Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Guai a chi li tocca
• Lobby. I tassisti difendono licenze e prezzi delle corse con un centinaio di associazioni; i primari-professori del policlinico Umberto I di Roma si sono spartiti ogni centimetro quadrato dell’ospedale università; aerei, treni e tir, per muoversi, devono attraversare la valanga di 63 accordi di categoria. L’ultimo capolavoro: la creazione (con voto parlamentare) di una lobby dei terapisti della riabilitazione, non vedenti, che hanno escluso dal mercato i colleghi con gli occhi a posto.
• Pubblico impiego. Si rincorrono 714 sigle sindacali diverse: di queste, 369 hanno ciascuna un solo iscritto.
• Pillole. Nei teatri lirici è prevista l’indennità di pasticca. Se il cantante ha la voce roca (ad esempio per via di un raffreddore), deve infatti prendere una pillola il cui prezzo viene calcolato in busta paga.
• Gondolieri. I gondolieri veneziani si lamentano perché il moto ondoso, alimentato dalle imbarcazioni a motore, distrugge l’antica laguna. In realtà sono loro i veri padroni di Venezia, visto che controllano le holding per il trasporto di merci e bare attraverso i canali. Con barche a motore.
• Gondolieri. I gondolieri sono 405, numero blindato, tutti veneziani purosangue e solo uomini. Tra i clienti più celebri (con relativa documentazione fotografica): Winston Churchill (che sale a bordo con un bicchiere di gin in mano), Charlie Chaplin, Humphrey Bogart, i Kennedy (decisi a montare in quattordici sulla stessa gondola), Lady Diana e Carlo d’Inghilterra. Tariffe al pubblico per 50 minuti di navigazione: 120 mila lire, 200 mila con la musica. Il viaggio è gratuito solo in occasione del funerale di un collega (la bara del gondoliere defunto viene portata al cimitero di San Michele con una barca a quattro remi).
• Vulcani. Maestri di sci e guide alpine appartengono a due diversi albi professionali. Il confine tra i due mestieri è spiegato nella Gazzetta Ufficiale: ”corda, piccozza e ramponi” riguardano esclusivamente le guide alpine, concentrate in Valle d’Aosta, Trentino, Lombardia e Piemonte, ma presenti anche in Campania e Sicilia. ”Possibile? E dove sono le alte quote per piccozze e ramponi? Non ci sono, ma in compenso svettano le cime dell’Etna e del Vesuvio. Le guide alpine diventano guide vulcanologice, registrate nello stesso albo professionale. Sul Vesuvio sono a numero chiuso, 37 cristiani che si dividono le 9.000 lire di ciascun biglietto staccato all’ingresso del cratere. Più in generale, l’albo delle guide alpine nazionali comprende 1.250 persone, i maestri di sci sono 10 mila divisi in 14 albi”.
• Magistrati. La legge Breganze (dal nome di un compianto onorevole dc), la numero 570 del ’66, consente ai 9.109 magistrati italiani di ”scivolare”, cioè di fare carriera in modo automatico: un uditore (primo gradino della carriera automatica) in ventisette anni si trasforma in giudice di Cassazione con funzioni direttive, e il suo stipendio passa da 4 a 10 milioni al mese (netti). I cinquantuno giorni di ferie l’anno sono compresi nella busta paga. Giuseppe Gargano, oggi deputato di Forza Italia, all’epoca membro dc della commissione Giustizia della Camera: «Io e altri colleghi del partito, tra cui Francesco Cossiga, eravamo contrari alla progressione automatica. Fummo convocati da Flaminio Piccoli, capogruppo dc a Montecitorio. Era furioso: ’Se questa legge non passa, quelli ci arrestanto tutti’».
• Notai. La rete di protezione dei notai ha quasi un secolo di vita, risale alla legge 89 del 16 febbraio 1913. Le maglie per blindare la categoria sono così strette che il sigillo non si tocca neanche di fronte a una grave infermità. Articolo 45: «Al notaro divenuto cieco, sordo, o assolutamente impedito a scrivere può, su sua proposta, essere affiancato un coadiutore».
• Giornalisti. I professionisti iscritti all’ordine sono 17 mila, i pubblicisti 40 mila. Romolo Amicarella, commissario all’esame per diventare giornalisti professionisti nel ’95 e ’99 racconta alcune risposte agli orali: ”Chi era Rommel? Il capo delle Ss”; ”Le Fosse Ardeatine cose le ricordano? L’epilogo di un fatto avvenuto in via Appia”. Altro aneddoto ricordato da Amicarella: ”Un candidato scrive nella sua prova ’ingenieri’ e ’daccordo’. Chiedo la bocciatura, ma un commissario alza la voce: ’Non gli diamo il tesserino per un paio di refusi?’. Quando si presenta all’orale, lo prego di scrivere le stesse parole. E lui ripete ’ingenieri’ e ’daccordo’. Altro che refuso...”. Il candidato fu promosso.
• Doppio lavoro. In Italia, un terzo dei ferrovieri ha un doppio lavoro, anche se i loro stipendi medi sono più alti del 49 per cento rispetto a un occupato dell’industria, del 62 per cento rispetto a un addetto al commercio, del 27 per cento rispetto agli altri dipendenti pubblici. Negli ultimi otto anni, l’organico delle Ferrovie è stato dimezzato (da 206 mila a 112 mila unità) a colpi di negoziati con 59 sigle sindacali (un record mondiale, in Germania e Francia sono due). Ciascuna associazione, anche quella con 23 iscritti, ha un suo potere di interdizione.
• Scacchiera. Lo sciopero a scacchiera è la specialità dei 1.612 controllori di volo sparsi negli aeroporti italiani e in 13 organizzazioni sindacali. La trappola scatta con un diabolico incastro di torri, ore e sigle. A Malpensa, tra le 10 e le 14, incrociano le braccia gli iscritti alla Licta; quelli della Cisl tra le 12 e le 16. A Bari, i confederali la mattina, Cila e Anpcat il pomeriggio. Il contrario a Lamezia Terme: dopo le 14 i tesserati di Cgil e Uil danno il cambio ai ribelli della Cisal. A Fiumicino, ogni ora scende in campo una sigla: Ugl, Anpcat, Abcat, Licta. Le conseguenze dello sciopero a scacchiera sono evidenti: per un giorno intero, le vie dei cieli, da Bolzano a Catania, restano chiuse.
• ”Guai a chi li tocca” è un lungo e sorprendente viaggio alla scoperta dei veri padroni d’Italia: le corporazioni, decise a difendere privilegi e prerogative conquistate in lunghi anni di dura concertazione.
Antonio Galdo, 43 anni, napoletano, giornalista. Ha già pubblicato: ”Denaro contante, viaggio nell’Europa dei soldi” (Rizzoli, 1990), ”Intervista a Giuseppe De Rita sulla borghesia” (Laterza, 1996) e ”Ospedale Italia” (Il Saggiatore, 1998).