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 2001  febbraio 19 Lunedì calendario

Venerdì 16 febbraio la polizia ha arrestato Michele Profeta, 53 anni, palermitano residente a Padova

• Venerdì 16 febbraio la polizia ha arrestato Michele Profeta, 53 anni, palermitano residente a Padova. accusato di essere il killer del tassista Paolo Lissandron e dell’agente immobiliare Walter Boscolo, uccisi con una calibro 32 caricata con proiettili scamiciati. L’assassino aveva minacciato di fare una strage se non gli fossero stati consegnati 12 miliardi, il secondo omicidio l’aveva firmato con due carte da gioco, un re di cuori e uno di quadri. A casa del Profeta la polizia ha trovato una pistola Bernardelli calibro 32 a tamburo, con sei pallottole, scamiciate, tutte con tagli sulla testa di piombo per aumentarne la frammentazione. Al momento del fermo, Profeta aveva in un’agenda il re di fiori: nel mazzo di carte trovato in casa mancavano tutti i re. Forse l’assassino stava seguendo la sequenza del poker ”come quando fuori piove” (cuori, quadri, fiori, picche).
• Il termine ”serial killer” (omicida seriale) è stato coniato dall’agente dell’Fbi Robert Ressler che ne ha dato questa definizione: «Un omicida seriale è chi uccide due o più persone in tempi e luoghi diversi senza un preciso movente, anche se è sempre riconoscibile lo sfondo sessuale del delitto». Un altro ex agente dell’Fbi, John Douglas, psicologo e specialista di assassini seriali, a proposito della sindrome da cacciatore tipica di questi assassini: «Un leone nella pianura del Serengeti in Africa, quando vede le antilopi che si abbeverano, ne fissa solo una su mille. Ad attirarlo è una speciale sensazione di fragilità, qualcosa che fa di quell’animale una vittima». Secondo Douglas la psiche dell’assassino seriale funziona nello stesso modo: «Per buona parte di loro - ha scritto nel libro Mindhunter - la caccia e l’uccisione sono il centro stesso della vita, ci pensano di continuo. Il rischio di essere scoperti costituisce una fonte ulteriore di eccitamento». Il primo istruttore di cacciatori di serial killer fu l’agente Howard D. Teten che prestò servizio nell’Fbi dal 1962 al ’69.
• In Italia i serial killer sono più presenti al Nord che al Sud, nelle regione ricche più che in quelle povere. Francesco Bruno, docente di psicopatologia forense dell’università ”La Sapienza” di Roma: «In genere è un soggetto tra i 20 e i 45 anni, di sesso maschile, con una corporatura agile, più forte della media e capace di una concentrazione prolungata». Solo in alcuni rarissimi casi hanno agito in gruppo. Pasquale De Pasquali, psichiatra, autore del libro Serial Killer in Italia: «Noi, che abbiamo studiato questi casi da vicino, chiamiamo necromania il principale denominatore comune nella psicologia dei serial killer. Si tratta della perversione dell’istinto di repulsione verso i cadaveri». In altre parole, i serial-killer riescono a concretizzare la loro forma di relazione e controllo con le persone, solo quando le hanno trasformate in vittime e in cadaveri.
• Quello di Padova è il primo serial killer che ha parlato esplicitamente di soldi. Per lo psichiatra Vittorino Andreoli è un’anomalia assoluta: «Non era mai accaduto che un serial killer chiedesse un riscatto».
• Tra i più noti serial killer italiani: Donato Bilancia, 17 delitti confessati, in azione in Liguria e Piemonte tra il 1997 e il 1998. L’arma usata è sempre una pistola Smith & Wesson calibro 38 special. Ferdinand Gamper, nel 1996 uccide a Merano quattro persone nel giro di tre settimane: una coppia di amanti, poi due uomini. Scoperto, si suicida. Gianfranco Stevanin, uccide soprattutto prostitute, dal 1993 al 1995. Nel suo casolare di Terrazzo (Verona) vengono trovati cadaveri e corpi smembrati. ”Ludwig”, cioè Wolfgang Abel e Marco Furlan. Prima azione nel 1977, le loro vittime saranno in tutto 15: nomadi, gay, preti, prostitute. Vengono arrestati nel 1984.
