Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 21 agosto 2004
Olimpia
• Indagine. Quarant’anni fa la prima indagine Istat sullo sport femminile amatoriale in Italia: su dieci persone che praticavano attività fisica c’era solo una donna, per un totale di 200mila. Il numero passa a quasi cinque milioni nel 1995, fino ai sette di oggi: ginnastica, attrezzistica e danza vanno per la maggiore.
• Delegazioni. Il debutto delle donne ai Giochi: a quelli di Parigi del 1900 presero parte una ventina di atlete (una dozzina secondo un’altra fonte) in rappresentanza di cinque Paesi: Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Svizzera e Boemia. Il dato andò crescendo alle edizioni successive: 77 nel 1920, 518 nel 1952, 1.058 nel 1972, 2.708 a Barcellona ’92, fino alle 4.069 di Sidney 2000, il numero più alto di sempre (per la prima volta le donne avevano in programma lo stesso numero di sport di squadra degli uomini). In progressiva diminuzione il numero delle delegazioni solo maschili: 26 ad Atlanta ’96, nove a Sidney 2000, ad Atene non saranno più di quattro o cinque.
• Prima. Rosetta Gagliardi, tennista, è la prima atleta italiana a partecipare alle Olimpiadi: ai Giochi di Anversa del 1920 vince l’incontro d’apertura con la svedese Lindberg, per uscire al secondo turno contro la britannica McKane, all’epoca la più forte tennista d’Europa.
• Mamma. La mamma più famosa della storia dell’Olimpiade è l’olandese Fanny Blankers-Koen, quattro ori (due per figlio) a Londra nel 1948 nei 100, 200, 80 ostacoli e 4x100. Nel suo palmares anche 20 primati mondiali, cinque titoli europei e 58 nazionali: la Iaaf l’ha nominata "la più grande atleta del XX secolo".
• Kabul. Cento metri in 18,34 secondi ai Mondiali di Atletica di Parigi (1993). E’ il tempo di Azimi Lima, 23 anni, di Kabul, la prima afghana ad apparire col volto scoperto in una competizione agonistica dopo il regime dei Talebani. Pantaloni di una tuta nera e t-shirt grigia, aveva chiesto di indossare il chador: "Non me lo hanno permesso". La delegazione afghana alle Olimpiadi di Atene sarà di 10 atleti. Tre le donne ma Lima non ci sarà: "Avrei dovuto abbandonare gli studi per allenarmi in Iran. La mia famiglia non era d’accordo".
• 1,60. Margarete ”Gretel” Bergmann, ebrea, il 27 giugno del 1936, all’età di 22 anni, partecipò alle selezioni per le atlete tedesche in vista dei Giochi di Berlino: all’Adolf Hitler Stadion di Stoccarda spiccò un salto in alto di un metro e sessanta, eguagliando il record nazionale. Ma non prese parte alle Olimpiadi perché "non abbastanza brava da garantire i risultati che il Fuhrer si aspetta". La medaglia d’oro andò all’ungherese Ibolya Csak con la misura di 1 e 60. Nel ’37 Gretel ottenne il visto per gli Stati Uniti: con la casacca statunitense partecipò alle Olimpiadi di Londra del ’48.
• Ombre. Marla Runyan, mezzofondista californiana, affetta dal morbo di Stargardt: una degenerazione della retina che l’ha resa legally blind (legalmente cieca) e che le fa vedere solo ombre. Quattro ori alle Paraolimpiadi, ha partecipato ai Giochi di Sidney nel 2000: ottava nei 1500 metri.
• Amputazione. Natalie du Toit, vent’anni, sudafricana, nuotatrice, nel 2000 andò vicina alle qualificazioni ai Giochi di Sidney. Tre anni e mezzo prima di Atene 2004 le è stata amputata la gamba sinistra in seguito a un incidente di motorino: pochi mesi dopo l’operazione, ha vinto i campionati provinciali negli 800 e nei 1.500 stile libero, mentre nell’estate del 2002 ha centrato la finale negli 800 ai Giochi del Commonwealth.
• Ping pong. Weng Ling Tan, cinese di Zhuzhou, nella provincia di Henan, naturalizzata italiana dal 1997 grazie al matrimonio con Alfio Monfardini, rappresenterà il nostro paese ai Giochi di Atene nel ping pong (è già campionessa europea).
• L’Alfonsina. Alfonsina Strada, nel 1905 all’età di 14 anni sposa Luigi Strada, una bicicletta come regalo di nozze: è la prima donna ad avere partecipato al Giro d’Italia, nel 1924. Alla prima tappa, Milano-Genova, arriva con due ore e mezza di ritardo (una quindicina di concorrenti maschi fanno peggio di lei); il distacco rimane sempre attorno alle due ore, fino alla tappa tra L’Aquila e Perugia, 296 chilometri, quando giunge al traguardo fuori tempo massimo, 4 ore dopo il piemontese Endici, poi vincitore del Giro, scivolando a 21 ore e 14 minuti dal leader. Messa fuori gara, continuò ugualmente a correre: nell’ultima tappa, la Verona-Milano, arriva a mezz’ora dai primi, ma il Velodromo Sempione le tributa un’ovazione interminabile.
• Deroga. Genny Pagliaro, trentina di Rovereto trapiantata a Caltanissetta, 15 anni, 153 centimetri per 48 chili, rappresenterà l’Italia nel sollevamento pesi ai Giochi di Atene grazie a una deroga al regolamento concessa dalla Federazione internazionale (l’età minima per prendere parte alle Olimpiadi è di 16 anni).