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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

nemica mia di Maria Di Stefano

• iciliani. Parole con cui il maestro Astolfo Pescia accoglie il 27enne Di Stefano a New York nel febbraio del 1948: "Giggi Biddissimo, chi cci fai ccà a Nuova York?". Bis. Dodici chiamate alla ribalta per Di Stefano, senza dubbio una delle voci più sexy, quando, a New York, nel ’48, canta La donna è mobile.
• Buick. Convinto che l’artista deve stupire anche fuori della scena, Di Stefano, che avrà sempre, oltre al vizio del gioco, le mani bucate, all’inizio della carriera, durante la fortunata tournée in America, si compra una Buick decapottabile con paraurti e radiatore cromati. Velocipede. Quella volta che Di Stefano compra un completo da gagà inglese e va a prendere a casa la fidanzata Maria Girolami la quale abita nel Bronx e tutti i vicini scoppiano a ridere alla vista del ragazzo così vestito. Un commento: "Gli manca solo il velocipede, con la ruota grande davanti".
• alletti rossi. Il maestro Arturo Toscanini, che vive a New York invita a casa Di Stefano e lo conduce in camera da letto dove apre l’armadio e tra centinaia di cravatte gliene regala una coi galletti rossi. Viaggi. "Il nome di Caruso è sempre sulle labbra di queste persone. Raccontano che quando lui era ancora un grande tenore che calcava le scene e mieteva successi in tutto il mondo, viaggiavano tutti in gruppo, passando settimane e anche mesi su navi di lusso che li conducevano in Sud America, in Messico, nei grandi teatri che ingaggiavano intere compagnie italiane per mesi interi. Gli artisti italiani erano molto richiesti, e questi viaggi diventavano parte importante della loro vita. Mi dicono che erano proprio i viaggi così lunghi che davano ai cantanti l’occasione di riposarsi e di conservare meglio la loro voce fino a tarda età".
• i cantanti. "Non fanno ginnastica perché il canto stesso è una ginnastica". Omicidi. Nell’aprile del ’49, il tenore John Harris è trovato assassinato in una stradina del centro di Houston. Altitudine. Cantare a Città del Messico pone dei problemi per via dell’altitudine, 2.500 metri sul livello del mare, che costringe a prendere più spesso fiato e a limitare i movimenti in scena.
• uderi. Nell’estate del ’49, quattro anni dopo la fine della guerra, Milano era ancora piena di ruderi. Wagner. "E pensare che lo stesso Wagner diceva che la cosa ideale era unificare in una sola persona direttore d’orchestra, regista e sovrintendente del teatro. A Bayreuth era sempre stato così". Colpi di vento, polvere, cattiva digestione. Un cantante può uscire di casa e andare a teatro in perfetta forma e poi magari sul palcoscenico la voce non gli risponde come dovrebbe. A volte succede il contrario, un vero miracolo. Ma basta un colpo di vento, la polvere sul palcoscenico, e incominciano i guai. Anche una cattiva digestione, uno stato d’animo turbato da un qualche pensiero o dispiacere può recare danni alla voce.
• ltre digestioni. Battuta tratta dal Falstaff con cui nella lirica si rifiuta una parte prestigiosa ma poco remunerata: "Può l’onore riempirti la pancia?" Su Toscanini. "Mi racconta Giuseppe che durante le pause di queste prove, che vanno avanti per ore, il Maestro, che è uomo di sorprendente vitalità, va lui stesso in cucina a preparare uno spuntino per tutti. Taglia salame e formaggi, e gli artisti gli stanno intorno felici". Barboni. La cantante Lily Pons si muove in Rolls con due barboncini al guinzaglio.
• Sulla Callas. "Mi dice che per esigenze di famiglia era stata costretta a tornare in Grecia prima di finire gli studi e aveva sofferto la fame e una grande miseria negli anni più belli della gioventù. Mi dice che quella grande rabbia per essere povera la condiziona da quel tempo". Timidi inchini. "Giuseppe Verdi, ai suoi tempi, si limitava a stare accanto all’orchestra che eseguiva da sola le sue opere. Non c’era ancora il podio, né il direttore con la bacchetta, e alla fine della recita umilmente il compositore si girava verso il pubblico, con timidi inchini".
