Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 dicembre 2004
Mattei. Storia dell’italiano che sfidò i signori del petrolio
• Prematuro. Primogenito di cinque figli, nacque ad Acqualagna, paese delle Marche, il 29 aprile 1906, da Antonio Mattei, abruzzese, promosso maresciallo per aver catturato, quasi per caso, il brigante Giuseppe Musolino, e da Angela Galvani, di dieci anni più giovane e di estrazione culturale e sociale più elevata del marito. Nato settimino, forse per questo fu il figlio più amato dalla madre, e gliene fu sempre riconoscente: "Mia madre è una delle due persone alle quali non ho mai avuto il coraggio di ribattere" (l’altro, Ezio Vanoni, era suo mentore politico). Salito al potere, quando si trattava di assumere personale, i primi erano i raccomandati dalla madre.
• Cuore. Il nome di battesimo lo impose nonna Ester (da parte di madre), ispirandosi al protagonista del libro Cuore, di Edmondo De Amicis. Il padre avrebbe voluto chiamarlo Umberto Vittorio, in ossequio al giuramento di fedeltà prestato come carabiniere al re.
• Ostacoli. Di scuola non ne voleva sapere (spesso marinava), e subito dopo la media inferiore, a quindici anni, andò a lavorare sotto padrone (uno dei quali lo raccomandò durante il servizio di leva, per farlo tornare al più presto in fabbrica). Non appena ebbe messo da parte un bel gruzzoletto, a vent’anni, lo usò per coronare il sogno della mamma, aprirle un negozio di stoffa. I soldi li fece a Milano, dove si trasferì a 23 anni, seguito dalla sorella Maria, diciottenne, incaricata dal padre di pensare alla casa e accudirlo. Dopo una breve gavetta ottenne la rappresentanza generale in Italia di un’industria tedesca del settore conciario, la Lowental, e fece così presto carriera da permettersi di rassegnare le dimissioni quasi per noia: "Oggi non provo più nessuna soddisfazione morale, perché a differenza di tutti gli altri io sento il bisogno dell’ostacolo e di far valere in un certo qual modo la mia opera, perché altrimenti finisco con l’ammalarmi".
• Fabbrichetta. Tra risparmi (pochi, perché per divertirsi non badava a spese), e prestiti, nel 1934 aprì nella periferia a nord-ovest di Milano una azienda specializzata nella produzione di vernici, oli, grassi per le industrie conciarie, tessili, metalmeccaniche e saccarifere. Avendo sfondato subito, gli rimaneva il cruccio del mancato diploma (si iscrisse a ragioneria, ma si diplomò grazie a una spintarella, mentre in seguito si laureò un paio di volte honoris causa) e di non conoscere lingue straniere (si dedicò al francese, col sistema all’ultima moda, detto ”Phonoglotta”, con l’ausilio di dischi e grammofono). A trent’anni decise che era ora di sposarsi e la moglie se la scelse alta e bionda e con gli occhi azzurri, Margherita Maria Paulas, detta Greta, di professione ballerina e nazionalità viennese (a cui rimase devoto ma non fedele). Volendone, non ebbero figli e dato questo Mattei non vide più il motivo di tenere su casa (preferendo l’albergo, a Roma l’Eden, sennò Motel Agip) e di risparmiare soldi ("Per lasciarli a chi, alla mia morte?").
• Cortocircuiti. Dopo la conversione antifascista, sempre in considerazione del fatto che tanto non aveva figli e quindi poteva rischiare, partecipò alla Resistenza diventando comandante delle forze partigiane cattoliche. Tra le imprese di cui si vantava, l’arresto nel carcere di Como, seguito da evasione, collegando due fili elettrici e provocando un cortocircuito. Poi andò in giro a lamentarsi coi compagni di non essere stato segnalato per una decorazione al valore. Ci pensò un generale americano, Mark Wayne Clark, che gli conferì la prestigiosissima Bronze Star, per la sua "sorprendente abilità e il suo talento, unitamente a grande lealtà e eroismo".
• Agip. L’Azienda generale italiana petroli, costituita nel 1926, anche detta ”Associazione Gerarchi in pensione”, o ”Azienda generale infortuni politici”. Dopo la Liberazione Mattei, incaricato della sua liquidazione, accettò suo malgrado (adducendo che era l’unico modo per avere a disposizione una macchina con autista per andare a Roma alle riunioni del Consiglio nazionale della Dc), ma appassionatosi alla causa, fece il contrario e la risanò, anche insospettito dalla cifra offerta dagli americani, eccessiva, vista l’obsolescenza delle attrezzature.
• Espedienti. Quando si trattò di creare la rete per la distribuzione del metano sul territorio italiano, Mattei ricorse a maniere spicce per eludere le procedure amministrative, disponendo che scavi e posa dei tubi fossero fatte di notte, in modo da mettere sul fatto compiuto gli amministratori. E se qualcuno di loro si svegliava, Mattei si scusava dell’errore e se la cavava con un indennizzo (ottomila le ordinanze che si vantava di avere violato).
• Intrecci. Quando andò a cercare petrolio in Medio Oriente, Mattei ripudiò il sistema cosiddetto fifty’fifty imposto dalle compagnie petrolifere americane, facendo partecipare il paese produttore alla gestione e quindi ai profitti. L’apprezzamento venne a sorpresa da Eisenhower, perché a differenza degli americani questo manager intraprendente riusciva ad avere rapporti con gli arabi. Tra le trattative andate in porto, quella con l’Iran, preceduta da azione diplomatica. Per essere sicuro di avviare una collaborazione economica stabile, Mattei pensò di proporre a Umberto di Savoia, esiliato in Portogallo, di dare sua figlia Gabriella in moglie allo scià Reza Palhavi, al che si sentì rispondere: "Non sarebbe la prima volta che un Savoia si sacrifica per l’Italia" (non se ne fece niente, non si sa se per dissenso di Maria José o del papa).
• Pesca. Adorava pescare e per farlo raggiungeva anche la Scozia o l’Islanda con l’aereo aziendale (il suo unico lusso). Quando precipitò a Bascapé, a una ventina di chilometri da Milano, il 27 ottobre 1962, però viaggiava per lavoro (nel 2003 fu archiviato il procedimento penale contro ignoti, non essendo stato individuato il responsabile del riconosciuto attentato).
• Ritorno. "Vado matto per le trote, ma prima di tutto per me vengono i salmoni. Forse perché mi porto dentro il loro stesso bisogno di tornare" (Enrico Mattei).
• Finanziamenti. "Per me i partiti sono come dei taxi, li prendo,mi faccio portare dove voglio e alla fine della corsa pago e scendo" (Enrico Mattei).
• Abitudini. Fare colazione con due uova al guscio, cotte tre minuti.