Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 30 ottobre 2001
Il peperoncino è un toccasana per il cuore
• Il peperoncino è un toccasana per il cuore. Preparare pietanze piccanti rende un servizio al palato, ma anche al cuore. Il peperoncino è un ottimo «spazzino» delle arterie. Nelle giuste dosi, circa 10 g al giorno, aiuta ad abbassare il livello di colesterolo nel sangue e agisce come vasodilatatore. Ma non è tutto. Se abbinato all’aglio (come d’altronde prevede la tradizione mediterranea) il suo effetto salutare è amplificato: il rischio di infarto si riduce ancor di più (consulenza del prof. Antonino De Lorenzo, docente di Fisiologia della nutrizione all’università Tor Vergata di Roma).
• Il peperoncino non può essere mangiato da adulti e bambini. In linea di massima, bambini e ragazzi fino a 13 anni dovrebbero evitarlo. sconsigliato anche a chi soffre di cistiti, acidità di stomaco e disturbi al colon. Gli effetti, comunque, dipendono dal metabolismo individuale: per qualsiasi dubbio è sempre bene rivolgersi ad un nutrizionista. Attenzione inoltre a non sfregarlo troppo sulla pelle: può provocare ulcere e vesciche (consulenza del prof. Antonino De Lorenzo, docente di Fisiologia della nutrizione all’università Tor Vergata di Roma).
• Il peperoncino non è un afrodisiaco. Non esistono, in assoluto, cibi afrodisiaci. In generale, piuttosto, si può dire che un regime alimentare equilibrato porta a un metabolismo efficiente e, quindi, a una vita sessuale appagante (consulenza del prof. Antonino De Lorenzo, docente di Fisiologia della nutrizione all’università Tor Vergata di Roma).
• Il peperoncino non è una spezia simile al pepe. Contrariamente a quello che molti pensano, non esiste nessuna «parentela» tra pepe e peperoncino, a partire dalla specie di appartenenza: il primo è della famiglia delle Piperacee e il secondo delle Solanacee. In comune, dunque, non hanno altro che un’assonanza linguistica. sbagliato, quindi, attribuire al peperoncino le proprietà negative del pepe, che irrita l’apparato digerente e l’intestino (ed è quindi fortemente sconsigliato a chi soffre di ulcera e gastrite) (consulenza del prof. Antonino De Lorenzo, docente di Fisiologia della nutrizione all’università Tor Vergata di Roma).
• Non sei costretta a rinunciare al peperoncino anche se soffri di emorroidi
Eliminarlo per paura di spiacevoli conseguenze è un errore. L’Accademia medica francese già dal 1857 ne riconosceva addirittura la validità curativa contro le emorroidi. L’unica controindicazione riguarda soltanto la fase acuta del disturbo, durante la quale è sconsigliabile; una volta passata il peperoncino aiuta i vasi sanguigni a mantenersi tonici.
• Devi evitare il peperoncino se stai allattando. La capsaicina, cioè la sostanza che determina il sapore pungente del peperoncino, può passare nel latte e provocare disturbi alle terminazioni nervose del bambino (consulenza del prof. Antonino De Lorenzo, docente di Fisiologia della nutrizione all’università Tor Vergata di Roma).
• La pelle a buccia d’arancia, ad esempio, può essere combattuta (almeno in parte) con il peperoncino, sia attraverso i cibi sia sotto forma di maschere da applicare. Non solo: è utile anche per mantenere la linea. Anche perché la capsaicina contenuta nel peperoncino accentua il consumo di calorie. Un regime alimentare ricco di piatti piccanti ne brucia il 15-20% in più rispetto alla classica dieta in bianco.
• Le proprietà curative e disintossicanti del peperoncino erano conosciute già nell’antichità. Le popolazioni indigene del Messico, 7.000 anni fa, utilizzavano le bacche di quello selvatico per disinfettare le ferite e prevenire le malattie broncopolmonari.
• Il peperoncino è arrivato in Europa grazie a Diego Alvarez Chanca di Siviglia, un medico che partecipò alla seconda spedizione di Cristoforo Colombo. Al ritorno dal viaggio portò con sé piante di tabacco, pomodoro e peperoncino.
• Il peperoncino più piccante del mondo è l’habanero usato anche dalla popolazione Maya dello Yucatan. Il più piccolo (come una testa di spillo) è l’ulupica, originario della Bolivia e concimato con guano di uccelli.
• Nel 1500, la Chiesa si oppose al consumo di peperoncino: i supposti effetti eccitanti di questa pianta venivano attribuiti a forze demoniache.
• Fu Szent Gyorgyl, medico ungherese, a scoprire la vitamina C all’interno del peperoncino. Grazie ai suoi studi, nel 1937 Walter Haworth vinse il Nobel per la chimica.
• Francesco Vecchio, campione italiano di mangiatori di peperoncino nel 2000: ha conquistato il titolo nazionale mangiandone 840 g in mezz’ora.