• adaveri. Esempio di protagonismo della Callas: al termine dell’atto della Lucia di Lammermoor in cui è in scena solo come cadavere, si precipita a prendere l’applauso del pubblico anche se non ha cantato neanche una nota rubando il proscenio al tenore. Pannicello di patate. Criticato per la partecipazione a San Remo, Di Stefano accetta una scrittura a Berlino come cantante d’operetta dove si busca un raffreddore che guarisce con un vecchio rimedio tedesco: patate bollite avvolte in un pannicello e messe sul petto. Vedovi. Quando la Callas si mette con Onassis è già in decadenza tanto che si parla dei suoi fan come dei "vedovi".
• Divine. "Alla Scala di Milano circola la battuta che questo teatro ha avuto due periodi: a. C. (avanti Callas) e d. C (dopo Callas). Sembra un paradosso ma è proprio così. Il talento di Maria Callas ha trasformato la lirica, una forma d’arte moribonda, in qualcosa di attuale, accessibile, vivo, capace di suscitare di nuovo l’entusiasmo dei fan e l’interesse delle nuove generazioni, quelle nate dopo la seconda guerra mondiale". Colpi di Aristotele. Nell’ottobre ’68 Aristotele Onassis molla la Callas, 46enne, per sposarsi con la vedova Kennedy. Ore. Gli incredibili occhi a mandorla da pittura ellenica della Callas erano affetti da glaucoma e richiedevano una cura costante: gocce di un collirio ogni due ore
• lici. Per il cinquantesimo compleanno della Callas cena a Londra con Ava Gardner completamente ubriaca. Mandrax. Abitudine della Callas di prendere il micidiale sonnifero Mandrax per riuscire a dormire. Stati d’animo. "Quando cantiamo siamo nervosi" (Maria Callas). Drastiche dive. Motto della Callas: "All or nothing at all", tutto o niente del tutto. Torte al cioccolato. Quella mattina che la Bruna, inseparabile cameriera della Callas, si accorge che la padrona ha mangiato un’intera torta al cioccolato durante la notte.
• Operetta. Il 16 settembre 1977 Maria Callas muore improvvisamente nel suo appartamento di Parigi, dopo essere stata lasciata da Di Stefano per una cantante di operetta tedesca e avere perso, insieme all’amante, la voglia di continuare nel difficile recupero della voce. Dormire. Bigliettino che la Callas aveva lasciato una volta sotto la porta di Di Stefano, in hotel, e che il tenore lesse durante la commemorazione della cantante, alla Scala, il 16 ottobre 1977, trigesimo della morte: "Pippetto non potevo dormire stanotte e così ho preso coraggio e mi sono riascoltata l’ultimo concerto. Sono rimasta di stucco. La voce, hai ragione, sta facendo passi da gigante. Pensa cosa sarebbe stato se non avessi il mio maledetto stomaco. La voce è tanto più a fuoco e ferma. Sono sulla buona strada finalmente! Gesù, mi sto abituando al buon vecchio suono. Non posso crederci. Ma grazie a Dio ho i nastri di prova. Adesso forse dormirò tranquilla".
• Un diario efficace e rapido che ripercorre, a volo d’uccello, il matrimonio dell’italo-americana Maria Girolami col celebre tenore Giuseppe Di Stefano, dagli anni ’50 fino alla comparsa di Maria Callas. La divina, appena scaricata da Onassis e senza più voce, trova in Di Stefano un punto fermo in un’esistenza allo sbando. E inizia con lui un sodalizio artistico e sentimentale che si interrompe nel 1977. Pochi mesi dopo la soprano, abbandonata e sola, muore a Parigi, distrutta dai barbiturici. Maria Girolami vive a Milano, separata dal marito, il tenore Giuseppe Di Stefano. Francamaria Trapani, recentemente scomparsa, regista di documentari, ha pubblicato diversi saggi storici.