Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 23 dicembre 2000
A tavola con le religioni
• In India i seguaci del jainismo, rigorosamente vegetariani, condannano l’uccisione di qualsiasi animale. I sacerdoti camminano spazzando i sentieri con fasci di ginestrone, «onde evitare la calamitosa eventualità di uccidere anche una sola formica», e si coprono bocca e naso con mascherine, in modo da non inspirare (e quindi uccidere) mosche, zanzare o altri insetti.
• Trenta grammi di formaggio, di arachidi o di lenticchie contengono più proteine di un hamburger.
• La maggior parte degli indiani giudica sacro tutto ciò che proviene da una vacca o da un toro. Ad esempio i sacerdoti purificano i fedeli cospargendoli con un impiastro di latte, yogurt, burro, orina e sterco.
• Modo di dire degli induisti: «La vacca è la nostra madre. Ci elargisce latte e burro. Il suo maschio, il vitello, ara la terra e ci dà da mangiare». A chi dice che le bestie da vecchie sono inutili e sarebbe meglio ammazzarle per sfamare la gente, sono soliti replicare: «Manderesti tua madre al mattatoio quando invecchia?».
• Alcuni studiosi ritengono che la sacralità della vacca sia nata all’interno del mondo religioso (che condanna qualsiasi violenza), altri pensano che ci siano anche ragioni economiche. Una mucca fornisce molto più cibo da viva che da morta (latte tutti i giorni, burro, formaggi, yogurt).
• Gli antichi egiziani identificarono il maiale con Set, il dio del male e si rifiutarono di mangiarlo anche perché ritenevano che si cibasse persino dei suoi figli e dei cadaveri. Secondo Erodoto (484-425), «il porco è considerato dagli egiziani un animale impuro: se uno passando sfiora un porco, si immerge nel fiume con tutti i vestiti».
• L’Islam vieta di mangiare pochi animali, e tra questi il maiale è l’unico ad essere indicato con precisione. Ancora oggi in certi ambienti il porco è giudicato immondo perché sede di germi e parassiti pericolosissimi per la salute dell’uomo. Secondo alcuni studiosi, il tabù islamico del maiale è legato a fattori geografici: nelle zone dove si è diffuso l’Islam, l’eccessiva insolazione e il caldo secco rendono l’allevamento di porci troppo costoso. Altri ritengono che la scelta di proibire il consumo di maiale fu anche dettata dall’esigenza di differenziarsi rispetto alla religione dominante, quella cristiana.
• I cristiani, non conoscendo distinzioni tra cibi puri e impuri, non hanno alcuna difficoltà ad accettare piatti e costumi delle altre religioni (fatto che ha senz’altro favorito la penetrazione della cultura religiosa cristiana in tutto il mondo.)
• Anticamente la Chiesa cattolica perscriveva fino a 160 giorni di digiuno all’anno. I grandi periodi di astinenza dal cibo erano quattro: la quaresima; il digiuno degli apostoli (dalla Pentecoste al 28 giugno); il digiuno della Madonna (prima metà di agosto); il digiuno di Natale (quaranta giorni a partire dal 15 novembre). Durante il digiuno era concesso un pasto, consumato di solito dopo il vespro (ore 18.00). In genere si digiunava di mercoledì e venerdì (gli ebrei, invece, di lunedì e giovedì).
• Secondo le leggi alimentari ebraiche, gli animali possono essere leciti (tahor) oppure proibiti (tame). Tra gli animali che si possono mangiare: bue, pecora, capra, cervo, bufalo, camoscio. Tra quelli che non si possono mangiare: maiale, cinghiale, cammello, gatto, topo, ape. Gli ebrei non possono mangiare nemmeno gli uccelli notturni e rapaci (civetta, gufo, gabbiano, eccetera), gli animali che strisciano (coccodrilli, serpenti, lucertole, testuggini). Tra i pesci sono leciti solo quelli che possiedono sia le pinne che le squame (vietati, ad esempio, pescecane, aragoste, polipi). Numerose le ipotesi degli studiosi per spiegare tutti questi divieti. Alcuni ritengono che le prescrizioni siano igieniche, altri le giudicano simboliche (ad esempio non mangiare rapaci significa rifiutare la violenza, mentre i pesci con le squame e le pinne sarebbero associati alla resistenza, all’autocontrollo). Altri ancora sostengono che queste regole, abituando l’uomo ad aborrire ciò che è basso e immondo, ne raddolciscono i costumi, lo aiutano ad elevarsi alla santità.
• La religione ebraica vieta di mangiare o cucinare insieme carne e latte. Possibile spiegazione: il latte è un alimento "innocente", la carne deriva da un "delitto".
• «Un giorno in paese arrivò un giovane macellatore rituale, in sostituzione del vecchio defunto. Dopo qualche tempo, gli ebrei locali ebbero questa discussione. Uno chiese: come va il nuovo macellatore? Un altro rispose: Fa il suo dovere. recita le preghiere. Sì, le recita. Affila il coltello? certamente. E inumidisce la lama? La inumidisce. Allora, che cosa c’è che non va? Sai, il fatto è che il nostro vecchio macellatore era solito inumidirla, la lama, con le sue lacrime».