Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Ite, missa est
• Ite, missa est. Funzioni domenicali e visite feriali nelle chiese d’Italia recensite da Langone, autonominatosi critico liturgico ”Lo zelo per la tua casa mi divora”(Salmi 68, 10).
MILANO
Sant’Ambrogio
Domenica 4 dicembre 2005, ore 11
Clero secolare
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Il cristiano va a Milano quando il pagano la abbandona, la domenica. L’amante della liturgia, quella ”perfetta atmosfera religiosa in cui l’anima si dispiega” (Romano Guardini), nella metropoli lombarda trova il conforto di messe affollate e perfette, impensabili nelle piccole città italiane (che il centro innovi e la periferia conservi è una legge della linguistica, non della liturgia). Sant’Ambrogio meriterebbe cinque candele, il massimo dei voti per l’arredamento, se non ci fosse qualche sedia a lato delle panche che sono lunghe, belle, con l’inginocchiatoio imbottito e ribaltabile e il comodo ulteriore del gancio portaborsetta. I lumini, bianchi e bassi, sono gli stessi che si trovano in San Babila e in molte altre chiese milanesi. Forse esiste un unico centro di acquisto diocesano, diretto da qualcuno che se ne intende. All’inizio della funzione un prete scende in navata per aspergere i fedeli ed è il primo di una serie di mirabili coreografie (altre due: la presentazione del cero e quella del Libro prima della lettura). E’ la messa capitolare delle 11, la più importante della domenica, celebrata da una moltitudine di chierici di ogni ordine e grado (gran varietà di paramenti) fra nuvole d’incenso e aerei canti in latino. La concentrazione non riguarda soltanto il clero come testimonia la rara visione dei fedeli (molti fedeli) che quando entrano in chiesa, subito dopo essersi segnati con l’acqua santa si inginocchiano. Anche ragazzi.
Nota: Le candele ’, da una a cinque, servono per valutare l’arredamento della chiesa (soprattutto panche e candelieri). I messali &, sempre da uno a cinque valutano invece la messa. Il giudizio non è riferito al complesso della liturgia di una chiesa ma alla singola messa celebrata nella data e all’ora specificate (va detto che le messe cambiano molto a seconda dell’orario e va anche detto che ho sempre scelto le messe che presumevo migliori, più affollate e solenni).
• Ite, missa est. Funzioni domenicali e visite feriali nelle chiese d’Italia recensite da Langone, autonominatosi critico liturgico ”Lo zelo per la tua casa mi divora”(Salmi 68, 10).
BOLOGNA
Cattedrale di San Pietro
Domenica 15 Gennaio 2006, ore 17,30
Clero secolare
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Nemmeno una sedia offende la grande navata. Sei ordini di panche, solide, larghe, col gancino per appendere le borse. Solido anche l’inginocchiatoio non imbottito che manifesterà tutta la sua durezza (forse anche per questo alla consacrazione si inginocchieranno in molti ma non in moltissimi). Grande è invece la confusione candelistica, quindi mentale di chi è preposto alla faccenda: davanti al Compianto, nella prima cappella destra, sono mescolati lumini di cera e candele elettriche. Non è una chiesa qualsiasi, è la cattedrale di Bologna, diamine, e si sta per svolgere la solenne liturgia eucaristica per il 30° anniversario di episcopato del cardinale Biffi. Un’ora prima dell’inizio sono già piene le prime file, mezz’ora dopo anche le ultime, alle 17 e 30 c’è molta gente in piedi. Arriva il prefetto, arriva Cofferati, arrivano militari in alta uniforme. Il deficiente di fianco fa l’ultima telefonata dicendo ”Adesso spengo”. Bravo, spegni. La messa è cantata, cantatissima, con coro, organo, orchestra e squilli di tromba che fanno scintillare l’aria. Il signore alle spalle canta forte, se la metà dei presenti cantasse a questo volume tutta Bologna si fermerebbe ad ascoltare, anche in via Stalingrado. Cristo tornerà a essere ascoltato quando i cristiani in chiesa smetteranno di sussurrare. Il vecchio Biffi, che quando parla sovrasta ancora Caffarra di alcune spanne, definisce San Pietro ”luce dei miei occhi” (anche dei miei, se togliessero i candelieri elettrici) e conclude in fretta, ”per non smentire la mia fama di predicatore rapido e breve”. Corteo finale con buona parte dei vescovi emiliani, e lunghi applausi per l’insuperato maestro. Eppure, uscendo, chi mette la mano nelle acquasantiere rimane a dita asciutte.