• I 30 serial killer italiani in libertà: Killer di Asti, 4 prostitute; Mostro della statale 10, Piemonte, 2 prostitute; Killer dei gay, Torino, 3 vittime; Killer dei gay, Genova, 3 vittime; Killer dei gay, Milano, 5 vittime; Killer dei gay, Bologna, 4 vittime; Killer dei gay, Roma, 8 vittime; Killer dei gay, Napoli, 4 vittime; Mostro delle nigeriane, Torino, 4 prostitute; Killer dei pensionati, Torino, 3 anziani; Strangolatore di Milano, 2 prostitute; Strangolatore di Bergamo, 3 vittime; Dottor Morte, Milano, 2 vittime; Uccisore di viados, Roma, 3 vittime; Uccisore di viados, Torino, 4 vittime; Mostro di Udine, 16 delitti; Mostro di Parma, 3 donne; Mostro di Modena, 8 prostitute; Mostro di Cesena, 2 donne; Mostro di Firenze, 16 vittime; Mostro di Firenze II, 6 prostitute; Mostro di Ponticelli, Napoli, 2 bambine; Mostro di Lecce, 1 bambino; Mostro di Sciacca, Catania, 5 vittime; Uccisore di Prostitute, Caserta, 3 vittime; Uccisore di Prostitute, Bari, 2 vittime; Mostro di Verona, 4 prostitute; Mostro di Treviso, 2 donne; Mostro di Cuneo, 4 vittime (3 coppie); Mostro di Siracusa, 3 vittime uomini e donne (Osservatorio di psicopatologia forense dell’Università ”La Sapienza” di Roma)
• Degli omicidi di Padova si è occupata l’Uacv, l’unità analisi del crimine violento della Polizia di Stato. Nella sede di Roma, quartiere Eur, lavorano 32 investigatori, età media 35 anni. Dal ’95 raccolgono in database elettronici i dati relativi a oltre 2.800 omicidi e immagini su ben 40.000 scene di crimine. Carlo Bui, direttore dell’Uacv, 40 anni, è un fisico nucleare.
• Il primo nucleo di polizia scientifica nacque a Parigi nel 1809. Lo fondò Eugène François Vidocq, ex ergastolano e informatore della polizia, che al 6 di Quai des Orfevres istituì il primo nucleo della Brigade de Sureté. Vidocq e i suoi primi quattro agenti potevano indagare, in borghese, su tutti i distretti di Parigi. Dopo i primi successi, nel 1811 Vidocq venne nominato capo della brigata che allora aveva raggiunto una forza di 28 uomini, alcuni dei quali ex condannati come lui. Tra le tecniche investigative introdotte dalla Sureté: l’archivio a schede cartacee e il ricorso alla scienza balistica, i calchi in gesso delle impronte, i camuffamenti, i tesserini d’identificazione scritti con inchiostro indelebile su carta non falsificabile.
• Classifica mondiale delle vittime di serial killer. Stati Uniti, 879 vittime (58 per cento del totale mondiale). Inghilterra, 84 vittime (5 per cento). Italia, 80 vittime (5 per cento). Francia, 54 vittime (4 per cento). Germania, 54 vittime (4 per cento). Ex Urss, 36 vittime (2 per cento) (Osservatorio di psicopatologia forense dell’Università ”La Sapienza” di Roma).
• Il ”mostro di Lahore”cioè Javed Iqbal, ingegnere chimico di 42 anni, colpevole di aver strangolato, violentato, fatto a pezzi e sciolte nell’acido 100 vittime, tutte al di sotto dei 16 anni. «Javed Iqbal è colpevole di 100 omicidi. Dovrà quindi essere strangolato cento volte sulla pubblica piazza e il suo corpo verrà poi tagliato in cento pezzi, tanti quanto sono le sue vittime, e poi sciolto nell’acido, come ha fatto con i bambini da lui uccisi». La sentenza, poi eseguita, è stata pronunciata lo scorso marzo dal giudice Baksh Ranjia, in Pakistan. In testa alla classifica mondiale dei serial killer c’è però il colombiano Pedro Alonso Lopez, il ”mostro delle Ande”, al quale sono stati attribuiti più di 300 delitti.
• In America si vendono i ”Murderabilia”, i cimeli dei serial killer (nonostante le proteste dei parenti delle vittime). Tra gli articoli in vendita: un ciuffo di capelli di Charles Manson, un pezzetto della casa di Ed ”Psycho” Gein, una lettera di David ”Son of Sam” Berkovitz, un po’ di terra del giardino dove John Wayne Gacy (’Killer clown”) ha sepolto le sue 33 vittime. Per 4 dollari si possono acquistare le foto dei killer più famosi; le immagini delle autopsie vanno dai 10 ai 100 dollari (le più care sono quelle di Nicole Brown Simpson).