Indossava sempre il completo principe Alberto, un corto soprabito di flanella grigia, con pantaloni a righe e un cilindro. Quando una signora gli chiese perché lo indossasse anche all’interno del teatro, rispose: "Se è per questo, ci vado anche a letto".
• Vittoria. Al presidente della Compagnia di assicurazione New York Life, che avendogli concesso un mutuo, pretendeva di controllare il teatro, Hammerstein rispose: "Ho ricevuto la vostra lettera. L’ho davanti a me. Tra pochi secondi l’avrò dietro di me". Un anno dopo, superata la crisi e costruito un nuovo teatro all’angolo tra la settima e la Quarantaduesima strada, lo chiamò Vittoria: "L’ho chiamato così in onore della vittoria che ho riportato contro quelle sporche sanguisughe della New York Life".
• Eleven-o-clock number. Il numero delle undici”, così chiamato, perché a circa tre quarti dello spettacolo, che a Broadway iniziava alle venti e trenta, la tradizione voleva che, per vincere la stanchezza del pubblico, fosse rappresentato un numero infallibile.