Nota: Le candele ’, da una a cinque, servono per valutare l’arredamento della chiesa (soprattutto panche e candelieri). I messali &, sempre da uno a cinque valutano invece la messa. Il giudizio non è riferito al complesso della liturgia di una chiesa ma alla singola messa celebrata nella data e all’ora specificate (va detto che le messe cambiano molto a seconda dell’orario e va anche detto che ho sempre scelto le messe che presumevo migliori, più affollate e solenni).
• Ite, missa est. Funzioni domenicali e visite feriali nelle chiese d’Italia recensite da Langone, autonominatosi critico liturgico ”Lo zelo per la tua casa mi divora”(Salmi 68, 10).
TRANI
Cattedrale
24 Dicembre 2005, ore 23,30
Clero secolare
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Chiesa gelida, pubblico freddo. La navata altissima e non riscaldabile, le pareti spoglie, l’abside nudo, proteso sul mare e schiaffato dalla tramontana, il pavimento liscissimo di pietra di Trani che sembra una lastra di ghiaccio, tutto concorre a fare di questa messa di Natale la più intirizzita della mia vita. Fa freddo anche per l’arcivescovo, che ricorda come questo ci avvicini maggiormente alla rigida, ma luminosa, notte di Betlemme. Bene, facciamo di necessità virtù e offriamo i brividi in remissione dei nostri peccati. Ci sono alcune sedie e molte panche con inginocchiatoio non imbottito che sembrano pensate per dei nani, quasi toccano terra. Sulla destra una piccola statua dell’Assunta è onorate da candele sottili ma quelle accese sono poche, anche a Natale i tranesi hanno il braccino corto. Nel cestino della questua ci saranno solo monetine, il prezzo di un solo pelo delle tante pellicce di visone presenti. Gli indigeni oltre che avari sono accidiosi, quando ci si deve inginocchiare non si inginocchia quasi nessuno, quando si deve cantare se ne stanno tutti muti come i pesci sui banchi del mercato in Campo Longobardi. C’è l’attenuante del fracasso prodotto dallo scontro fra il grosso organo e un coro assai nutrito. Se hanno fatto delle prove era meglio se improvvisavano. Il repertorio non aiuta: a parte un ”Venite fedeli” (purtroppo in italiano) per il resto sono musiche orrende che farebbero la loro porca figura in un musical del teatro Sistina. L’omelia sembra recitata da Carmelo Bene, l’effetto straniante è dovuto alla comune origine salentina dell’attore e dell’arcivescovo.
Nota: Le candele ’, da una a cinque, servono per valutare l’arredamento della chiesa (soprattutto panche e candelieri). I messali &, sempre da uno a cinque valutano invece la messa. Il giudizio non è riferito al complesso della liturgia di una chiesa ma alla singola messa celebrata nella data e all’ora specificate (va detto che le messe cambiano molto a seconda dell’orario e va anche detto che ho sempre scelto le messe che presumevo migliori, più affollate e solenni).
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BOLOGNA
Cappella della Stazione
(solo visita)
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Raccapricciante. Questa chiesa, se così si può chiamare, si trova all’interno del complesso della stazione, non lontano dai cessi sul primo binario e da essi non troppo distinguibile. E’ moderna e già decrepita, coi muri marci di umidità. Soltanto sedie, per fare dispetto al Ratzinger liturgista e all’ultimo sinodo dei vescovi che ha ribadito ”l’importanza di inginocchiarsi durante i momenti salienti della messa”, e quindi la necessità inginocchiatoi. Ma le panche si sono estinte nel duomo di Parma, figuriamoci in questo luogo atroce. Sulla parete destra c’è il più brutto crocefisso mai visto in anni e anni di pellegrinaggi. Un’esagerazione? Alla stazione di Bologna prima o poi ci passano tutti, andatelo a vedere e giudicate con i vostri occhi. Dirò soltanto che le mani di Cristo assomigliano a forconi. L’autore di quest’opera horror, sconsigliata alle puerpere che non vogliano perdere il latte, ha avuto il coraggio di firmare: Celso Barbari. Il crocefisso dietro l’altare in confronto è normale, l’unica stranezza sono le gambe amputate, forse a causa di un incidente ferroviario.
