Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 12 marzo 2005
Storia del sale
• Fanfarone. Prendendo spunto dalla proprietà del sale di far appassire insalate e verdure in genere, i giapponesi hanno ricavato il modo di dire Aona ni shio (salare la verdura) che significa "sgonfiare un fanfarone".
• Azalai. In lingua tuareg le enormi carovane di cammelli che ancora oggi durante i sei mesi invernali attraversano il deserto del Sahara con carichi di sale. Ognuno degli animali da soma - centinaia se non migliaia - porta di regola quattro pani di sale, cioè circa 140 chili. I cammellieri pagano un diritto di passaggio alle tribù di cui attraversano il territorio, ricevendone in cambio protezione contro i predoni.
• Non violenza. La ”Marcia del sale”, iniziata da Gandhi con settantotto fedeli dal suo ashram di Sabarmurti e conclusa tre settimane dopo, il 6 aprile 1930, sulla costa del Khatiawar insieme a migliaia di persone. In seguito alla protesta, e a numerosi episodi di disobbedienza civile, sessantamila indiani finirono in carcere. Il 5 maggio fu la volta di Gandhi, sedici giorni dopo Saronji Naidu condusse duemila non violenti alla fabbrica di sale di Dharasana, già circondata dalla polizia: i manifestanti si presentavano in fila davanti ai cancelli dove gli agenti li picchiavano coi lathis, speciali fruste rinforzate con acciaio all’estremità. Quando la prima fila cadeva, subito una seconda ne prendeva il posto, sottomettendosi alle nerbate senza reagire. Alle 11 del mattino la protesta terminò: a terra c’erano due morti e 320 feriti.
• Guerre del sale. "La tribù degli Autariati, una delle più numerose e la migliore dell’Illiria, era stata incessantemente in guerra con gli Ardiei per il possesso delle saline che si trovavano alla comune frontiera [...] Le due tribù s’accordavano per sfruttare a turno questi luoghi di produzione del sale, ma i trattati venivano disattesi ed esse tornavano in guerra l’una contro l’altra" (dal racconto di Strabone, geografo greco del I secolo a. C.).
• L’anno Mille. E’ il periodo nel quale vennero impiantate le prime saline nella laguna di Venezia: al Lido di Sant’Erasmo nel 958, a Chioggia Minore nel 991, seguirono poi Equio, Murano, Lido Bovense e la stessa Venezia. Il picco di sfruttamento fu toccato fra il XII e il XIII secolo, quando si contavano fino a 119 "fondamenti" (unità di produzione) di saline, nel 1348 ne rimanevano 37. Nei secoli successivi Venezia smise di produrre sale, ma si assicurò il monopolio del suo commercio in tutto il Mediterraneo.
• Ebrei. Quelli del Mar Morto furono tra i primi a produrre e vendere sale; quelli che vivevano in Germania già nel X secolo facevano funzionare le miniere di Halle (che significa sale). Nei secoli XII e XIII, imprenditori ebrei ottennero dal sovrano concessioni sul sale in Spagna, altri tra il 1400 e il 1600 divennero i principali commercianti del sale polacco e di quello scambiato tra Olanda e Germania.
• Navigatori. L’espansione dell’economia europea dei secoli XV e XVI fu accompagnata dall’introduzione delle tecniche di salatura degli alimenti, aringhe e merluzzi in primo luogo. Senza la creazione d’un industria conserviera ante litteram, anche i viaggi di scoperta dei grandi navigatori e in seguito gli insediamenti coloniali e la tratta degli schiavi non sarebbero stati possibili.
• Tasse. Dal 1624, in poco più d’un decennio, Richelieu raddoppiò le imposte sul sale. Nei due secoli precedenti il prezzo di produzione del sale era rimasto stabile, meno di quattro soldi per émine (circa 45 chili), la gabella fece lievitare quello di vendita al pubblico: nel 1630 era 14 volte il costo di produzione, nel 1710 centoquaranta volte. Nonostante le decine di rivolte contadine succedutesi nel corso dei decenni, il governo francese rinunciò alla tassa sul sale solo il 1° gennaio 1946.
• Duecento franchi. Era la rendita media annua d’un lavoratore francese nel XVIII secolo e anche l’ammenda standard per i contrabbandieri di sale (insieme alla fustigazione). Chi non era in grado di pagare la pena pecuniaria, finiva in galera a vita con una grande ”G”, marchiata a fuoco sulla spalla.
• Gulag. In Russia, sotto gli zar prima e sotto Stalin poi, dopo la morte la massima pena era venire spediti in una miniera di sale, il tristemente celebre gulag.
• Proverbi/1. Quello olandese Hij komt met het zout als het ei op is, letteralmente ”portare il sale quando l’uovo è stato mangiato”, significa arrivare in aiuto quando ormai è troppo tardi.
• Proverbi/2. Quello irlandese per definire una cosa impossibile: Go dtéighidh soir siar agus sac salainn air, ovvero "non prima che l’Est vada all’Ovest portando un sacco di sale" (la seconda parte del detto, palesemente ridondante, è un’espressione del risentimento anti-inglese degli irlandesi, tributari di Londra per l’approvvigionamento di sale).