Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Verità - ”Il modo migliore per accertare la verità è convocare una conferenza stampa” (M
• Verità. ”Il modo migliore per accertare la verità è convocare una conferenza stampa” (M.I. Kollons).
• Infermieri. Gli infermieri degli ospedali arrotondano lo stipendio in due modi: 1) dando per tempo ai padroni delle pompe funebri indirizzo e telefono di chi sta per morire; 2) dando per tempo ai giornali le notizie relative ai personaggi famosi ricoverati.
• Il progresso. A Lione esistono infermieri e giornalisti. C’è pure un giornale locale, si chiama ”Le progrés de Lyon”. Non è un giornale qualunque: appartiene al gruppo Hersant. Come in tutti i giornali locali di tutto il mondo, è fortissimo soprattutto sulla cronaca. Come tutti i giornali locali di tutto il mondo, ha informatori negli ospedali (che a informare ci guadagnano).
• Ferragosto. Il giorno di Ferragosto (gli aereoporti sono deserti) sbarca a Lione Moana Pozzi, malata. Viene ricoverata in un ospedale. Nessuno avverte ”Le progrès”. Resta in cura in questo ospedale un mese. Per un mese gli infermieri restano zitti. Muore. Niente, gli infermieri continuano a tacere. ”Le progrès de Lyon”, che aveva lo scoop sotto casa, deve rassegnarsi a uscire con la notizia lo stesso giorno di tutti gli altri quotidiani del mondo. Grosso titolo, poche informazioni. Il giornale non sa neanche dire in quale ospedale della sua città Moana fosse ricoverata. Gli infermieri, una volta tanto, hanno tenuto bene il segreto.
• Ospedale. Ma poi in che ospedale è morta? Alberto Toscano, del "Giornale", li ha girati tutti e scrive che il mistero è impenetrabile: Moana non risulta ricoverata da nessuna parte. C’è l’ospedale Edouard Herriot, specializzato nel cancro. Toscano ci va e gli dicono che lì non compare nessuno con il nome di Moana Pozzi: nè adesso nè nelle ultime settimane”. Possibile? ”Avrà dato un nome falso”. Il cognome "Pozzi" non c’è mai negli archivi? ”Sì, risulta solo nel corso di alcune analisi precedenti”.
• Ansa. La notizia è arrivata ai giornali tramite l’Ansa. Il redattore capo di turno all’Ansa sabato pomeriggio 17 settembre era Annibale Paloscia.
Come hai saputo di Moana?
’Mi ha telefonato un amico”.
Si può sapere chi è?
’Eh no, è riservato”.
Riscontri?
’Con la famiglia. Che ha confermato”.
Qualche comunicato da parte di qualche ospedale, un qualunque bollettino...?
’No, niente”.
• Funerali non ce ne sono stati, e si capisce: i giornalisti avrebbero fatto ressa per fotografare la mamma e il papà di Moana, mamma e papà che nessuno ha mai visto nè fotografato nè intervistato. Qualcuno sapeva prima del 15 settembre il nome e il cognome dei Pozzi? No, nessuno. La madre annuncia che non c’è funerale, ma cremazione. Aggiunge: Moana è stata cremata due giorni fa, per evitare pettegolezzi.
• Domande. La madre fino ad oggi riservatissima e come vergognosa della figlia, accetta all’improvviso (invece) di parlare con i giornalisti. Li riceve letteralmente tutti, senza eccezioni, e tutti i giornali il giorno dopo pubblicano l’intervista con l’aria che sia esclusiva. Ma non è esclusiva: si tratta invece di una vera e propria conferenza stampa, in cui vengono dati a tutti le stesse risposte. Del resto, i giornalisti fanno tutti le stesse domande.
• Foto. Alla conferenza stampa non sono ammessi fotografi: non compaiono infatti immagini della signora, che, apprendiamo, si chiama Rosanna Aloisio. Il padre di Moana, assente, si chiama Alfredo. I giornali escono senza foto della mamma (tanto ci sono quelle di Moana). "La Stampa" pubblica un"immagine di vent’anni fa.
• Anna. Ma poi Moana si chiamava Moana? Dalla mamma i cronisti apprendono che il suo vero nome era Anna. Secondo altre versioni aveva due nomi: Moana Anna o Anna Moana. Secondo altre versioni i nomi erano tre o quattro e, tra questi, Anna e Moana.
• Ceneri. I giornalisti avrebbero voluto vedere l’urna con le ceneri, ma la signora Aloisio li disillude subito: ”Abbiamo detto che era già stata cremata, perchè volevamo tenere lontani i giornalisti. Non c’è bisogno di spiegare. La cremazione, in realtà, avviene stamattina”. Quanto all’eredità, non viene specificato quale istituto riceverà i denari per la lotta contro il cancro.
• Cremazione. Ottavio Rossani, l’inviato del "Corriere della Sera", racconta di aver visto il documento che autorizza la cremazione: gliel’ha mostrato un impiegato del cimitero Hôtel de Dieu. Vi compare il nome "Anna Pozzi". Non è chiaro quando la cerimonia debba avvenire o se sia già avvenuta. A nessuno, in ogni caso, è permesso di vedere la bara.
• Fratello. Telefoniamo a casa di Moana. Pronto, c’è la signora Aloisio? ”No, la mamma è uscita per compere. Partiamo oggi”. Lei chi è? ”Sono suo figlio, Simone, di 15 anni”. Ah, il fratello di Moana. ”Già”. E come mai quest’accento francese? ”Sono nato in Francia”. In Francia dove? ”A Lione. Sono stato a Lione 11 undici anni. Mio padre era ingegnere al Superphoenix”. Sa in che ospedale era ricoverata sua sorella? ”No, non lo so. La mamma non me l’ha detto”. Ha visto Moana in questo mese? ”No, la mamma non ha voluto”. Le ceneri quando dovrebbero arrivare? ”Forse oggi. Non so”. Gran donna, Moana, eh? ”Sì. Gran donna davvero”.