Nota: Le candele ’, da una a cinque, servono per valutare l’arredamento della chiesa (soprattutto panche e candelieri). I messali &, sempre da uno a cinque valutano invece la messa. Il giudizio non è riferito al complesso della liturgia di una chiesa ma alla singola messa celebrata nella data e all’ora specificate (va detto che le messe cambiano molto a seconda dell’orario e va anche detto che ho sempre scelto le messe che presumevo migliori, più affollate e solenni).
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PARMA
San Bartolomeo
Clero secolare
(solo visita)
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Mi hanno chiesto qual è la migliore messa di Parma: stenderei un velo pietoso. La cristianità di questa città sazia e appagata è al lumicino, ovviamente elettrico. Qualche candela di cera si trova in Duomo ma in un contesto di tale sbando arredativo e liturgico che passa la voglia. Un paio di candelieri persistono a San Michele, la chiesa che dava il nome alla strada che poi venne dedicata a Vittorio Emanuele II e infine alla Repubblica, con implacabile smottamento di senso. Nonostante il parroco volenteroso è proprio una chiesetta, poco più di una cappella. Per avere un’idea corposa della religione cattolica l’unica è andare in via Carducci, vicino al mercato della Ghiaia, e infilarsi in San Bartolomeo. L’interno dell’edificio secentesco è un tripudio di candele e di lumini, di nicchie, di altari, di teche di vetro contenenti il Cristo deposto e Maria Bambina, ooh, di espressioni di un gusto dolcemente macabro che nemmeno a Napoli, nemmeno in cappella Sansevero, si trova più. Manca la quinta candela per colpa di qualche sedia.
Nota: Le candele ’, da una a cinque, servono per valutare l’arredamento della chiesa (soprattutto panche e candelieri). I messali &, sempre da uno a cinque valutano invece la messa. Il giudizio non è riferito al complesso della liturgia di una chiesa ma alla singola messa celebrata nella data e all’ora specificate (va detto che le messe cambiano molto a seconda dell’orario e va anche detto che ho sempre scelto le messe che presumevo migliori, più affollate e solenni).
• Ite, missa est. Funzioni domenicali e visite feriali nelle chiese d’Italia recensite da Langone, autonominatosi critico liturgico ”Lo zelo per la tua casa mi divora”(Salmi 68, 10).
SAN VINCENZI (Massa Marittima)
San Vincenzo Ferreri
Domenica 19 Febbraio 2006, ore 11
Clero secolare
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Messa velocissima, non possiedo orologi ma controllando il telefonino all’entrata e all’uscita non dev’essere durata più di 35 minuti. Il prete, un prete giovane, energico eppure malinconico, come fosse troppo consapevole che l’energia non basta, batte in velocità i domenicani di Bologna, dove però c’è ancora da sperimentare la messa di San Giacomo Maggiore (30 minuti, dicono). Non c’è organo e il canto è minimo, ovvio, siccome il canto arricchisce ma allunga. Questo prete maremmano dall’accento pieraccionesco, uno che starebbe bene in un film di Virzì, non trascura nulla e anzi mette in scena una messa ricca di partecipazione, con uno sguardo speciale verso i bambini. C’è la processione iniziale, col bambino crocifero che passa in mezzo ai banchi seguito dal prete, tre bambine carine e un altro bambino. Ci sono le preghiere dei fedeli, lette da bambini più piccoli, aiutati da una mamma. E’ raro che nella liturgia irrompa una speranza non formalizzata, a San Vincenzo accade. Non ci sono sedie e le panche sono gremite: quasi tutti si inginocchiano, quasi tutti fanno la comunione. Durante la distribuzione delle particole risuona un vecchio canto, reperto di catechismi altrove dimenticati: ”T’adoriam, ostia divina”. Ci sarebbe da commuoversi, basta non fare troppo caso agli improbabili affreschi anni Ottanta (meglio questi però che il bianco nulla della chiesa iconoclasta e nichilista progettata da Richard Meier a Tor Tre Teste, Roma). Tante candele di cera di varie dimensioni a tutti gli altari. Da una chiesa di paese, un piccolo esempio.
