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 2005  maggio 21 Sabato calendario

Covate - "In quarantacinque anni a Montecitorio e tredici a Palazzo Madama ho conosciuto alcune migliaia di parlamentari, dei quali due soltanto oltre al sottoscritto, della covata del 1946, sono tuttora in servizio: Emilio Colombo e Oscar Luigi Scalfaro"

• Covate. "In quarantacinque anni a Montecitorio e tredici a Palazzo Madama ho conosciuto alcune migliaia di parlamentari, dei quali due soltanto oltre al sottoscritto, della covata del 1946, sono tuttora in servizio: Emilio Colombo e Oscar Luigi Scalfaro".
• Sollecitazioni. Così erano chiamate nei primi anni della Repubblica le raccomandazioni rivolte dagli elettori ai parlamentari del proprio collegio: "Spesso dipendevano dal ritardo con il quale si svolgevano le procedure per danni e pensioni di guerra". A subirne di meno erano gli eletti del nord: "Mario Melloni, deputato di Sondrio, ricevette in cinque anni soltanto sei sollecitazioni, tra privati e comuni della valle. Io giovane eletto nel Lazio, tra il 1948 e il 1953, superai le dodicimila".
• Almirante. Il record per il discorso più lungo nel dopoguerra è detenuto da Giorgio Almirante, che in occasione della discussione della legge esecutiva dell’ordinamento regionale, impiegò sette ore e venti minuti per rappresentare la posizione antiregionalista del Movimento Sociale, "senza avere un foglio di appunti e rimanendo sempre in argomento, sia pure a largo raggio".
• Capanna. Deputato di Democrazia Proletaria, registrato nell’Annuario come ”dottore in filosofia, rivoluzionario”, Mario Capanna tenne un discorso polemicamente brevissimo quando Giulio Andreotti, nel 1989, presentò il suo sesto governo, e lo concluse citando, in lingua originale, Eraclito: "Non è un bene per gli uomini che le cose vadano sempre come essi vogliono" (anche nel resoconto la citazione è stata trascritta in caratteri greci).
• La Rocca. Avvocato napoletano, deputato comunista alla Costituente, ricordato perché chiedeva la parola quasi tutti i giorni, in Sottocommissione o in aula (soprannominato, per questo, ”tuttologo”). A nessun altro sarebbe venuto in mente di interrogare il governo sulla "Immatricolazione nei ruoli dell’imposta di famiglia di tre cittadini del comune di Scisciano". Era così noioso che quando parlava i colleghi, anche del suo gruppo, se ne andavano. Tranne Andreotti: "Sono rimasto sempre in aula ad ascoltare Vincenzo La Rocca".
• Tipi. Carlo Levi, senatore come Indipendente di Sinistra della V e VI Legislatura, guardava con attenzione chiunque prendesse la parola, e per farlo con agio si sedeva sempre nell’emiciclo di Palazzo Madama. Una volta che l’intervento verteva su un argomento particolarmente tecnico, Andreotti gli chiese se davvero gli interessava e quello gli rispose che nemmeno sapeva di che cosa si stesse discutendo: lui studiava i "tipi umani".
• Cestini. Nel 1953, si stavano discutendo le modifiche al sistema elettorale politico (la cosiddetta ”legge truffa”), quando il governo pose la questione di fiducia e il Presidente Meuccio Ruini dichiarò di passare al voto per appello nominale. Al che i senatori dell’area di sinistra prima si misero a urlare a perdifiato per impedire di raccogliere i voti, e poi smontarono le tavolette dei seggi e le lanciarono in aria. Andreotti, allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, rimasto solo al banco del governo, piuttosto che scappare preferì calarsi in testa un cestino per la carta.
• Modestia. Insignito del Premio Nobel nel 1975, il senatore a vita Eugenio Montale rifiutò una manifestazione collettiva di giubilo, e anzi si sminuì, attribuendo il merito al traduttore delle sue opere in lingua svedese.
• Trilussa. Quando il I° dicembre 1950 uscì il comunicato del Quirinale con l’annuncio della nomina a senatore a vita, tra gli altri, di Carlo Alberto Salustri, i più ignoravano che si trattasse del poeta Trilussa. Morì 20 giorni dopo, prima ancora che il Senato convalidasse la nomina. Era stato destinato alla Commissione permanente della Difesa.
• Spadolini. Presidente del Senato uscente, Giovanni Spadolini fu candidato alla stessa carica anche nella XII Legislatura, ma la maggioranza gli contrappose Luigi Scognamiglio. Fu proclamato vincitore per un voto Spadolini, ma dopo gli abbracci e gli applausi si scoprì che il voto in più era dell’avversario.
• Cicciolina. Il record di richieste di autorizzazioni a procedere spetta all’onorevole Elena Anna Staller, che ne collezionò quattordici, nella X Legislatura. In aula era sempre vestita in modo impeccabile, accollata e con calze spesse: "Vista da vicino, la onorevolissima nulla aveva di eccitante".
• Toscanini. Nominato senatore a vita il 5 dicembre 1949, Arturo Toscanini ci pensò su solo poche ore prima di rifiutare. Già cittadino americano, aveva negli Usa ingaggi pluriennali molto remunerativi e aveva già rifiutato, dopo la Liberazione, l’invito del sovrintendente della Scala Ghiringhelli a tornare a dirigere in Italia.