Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 27 novembre 2004
Berlino. Storia di una metropoli
• Demoni. "Quale demone avrà mai spinto un popolo a fondare una città in mezzo a tutta questa sabbia?" (Stendhal).
• Berlino federiciana. Federico il Grande, re di Prussia dal 1740 fino alla morte (1786), "stanco di vedere solo occhi azzurri", incrementò l’immigrazione a tal punto che alla fine del suo regno un sesto dei sudditi era nato all’estero, soprattutto francesi, tedeschi, greci, polacchi. Aperto un ufficio per l’immigrazione a Venezia, per poco non costruì anche una moschea a Berlino per attirare i turchi.
• Cappello. Napoleone, dopo la conquista della Prussia, in visita alla tomba di Federico il Grande, rivolto agli ufficiali del suo seguito: "Signori, giù il cappello! Se fosse vivo lui, noi non saremmo qui".
• Falegname. Wilhelm von Humboldt, responsabile della riforma scolastica in seguito all’occupazione napoleonica, impose l’obbligo scolastico e fondò l’università di Berlino. Sostenitore degli studi classici, per lui la scuola doveva ”formare”: "A un falegname serve imparare il greco così come a uno studioso serve imparare a costruire un tavolo".
• Densità. Nel 1870 Berlino aveva la più alta densità abitativa d’Europa, mille persone per ettaro. Quelli che non riuscivano a trovare casa, i Schlafburschen, affittavano ogni giorno un letto per qualche ora (ancora nel 1905 il censimento rivelò che 63.425 famiglie subaffittavano stanze a ore).
• Buoncostume. Capitava spesso a Berlino dopo l’istituzione della Sittenpolizei, ”polizia di buoncostume” (1900), che oneste signore borghesi fossero trascinate in commissariato perché sospette di adescare uomini. In applicazione della legge Heinze le prostitute potevano esercitare solo in certe zone, previa registrazione presso la polizia: per riconoscere le abusive gli agenti controllavano il modo di vestirsi, la camminata e gli sguardi di tutte le passanti.
• Noia. "Immaginatevi una Ginevra sperduta in un deserto e vi farete un’idea di Berlino. Un giorno sarà la capitale della Germania, ma resterà sempre la capitale della noia" (Balzac, 1843).
• Tutù. Conosciuto all’estero come il ”vizio tedesco”, in Germania l’omosessualità era diffusa ai primi del Novecento soprattutto tra gli ufficiali dell’esercito. Famoso il caso del generale conte Dietrich von Hülsen-Häseler, capo del gabinetto militare del Reich, che si presentò in tutù rosa con una corona di fiori in testa, nella tenuta del principe Maximilian Egon zu Fürstenberg, in occasione di un ricevimento in cui era ospite d’onore Guglielmo II: dopo aver volteggiato per la sala, si fermò per inchinarsi davanti al Kaiser e poi stramazzò esanime a terra (fu rivestito con la divisa da generale). Guglielmo II comunque non discriminava gli omosessuali: uno dei suoi più cari amici era Fritz Krupp, erede delle grandi industrie omonime, morto suicida quando la stampa rivelò che era stato cacciato da Capri per aver corrotto dei ragazzini.
• Anniversari. Nominato da Hitler capo dell’Associazione nazista per la storia di Berlino, Hermann Rügler stabilì che Berlino era stata fondata nel 1237 (in realtà a quella è provata l’esistenza solo di un villaggio gemello di Berlino, Cölln). Il 27 settembre 1937, fu organizzata la visita di Stato di Mussolini per celebrare il 700° anniversario della nascita della città, ma il duce trovò Berlino fredda e incivile: aveva preso il raffreddore restando immobile per ore sotto la pioggia, e al ritorno al Reichspräsidenten-Palais, non trovando l’acqua calda, aveva chiesto di trasferirsi all’Adlon. Hitler fece arrestare il direttore dell’albergo.
• Blockbuster. Le bombe ad alto potenziale, usate dagli Alleati per bombardare Berlino a partire dal 1943, così chiamate perché demolivano un intero isolato. Sulla città furono scagliate 33.390 tonnellate di esplosivo, più che sull’Inghilterra durante l’intera durata del conflitto. Dopo ogni incursione la Gestapo costringeva i prigionieri politici a disinnescare le bombe inesplose (chi sopravviveva era rimesso in libertà).
• Scarichi. Stunde Null, l’’ora zero”, espressione entrata nell’uso corrente a Berlino ovest nel dopoguerra per designare l’inizio della ricostruzione. Prima iniziativa la deliberazione del Senato nel 1950 di destinare l’antica Wehrtechnische Fakultät allo scarico dei resti della Berlino d’anteguerra. Si accumulò materiale per 18 milioni di metri cubi e 120 metri d’altezza, a cui si diede il nome di Teufelsberg, ”Montagna del diavolo”. Per recidere i legami col passato si demolirono anche edifici solo parzialmente danneggiati e si predilessero materiali non usati dai nazisti: esclusi, quindi, quelli più tradizionali (legno, mattoni, pietre), si fece grande ricorso ad acciaio, vetro e cemento.