Nota: Le candele ’, da una a cinque, servono per valutare l’arredamento della chiesa (soprattutto panche e candelieri). I messali &, sempre da uno a cinque valutano invece la messa. Il giudizio non è riferito al complesso della liturgia di una chiesa ma alla singola messa celebrata nella data e all’ora specificate (va detto che le messe cambiano molto a seconda dell’orario e va anche detto che ho sempre scelto le messe che presumevo migliori, più affollate e solenni).
• Ite, missa est. Funzioni domenicali e visite feriali nelle chiese d’Italia recensite da Langone, autonominatosi critico liturgico ”Lo zelo per la tua casa mi divora”(Salmi 68, 10).
BRESCELLO (Reggio Emilia)
Santa Maria Nascente
Clero secolare
(solo visita)
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E’ la chiesa di Don Camillo, scenario di tanti film di enorme successo negli anni Cinquanta-Sessanta. Quanta acqua è passata sotto il ponte sul Po. Di fronte alla chiesa il caffè Don Camillo è chiuso e non per ferie ma per sempre. Il bar Peppone adesso si chiama Central Replay ed è frequentato solo da uomini, come nella Calabria Saudita (Brescello è zeppa di immigrati cutresi). Fuori, sul sagrato, c’è la statua di Fernandel, richiamo turistico più che devozionale. Un cartello ricorda che entrando in chiesa bisogna segnarsi con l’acqua, lo faccio e constato che l’acquasantiera è colma. Le panche sono del primo Ottocento e candelieri di fine Novecento, tutti elettrici. A un primo sguardo nel presbiterio sembra esserci solo l’altare preconciliare, alto e sontuoso, poi mi accorgo di un secondo altare accostato alla balaustra, un altarino terra terra, una misera cosa che non si capisce come possa svolgere la funzione di ”magnete cosmico” auspicata dal liturgista Giuliano Zanchi nel suo ”La forma della chiesa” (Edizioni Qiqajon).
Nota: Le candele ’, da una a cinque, servono per valutare l’arredamento della chiesa (soprattutto panche e candelieri). I messali &, sempre da uno a cinque valutano invece la messa. Il giudizio non è riferito al complesso della liturgia di una chiesa ma alla singola messa celebrata nella data e all’ora specificate (va detto che le messe cambiano molto a seconda dell’orario e va anche detto che ho sempre scelto le messe che presumevo migliori, più affollate e solenni).
• Ite, missa est. Funzioni domenicali e visite feriali nelle chiese d’Italia recensite da Langone, autonominatosi critico liturgico ”Lo zelo per la tua casa mi divora”(Salmi 68, 10).
IMOLA
Madonna del Piratello
Francescani
(solo visita)
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L’amministrazione comunale di Imola odia i cattolici, li vuole morti. Non per niente è la città di Andrea Costa, il primo deputato socialista d’Italia, un seminatore di zizzania la cui cremazione, nel 1910, inaugurò o quasi una pratica sottilmente anticristiana che oggi dilaga. Rispetto alla via Emilia il parcheggio è da una parte e la chiesa dall’altra. Chi va a messa deve per forza usare il parcheggio perché il santuario è fuori città e raggiungibile solo in automobile. L’amministrazione non ha ritenuto opportuno mettere un semaforo né dossi rallentatori atti a diminuire la velocità delle macchine che invece sfrecciano con furia omicida, a caccia di cattolici. I francescani che reggono la chiesa non odiano i fedeli però certo non li incoraggiano. Solo candele elettriche, sbagliate ovunque e tanto più in un santuario preposto a mantenere accesa la devozione popolare. Ai vecchi lampadari sono stati applicati dei neon circolari, degni del più squallido dei tinelli. Qualche sedia, e panche striminzite come i sedili di seconda classe dei treni regionali.
