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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Il sacco di Roma

• Numeri. Abitanti di Roma nel 1527: 55.035.
• Reclute. Il 6 maggio 1527 l’esercito imperiale è accampato in cima al Gianicolo in attesa dell’ordine di attaccare la Città santa. Totale delle reclute: trentamila (dodicimila lanzichenecchi, dodicimila italiani, seimila spagnoli).
• Volpe bollita. Il comando è nelle mani di Carlo di Borbone, subentrato a marzo a Georg Frundsberg, generale tedesco di fede imperiale che non si separava mai dalla corda intessuta d’oro scelta per impiccare il papa con le sue mani. Minacciato con le alabarde dai soldati perché non li pagava, gli era venuto un colpo apoplettico: i medici l’avevano subito immerso in un bagno d’olio in cui era stata bollita una volpe, ciononostante era rimasto infermo.
• Cappello cardinalizio. Il papa Clemente VII emana una bolla, concedendo indulgenza plenaria a chi prenderà le armi per la difesa della città e promettendo cariche agli eredi di coloro che cadranno in battaglia. Per procurarsi soldi, inoltre, ordina cinque nuovi cardinali. Costo della carica ecclesiastica: quarantamila ducati, formalmente per acquistare il cappello cardinalizio.
• Pertugi. Per arrampicarsi sulla cinta muraria della città, i soldati imperiali improvvisano scale coi pali delle vigne strappati lungo la strada. La nebbia impedisce agli artiglieri di Castel Sant’Angelo di scorgere i nemici, che verso le quattro di mattina raggiungono la base delle mura. I primi colpi sparati dalla fortezza fanno vittime tra gli stessi difensori papalini, anche gli imperiali si sparano tra loro. Verso le sei, Carlo di Borbone, volendo incitare gli uomini all’assalto, scende da cavallo e tenta di arrampicarsi, ma subito cade a terra, ferito da un colpo d’archibugio. La notizia non fa in tempo a diffondersi che le grida di gioia dei romani si trasformano in terrore: tra Santo Spirito e Torrione, una guarnigione spagnola scopre per caso una finestra nascosta da legna e terra e riesce a passare.
• Passetto. Verso le otto gli invasori entrano a San Pietro e massacrano i romani che vi hanno cercato rifugio. Il pontefice, che sta pregando in una cappella, fa appena in tempo a imboccare il ”passetto”, lungo corridoio protetto sopraelevato che collega la residenza papale a Castel Sant’Angelo.
• Santo Spirito. Stima dei caduti intorno alle ore dieci: tremila tra i papalini e quattrocento tra gli imperiali. Gli scontri sono quasi cessati, l’occupazione della cittadella vaticana è avvenuta con successo. Una squadra di spagnoli invade l’ospedale Santo Spirito, di fronte a Castel Sant’Angelo, uccidendo a colpi di spada e d’ascia ammalati, infermieri, frati, orfani (i bambini in fuga vengono acciuffati e lanciati nel Tevere).
• Bestie da soma. In tarda mattinata il comando generale dell’esercito imperiale ordina di scannare tutte le bestie da soma che si trovano per le strade, per impedire ai soldati di caricarle con le ricchezze trafugate e scappare (chi è sorpreso nel tentativo di disertare, viene impiccato sul posto).
• All’ora di pranzo. Verso le tredici, gli imperiali si preparano a invadere Trastevere. Vedendo che nessuno si preoccupa di portargli il pranzo, molti papalini, comprese sentinelle e vedette, lasciano il posto e vanno a casa a mangiare. Alle sedici la presa di Trastevere, 4.927 abitanti, è compiuta.
• Tirchi. Il principe Domenico Massimo, noto per la sua tirchieria, contratta con un prete il prezzo per riavere il corpo del figlio Giuliano ferito in battaglia. Quando finalmente si accordano per cinquecento ducati, non fa in tempo ad andare a prendere il denaro che il figlio muore. A quel punto inizia un’altra trattativa, perché la merce non corrisponde più a quella promessa, e ottiene il cadavere per trecento ducati. Rientrando a palazzo con la salma, viene raggiunto dai mercenari spagnoli che gli concedono l’altro figlio Luca, ferito, per duecento ducati (giusto il resto che aveva in tasca).
• Tamburo A mezzanotte, al suono dei tamburi, il comando dell’esercito imperiale dà ordine di iniziare il saccheggio. Nessuna casa è risparmiata, gli abitanti che non offrono denaro o valori sono torturati, molti prigionieri vengono trascinati per le strade in catene finché non spuntano i soldi per il riscatto.
• Asino bardato. Il caso del prete che per non dare la comunione a un asino bardato coi paramenti sacri inghiottì d’un colpo tutte le ostie (i soldati imperiali lo torturarono finché non smise di respirare).