Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Pensateci un attimo
• Pensateci un attimo. Quante volte, nell’arco della giornata, avete detto «come sono depressa»? Nella maggioranza dei casi, usate questo termine a sproposito. «La parola depressione», dice il professor Nicola Lalli, titolare di Clinica psichiatrica presso l’università La Sapienza di Roma «descrive malesseri più o meno lievi, ma anche situazioni diverse come affaticamento, stress o tristezza legata magari a un fatto spiacevole». Ma il rischio di ammalarsi è aumentato negli ultimi cento anni: su tre pazienti, due sono donne; nel 10% dei casi, le assenze dal lavoro sono provocate dal «male oscuro». E secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, entro il 2020 la depressione sarà la seconda causa d’invalidità in Occidente, subito dopo le malattie cardiovascolari. Ma non tutti i casi sono uguali.
Esistono infatti quattro tipi diversi di depressione. «Quella reattiva», spiega Lalli, «è causata da eventi traumatici: perdite affettive, difficoltà economiche e sul lavoro. Quella nevrotica è dovuta invece al carattere che rende alcune persone ipersensibili a stress e frustrazioni. Chi ne soffre, tende a colpevolizzare gli altri. Nella depressione maggiore o endogena, poi, l’individuo di solito si colpevolizza. C’è infine la depressione mascherata che, manifestandosi con malesseri fisici vari, è difficile da diagnosticare». E voi siete solo giù di corda o c’è qualcosa di più? Scopritelo facendo il test a pag 6 di Salute di sorrisi e canzoni n. 34 Febbraio 2002
• Depressione. Gli adolescenti.
«L’adolescenza è un periodo in cui si cambia molto: ci si distacca dalla famiglia e inizia a delinearsi l’identità di una persona», dice Nicola Lalli. « quindi possibile che un ragazzo viva male questa fase di passaggio». Ecco allora che gli adolescenti iniziano ad avere cattivi risultati a scuola (o addirittura a non andarci) e a dire bugie. Possono manifestare anche sintomi fisici come cefalea, diminuzione dell’appetito, stanchezza, anche se non causati da reali malattie. «Tendono anche a isolarsi e a stare ore chiusi in camera. Le ragazze, comunque, sono in genere più disposte a parlare e a chiedere aiuto rispetto ai loro coetanei».
• Depressione. Gli universitari
«L’università è un passaggio importante, soprattutto per chi è costretto a frequentarla in un’altra città: ci si allontana da casa, dagli amici e dagli affetti di sempre e si è costretti a cambiare le proprie abitudini», dice Lalli. «Anche i rapporti con l’altro sesso diventano più profondi e quindi più difficili da gestire». Qual è il segnale da tenere d’occhio? «La tendenza a non portare a termine le cose, a divagare. Quando un giovane di quest’età è depresso, diventa distratto e apatico», dice Filippo Petruccelli, direttore dell’Istituto per lo studio delle psicoterapie di Roma.
• Depressione. Il primo impiego
«Tra i 25 e i 35 anni si comincia a fare i conti con i problemi legati al lavoro e alla famiglia che ci si è creati. La donna soffre il fatto di doversi barcamenare tra l’ufficio e la famiglia, mentre l’uomo è soprattutto esposto allo stress legato alla sfera lavorativa», dice Lalli. «A volte però», aggiunge Petruccelli, «a questo stress si aggiunge la sensazione di aver raggiunto i propri traguardi e di non aver più uno scopo preciso. O, al contrario, la frustrazione di essersi dovuti accontentare, specie se non si svolge la professione desiderata o per la quale si è studiato». I sintomi più frequenti? Stanchezza, malessere diffuso, difficoltà nello svolgere le attività di sempre, tristezza. Insomma, ci si lascia un po’ andare.
• Depressione. I pensionati
«Smettere di lavorare, soprattutto per gli uomini, può essere causa di depressione. Il sesso forte, infatti, investe tutto nella propria attività lavorativa e, quando arriva la pensione, si ritrova ad avere molto tempo libero senza sapere come riempirlo», dice Lalli. Chi è depresso in questo caso tende a uscire meno, si lamenta della perdita delle amicizie e degli interessi, guarda molto la televisione e ha spesso disturbi del sonno. Queste forme possono risolversi in poco tempo oppure cronicizzarsi. «Le donne, da questo punto di vista, sono più fortunate, perché devono comunque occuparsi della casa e della famiglia», aggiunge Lalli. «La difficoltà maggiore è quella di reinventarsi le giornate, a partire dalle piccole cose», aggiunge Petruccelli. «Le abitudini di sempre vengono stravolte e in certi casi non si riesce neanche ad adattarsi all’occupazione tipica di quest’età: fare la nonna. Ne risentono di meno le persone che hanno sempre associato all’attività lavorativa anche hobby o interessi paralleli, che, una volta in pensione, possono finalmente diventare una delle attività principali della giornata».