Nota: Le candele ’, da una a cinque, servono per valutare l’arredamento della chiesa (soprattutto panche e candelieri). I messali &, sempre da uno a cinque valutano invece la messa. Il giudizio non è riferito al complesso della liturgia di una chiesa ma alla singola messa celebrata nella data e all’ora specificate (va detto che le messe cambiano molto a seconda dell’orario e va anche detto che ho sempre scelto le messe che presumevo migliori, più affollate e solenni).
• Ite, missa est. Funzioni domenicali e visite feriali nelle chiese d’Italia recensite da Langone, autonominatosi critico liturgico ”Lo zelo per la tua casa mi divora”(Salmi 68, 10).
FARFA (Poggio Mirteto)
Santa Maria di Farfa
Benedettini
(solo visita)
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La chiesa di Farfa non ha un organo. O meglio: non ha un organo funzionante. In magazzino c’è uno strumento vecchio e scassato che resterà a prendere polvere fino a quando mancheranno i soldi per restauro e rimontaggio. Non è affare da poco, servono diverse decine di migliaia di euri. Non va bene che una delle più importanti abbazie del Medio Evo sia così povera e negletta, ora che i secoli bui stanno tornando e il gregoriano ricomincia a essere una delle poche fiammelle che consentano di orientarsi. I monaci benedettini hanno organizzato una colletta per venirne a capo. Le offerte vanno mandate a Unicredit Banca, agenzia di Passo Corese, Fara in Sabina (Rieti), conto corrente n° 10101223 intestato a don Aldo Agostino Ranzato, ABI 2008, CAB 073620. Ma si fa prima a venire in loco (un bellissimo loco) per accordarsi direttamente coi monaci sull’incisione del proprio nome su una delle canne dell’organo. La chiesa è tenuta con amore: tanti lumini, e santini, e cuscini (sugli inginocchiatoi davanti agli altari). La quinta candela verrà accesa quando verranno spenti i telefoni che fungono da guide turistiche, piccole profanazioni.
Nota: Le candele ’, da una a cinque, servono per valutare l’arredamento della chiesa (soprattutto panche e candelieri). I messali &, sempre da uno a cinque valutano invece la messa. Il giudizio non è riferito al complesso della liturgia di una chiesa ma alla singola messa celebrata nella data e all’ora specificate (va detto che le messe cambiano molto a seconda dell’orario e va anche detto che ho sempre scelto le messe che presumevo migliori, più affollate e solenni).
• Ite, missa est. Funzioni domenicali e visite feriali nelle chiese d’Italia recensite da Langone, autonominatosi critico liturgico ”Lo zelo per la tua casa mi divora”(Salmi 68, 10).
ROMA
Chiesa della Maddalena
Camilliani
(solo visita)
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Il tempio della casa madre dei camilliani si presenta più ordinato che nelle precedenti, numerose visite. E’ difficile che scenda a Roma senza che passi di qui, complice la posizione cruciale fra Montecitorio e il Pantheon, per accendere una candela alla Madonna della Salute. Anche Manuela Maddamma frequenta questa chiesa e fra devozione e possessione ha chiamato proprio Maddalena la protagonista del suo esordio letterario, ”Lascia che guardi”. Un’altra giovane scrittrice, Teresa Ciabatti, abita nell’attico di fronte. Il Foglio pre-Trastevere stava qui dietro, a piazza Capranica. Un giorno ho aspettato Carmen Llera sui gradini della Maddalena, poi siamo andati a San Luigi dei Francesi. Molte cose sono accadute e molte cose accadranno, a Dio piacendo, nel raggio di cento metri dal corpo di San Camillo de’ Lellis, che riposa nell’ultima cappella destra. San Camillo, la Madonna e il Sacro Cuore hanno i lumini cerei mentre gli altari minori devono accontentarsi dei lumini elettrici. Quindi c’è una logica, per quanto perversa: la fiamma vibrante per il culto di serie A, la fornitura Enel per i santi di seconda fila. Mah.
