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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

I segreti slavi del Sud

• Dervisci. "Verso la fine del XII secolo vi si diffuse inoltre l’eresia dei bogomili, membri di una setta manichea d’origine bulgara, che riuscirono ad attrarre larghe masse popolari e molti esponenti della nobiltà [...]. Da allora in poi questa terra, che per il suo numero di "infedeli" appariva al papa di Roma come un "deserto impenetrabile, coperto di spine e di ortiche", diventa meta di numerose crociate, tese a sradicarvi la mala pianta dell’eresia. A trionfare sui bogomili non fu tuttavia il pontefice romano, ma il suo rivale più percinoso, il sultano turco, che verso la fine del Quattrocento riuscì a conquistare la Bosnia-Erzegovina, annettendola al suo impero. La conquista ottomana segnò l’affermazione di un nuovo dominio, ma anche il trionfo di una nuova cultura e di una nuova fede, a cui molti bosniaci si convertirono. Ne risultò un sincretismo religioso d’impronta ottomana, non molto ortodosso, segnato da un miscuglio di dottrine islamiche, tradizioni popolari, influenze misticheggianti portate in Bosnia-Erzegovina dai dervisci dell’Anatolia".
• Passi. "Pietro Petrovic-Njegos, principe-vescovo montenegrino, pubblicò a Vienna un poemetto epico dal titolo tipicamente romantico: Il serto della montagna [...]. Vi vengono infatti narrati avvenimenti della fine del Seicento, quando i capi tribù montenegrini, sotto la guida del vescovo Danilo, decisero, per arrestare la diffusione dell’Islam, di sterminare in massa gli infedeli, preservando così l’indipendenza dall’Impero ottomano che li circondava da ogni parte [...]. Il serto della montagna si apre col lamento del vescovo Danilo, alla vigilia di Pentecoste, nel constatare che ormai "il minareto s’innalza sopra la croce spezzata", e si chiude con il Capodanno successivo, quando affluiscono da tutto il Montenegro notizie sull’avvenuto sterminio dei "turchi", cui era stato dato il via il giorno di Natale [...]. Non a caso il montenegrino Radovan Karadzic, uno dei principali responsabili della recente mattanza bosniaca, ne portava sempre con sé il testo e ne leggeva ogni giorno qualche passo".
• Moschee. "Belgrado, che ancora nel Settecento era città in gran parte turca, perse completamente il suo carattere originario, anche per la distruzione di tutte le moschee tranne una".
• Mercanti e re. "I sentimenti nutriti dai musulmani nei confronti della Jugoslavia e dei suoi governanti sono ben resi dall’episodio riferito da Adil Zulfikarpasic, discendente di una loro antica famiglia, in un libro-intervista con Milovan Djilas: quando nell’ottobre del 1934 il re Alessandro fu assassinato, il giovane Adil tornò a casa dalla scuola in lacrime. "Non devi piangere - gli disse il padre - riferendosi alle origini non certo illustri della dinastia dei Karadjordjevic, - quello non era il tuo re, era un mercante di maiali"".
• Vendetta del sangue. All’inizio del ’900, venti morti su cento tra gli albanesi erano dovute alla vendetta del sangue.
• Perdite. La Chiesa ortodossa aveva perso il suo ascendente durante il regime titino, tanto che l’80 per cento dei serbi non era battezzato.
• Condanne. "La decisione della Germania, recentemente riunita, di schierarsi con la Croazia e la Slovenia, sostenendone le richieste di riconoscimento, fece scattare a Londra, a Parigi e a Roma, ancestrali timori di un’egemonia tedesca sull’Europa danubiano-balcanica, che condannarono in pratica la Comunità europea all’inazione".
• Trasferimenti. "Signori miei, in Europa non c’è più posto per nuovi Stati, e voi sicuramente non volete trasferirvi in un nuovo continente" (Gianni De Michelis, ministro degli Esteri, agli sloveni, nel ’91).
• Forze. "In Bosnia-Erzegovina viene condotta una guerra mondiale nascosta, poiché vi sono implicate direttamente o indirettamente tutte le forze mondiali e sulla Bosnia-Erzegovina si spezzano tutte le essenziali contraddizioni di questo e dell’inizio del terzo millennio" (Kofi Annan).
• Effetto CNN. "Il cosiddetto "effetto CNN", cioè le immagini di guerra trasmesse alla televisione in tutto il mondo, ebbe un enorme impatto sull’audience internazionale, costringendo i politici dell’Europa occidentale, degli Stati Uniti, della Russia e degli Stati musulmani "a fare qualcosa"".
• A parte la versione televisiva di The Death of Yougoslavia, documentario della BBC trasmesso dalla Rai a puntate, non era ancora stato offerto al pubblico italiano un resoconto dettagliato della guerra che dal ’91 al ’99 ha insanguinato i Balcani. Pirjevec propone uno strumento di comprensione di vicende e personaggi che nella concitata cronaca sono apparsi intricati fino all’incomprensibile. Joze Pirjevec è docente di storia dei Paesi slavi all’Università di Trieste. Tra i suoi studi, Storia della Russia del XIX secolo, Storia degli sloveni in Italia.