• Depressione. Le casalinghe
«Soprattutto a partire dai 45 anni, molte donne si rendono conto di non aver raggiunto certe mete (per esempio la professione sognata, una famiglia propria, un buon rapporto sentimentale)», spiega Lalli. «Mentre fino a quel momento pensavano di essere ancora in grado di realizzare le proprie aspirazioni, adesso ritengono di non poterci più riuscire e sentono quindi di aver fallito, specie se hanno un carattere particolarmente sensibile. Le donne che vivono in funzione della famiglia e dei figli tendono a percepire anche eventi felici (come la laurea o il matrimonio di uno di loro) in modo problematico». La depressione, a quest’età, si manifesta in genere con una minore cura di sé e della casa, «ma possono nascere anche forme di dipendenza, dal fumo o dall’alcol, ad esempio, o anche solo dalla televisione», dice Petruccelli. Si tende dunque a diventare più passive nei confronti di quello che avviene intorno.
• Quelli che quasi si mettono a piangere se il commesso di un negozio li tratta male. Quelli che proprio non sopportano di fare la coda al supermercato per un’ora. anche a loro che farebbe bene leggere «Lo stress del terzo millennio. Come prendersi in giro dicendo la verità», di Paola Federici (FrancoAngeli. 9,81 euro; 37.000 lire). Contiene consigli per affrontare la vita con maggiore serenità, senza farsi prendere dallo sconforto di fronte all’imprevisto. Se scegliere il prodotto giusto al supermercato o non farvi mettere i piedi in testa dalla colf è il vostro sogno irrealizzato, provate a sfogliare i piccoli grandi aneddoti della vita quotidiana di questa guida. E scoprite il modo migliore per affrontare le situazioni con ironia.
• la storia insegna che...
Aristotele, Dante, Michelangelo, William Shakespeare, Abramo Lincoln, Winston Churchill e Charles De Gaulle... sono soltanto alcune delle grandi personalità della storia e della cultura che hanno sofferto di depressione. Si racconta che il grande compositore russo Sergej Rachmaninov (1873/1943), per vincere la depressione in cui era precipitato in seguito al fiasco della sua «Prima sinfonia», si sottopose a sedute di ipnosi da cui uscì con la partitura del secondo concerto per pianoforte e orchestra. E ancora. Il nostro Vittorio Gassman ha combattuto per tutta la vita contro la sua tendenza al «male oscuro». Ma ciò non gli ha impedito di interpretare anche celebri ruoli comici in alcuni dei più bei film del cinema italiano e internazionale.
• Depressione. I farmaci
«Vanno usati solo temporaneamente. Non eliminano le cause del problema, ma servono solo a ridurre i sintomi più fastidiosi (l’ansia forte, l’insonnia ecc.)», dice Lalli. Gli antidepressivi di prima generazione (a base di imipramina) hanno effetti positivi (comunque dopo 15-20 giorni) soprattutto nelle forme più gravi, ma possono provocare sudorazione, tachicardia, stipsi ecc. Ci sono poi i farmaci disinibenti (detti Mao), più efficaci, ma con maggiori effetti collaterali. «Oggi ci sono anche gli Ssri che hanno pochi effetti collaterali, ma anche una potenza terapeutica ridotta», aggiunge Lalli.
*SI
• Se vuoi risultati immediati, rappresentano una buona soluzione. Ricordati però che non eliminano il problema alla radice.
• Ma solo se te li prescrive il medico. Lo specialista
è l’unico in grado di capire se ne hai davvero bisogno.
*NO
• Se pensi che possano fare miracoli. In buona parte dei casi i miglioramenti arrivano da soli.
• Se devi curare un figlio troppo piccolo. Fino all’adolescenza è meglio chiedersi il motivo del suo disagio, individuarne le cause e cercare fattori capaci di risolvere tutte le difficoltà.
• Depressione. La psicoterapia
« il modo migliore per curare le depressioni reattive, distimiche e mascherate», spiega Nicola Lalli. Esistono varie forme di psicoterapia, ma la più indicata in questi casi è la psicodinamica che tende a evidenziare i conflitti alla base del malessere e, quindi, a risolverli. «La durata media di un ciclo è di un anno e mezzo o due. Consiste in alcune sedute, in media una alla settimana, durante le quali viene analizzato il carattere del paziente e il suo modo di porsi nei confronti degli altri. Con il tempo si instaura un rapporto stretto tra psicoterapeuta e paziente, che diventa il fulcro della terapia. L’importante, però, è che chi sceglie di sottoporsi a questo trattamento sia davvero motivato».