Nota: Le candele ’, da una a cinque, servono per valutare l’arredamento della chiesa (soprattutto panche e candelieri). I messali &, sempre da uno a cinque valutano invece la messa. Il giudizio non è riferito al complesso della liturgia di una chiesa ma alla singola messa celebrata nella data e all’ora specificate (va detto che le messe cambiano molto a seconda dell’orario e va anche detto che ho sempre scelto le messe che presumevo migliori, più affollate e solenni).
• Ite, missa est. Funzioni domenicali e visite feriali nelle chiese d’Italia recensite da Langone, autonominatosi critico liturgico ”Lo zelo per la tua casa mi divora”(Salmi 68, 10).
PESCARA
Madonna dei Sette Dolori
Francescani
(solo visita)
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Come doveva essere bella Pescara quando Pescara non esisteva ancora, ovvero prima del 1927, quando il fascismo fuse Castellammare Adriatico e la vecchia Pescara dannunziana per formare una sola città capoluogo. Tutte le facciate dovevano essere come quella del santuario extraurbano sulla strada dei colli, in riposante mattone medioadriatico, piccolo e chiaro. Le difficoltà dei trasporti frenavano l’uso di qualsiasi altro materiale e orpello, adesso invece non costa nulla fare arrivare due alberini di Natale e schiaffarli ai lati del portale. Il sincretismo è concimato dall’ignoranza e i francescani, a Pescara come altrove, non svettano per dottrina. C’è l’acqua nell’acquasantiera, ci sono le panche nella navata, solide e dotate di inginocchiatoio imbottito e rialzabile, però non mancano neppure le solite invadenti sedie di plastica. Lo sguardo è attirato dalla nicchia azzurra al cui interno è custodita la statua della Madonna. La cornice calda, di legno, è smentita dalla luce fredda: il sottostante candeliere elettrico costituisce l’ottavo dolore, l’ottava spada piantata nel cuore della Vergine.
Nota: Le candele ’, da una a cinque, servono per valutare l’arredamento della chiesa (soprattutto panche e candelieri). I messali &, sempre da uno a cinque valutano invece la messa. Il giudizio non è riferito al complesso della liturgia di una chiesa ma alla singola messa celebrata nella data e all’ora specificate (va detto che le messe cambiano molto a seconda dell’orario e va anche detto che ho sempre scelto le messe che presumevo migliori, più affollate e solenni).
• Ite, missa est. Funzioni domenicali e visite feriali nelle chiese d’Italia recensite da Langone, autonominatosi critico liturgico ”Lo zelo per la tua casa mi divora”(Salmi 68, 10).
PESCARA
Sacro Cuore
Clero secolare
(solo visita)
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L’acquasantiera è nel vestibolo, quindi bisogna intingere le dita, cercare di non sgocciolare, entrare e farsi il segno della croce. Che senso ha? Non era meglio piazzarla all’interno della chiesa? Sempre nel vestibolo c’è il pannello che informa sulle attività delle parrocchie, ben due cori, il gruppo scout, eccetera. Dentro è tutta una panca, una foresta di panche, mai viste tante panche. Nemmeno una candela. Non molti anni fa le prime due cappelle sono state rivestite di granito cattivissimo e durissimo, adesso sembrano due bar e stonano col resto della chiesa. L’operazione ha comportato inoltre il tamponamento di due finestre e una spesa non indifferente. Domanda: chi, che cosa, ha tratto vantaggio da una decisione così inconsulta? La devozione forse? E’ in corso un matrimonio, ci avviciniamo e magari troviamo una risposta. Allo scambio degli anelli il prete se ne esce con una solennissima minchiata, che però la dice lunga sul misticismo del clero pescarese: ”Questo è oro, l’oro costa e chi non si ritrae dal costo vuol dire che ama”.
Nota: Le candele ’, da una a cinque, servono per valutare l’arredamento della chiesa (soprattutto panche e candelieri). I messali &, sempre da uno a cinque valutano invece la messa. Il giudizio non è riferito al complesso della liturgia di una chiesa ma alla singola messa celebrata nella data e all’ora specificate (va detto che le messe cambiano molto a seconda dell’orario e va anche detto che ho sempre scelto le messe che presumevo migliori, più affollate e solenni).