*SI
• Se hai davvero voglia di aprirti, o almeno fare uno sforzo
per parlare con qualcuno dei tuoi problemi.
• Se vuoi avere una chance concreta di uscirne una volta per tutte.
*NO
• Se vai di fretta. I risultati arrivano sempre, ma prima di vederli dovrai aspettare un po’.
• Se hai paura di scoprirne le cause. Prima di cominciare questa terapia, devi
essere davvero convinta di voler affrontare il problema alla radice.
• Depressione. A tavola
Il cattivo umore si combatte anche a tavola. «Ci sono degli alimenti che stimolano i neurotrasmettitori, cioè gli impulsi cerebrali responsabili dell’umore», dice Rosalba Mattei, docente di Scienze dell’alimentazione presso l’Università di Siena. «La cioccolata, ad esempio, contiene la feniletilammina, sostanza che dà una sensazione di euforia, serenità e benessere. Va bene anche il caffè, ma non più di tre al giorno: potrebbe accelerare il battito cardiaco».
*SI
• Se vuoi tirarti su, mangia spinaci, ananas e carni rosse. Contengono noradrenalina e stimolano l’attività cerebrale.
• Se vuoi fare sogni d’oro, sì a zucca, latticini, cereali integrali, patate
e banane, specie la sera. Aiutano a rilassarsi.
*NO
• Se sei spesso agitata, non unire caffè, tè e altre bevande che contengono sostanze eccitanti (come caffeina e teina).
• Se sei golosa, ricorda di non esagerare con i dolci: ti fanno sentire meglio, ma a lungo andare la linea ne risente. E arrivano altri problemi.
• I Rimedi naturali contro la depressione
Alcune delle armi per combattere il «male oscuro» si trovano direttamente in natura. «I colori che indossiamo e di cui ci circondiamo possono fare molto», dice Loreta Terra, naturopata di Milano. «Un adolescente depresso migliora molto il suo umore se indossa il turchese (che rasserena e dispone bene) e arreda la sua camera da letto sui toni del giallo e dell’arancio (che stimolano la comunicazione e rendono più reattivi). Superata l’adolescenza, la stanza in cui si dorme dovrebbe assumere i toni del verde e del celeste cielo. Sul comodino, poi, sarebbe bene mettere un pezzetto di radice di ametista, una pietra che ha la proprietà di allontanare la negatività sia dall’ambiente sia dall’animo di chi ci vive».
*SI
• Se vuoi dormire più serena, metti sotto il cuscino un cristallo bianco. Aiuta, a tutte le età, a rilassarsi e a organizzare meglio i pensieri.
• Se vuoi tenere lontana la malinconia, porta con te quarzo rosa e ametista. Nelle donne, aumentano la capacità di reagire alla tristezza.
*NO
• Se tuo figlio è aggressivo, elimina ogni cosa colorata di rosso
dalla sua camera da letto.
• Se hai superato i 50 anni, blu cobalto e viola vanno evitati. Il rischio è di associarli ai colori tipici del lutto. Meglio tinte tenui, per esempio il rosa e l’azzurro cielo.
• Lo stile di vita
«La depressione è un problema serio che può essere risolto anche modificando alcune delle proprie abitudini quotidiane», dice Petruccelli. «Allenando corpo e mente. Quando si è giù di corda, si cede alla tentazione di subire le informazioni e gli eventi che vengono dall’esterno. Bisogna invece sviluppare e coltivare il più possibile il proprio senso critico leggendo libri, giornali e confrontandosi con gli altri. E anche facendo dello sport: non solo perché vedervi in forma vi farà star meglio, ma anche perché ridurrete il rischio di impigrirvi».
*SI
• Se vuoi rilassarti, passeggia mezz’ora al giorno come se te lo avesse prescritto il tuo medico.
• Se cerchi stimoli, vai al cinema, a teatro, alle mostre. Arricchirai il tuo bagaglio personale e ti divertirai.
*NO
• Se non provi più interesse per le cose di tutti i giorni, cerca di ridurre il più possibile quelle che fai solo per dovere e sforzati di farle in modo diverso.
• Se tendi a star sola, sforzati di creare occasioni fisse che ti obblighino spesso a stare tra la gente.