Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 18 novembre 2005
Biografia di Platinette
• Tango. La mamma, di nome Bianca, faceva la capo operaia ("non sindacalizzata") in un’azienda di conserve di pomodoro. Quasi ragazzina e appassionata di danza, la notte usciva di casa di nascosto pur di andare a ballare. S’innamorò del futuro marito, Ugo, ballando un tango nella balera tra Langhirano e Felino, Parma.
• Esaurimento. Il padre Ugo, "uno dei soldati più sfigati della storia dell’Esercito Italiano perché si era fatto tutto: l’Albania, la Grecia, poi il resto della guerra mondiale, con tanto di deportazione in Germania e di rientro in Italia a piedi durato qualcosa come un mese e mezzo". Depresso e violento, nel 1955 cominciò a curare l’esaurimento nervoso con gli elettroshock.
• Modella. La sorella Maura, venuta al mondo quando ancora i suoi genitori non erano sposati, "ipocondriaca e salutista fino all’eccesso", alta, mora, per venti anni ha fatto la modella: "Come dire... siamo due gocce d’acqua".
• K miei genitori non mi hanno mai spiegato perché io e Maura ci chiamassimo allo stesso modo. Mia sorella mi ha sempre detto che era stata lei a scegliere il mio nome (che in realtà è Maurizio). Io penso invece che, avendo già il corredino con le iniziali C.M. ricamate, abbiano giudicato più pratico e meno dispendioso darmi quel nome anziché tirarne fuori altri".
• Manubrio. Un incidente capitatogli da piccolo: sedeva sul seggiolino attaccato al manubrio della bici della mamma, all’interno di un parco nella sua città, Parma. Allora le auto potevano entrare nei giardini pubblici e furono investiti da una macchina: lui ne ebbe una commozione cerebrale. Negli anni successivi, una collega della madre ogni volta che lo vedeva: "Bianca, tuo figlio è diventato intelligente perché ha preso quella botta lì...".
• Ciao. Le prime esperienze omosessuali: "Siamo nei primissimi anni ’70. Per me era l’estate dopo la terza media, prima del passaggio alle scuole superiori. Io tenevo il motorino, il Ciao della Piaggio, mentre Roberto, detta la Bambi, batteva in strada. Se ne andava a infrattarsi chissà dove, con chissà chi. Una pazza vera questa qua, meravigliosa ma pazza".
• Passaggi. "Preferisco lavorare con le donne e, se posso scegliere la compagnia per una cena – capita raramente -, chiamo delle amiche: adoro osservarle mentre parlano del nulla e in quel modo che solo loro sanno fare, quel passaggio discorsivo dall’ultima maglia di Dolce & Gabbana al libro della non so chi. E’ un mondo meraviglioso che gli uomini si sognano".
• Duplex. I pessimi rapporti con la sorella, che non sopportava la sua omosessualità. Nei primi anni Novanta abitavano in due appartamenti di un palazzo e per risparmiare avevano il telefono in duplex, con lo stesso numero, cui potevano rispondere entrambi. Una volta telefonò un certo Antonio, da Caserta: "Lui cercava me e mia sorella prese la chiamata. Il casertano disse: ”Maura!”. Intendendo me, e lei rispose di essere Maura. Ma Antonio voleva me e mi chiamava al femminile. Be’ lui colse il fraintendimento al balzo e si mise a farle una corte spudorata al telefono: ”Dài, come mi faccio tuo fratello mi faccio pure te”. Mia sorella andò in paranoia e non mi rivolse la parola per un bel po’".
• Edicola. Ragazzino scendeva dalla parrucchiera sotto casa, Graziella, per rubare le riviste. Certe volte rubava anche i fumetti in edicola: non gli è mai piaciuto Tex, molto meglio Diabolik ("lo consideravo più fine, poi mi piaceva sfogliare i Gente, gli Oggi e soprattutto L’Europeo").
• Pizza. Studente delle medie, dopo la fine della scuola, d’estate, faceva il garzone dal fruttivendolo sotto casa sua. Dopo la terza media, la mamma gli trovò lavoro come ragazzo tuttofare per l’Unione Industriali di Parma. Quello che guadagnava lo spendeva tutto in dischi. Il primo album che acquistò: Aretha Franklin: Live! (1969), pagato 1.800 lire. Il primo 45 giri: Come ti vorrei, di Iva Zanicchi. Dopo la musica, le maggiori spese erano per la pizza e la Coca-Cola: "Con duecentocinquanta lire ti portavi via un trancio di pizza oleosa e una bottiglietta".
• Maggiolone. Magrissimo fin da bambino, "col petto da pollo", ingrassò di cinquanta chili quando il suo primo grande amore di nome Marco lo lasciò: "Dopo la lunga assenza per il militare torna a Parma e si compre un vecchio Maggiolone Volkswagen. Anche se non corre più buon sangue, decidiamo di vederci e di fare un giro. Non passa neanche il tempo di salire e cominciamo a litigare in maniera furibonda. Lui, alla guida, mi fa passare davanti il suo lunghissimo braccio destro, apre la mia portiera e, via, mi spinge fuori dall’auto in corsa".
• Corazza. Ha pensato più volte di mettersi a dieta: "Poi però ho capito che una corazza così evidente mette al riparo da quel famoso gioco delle seduzioni di cui ho il terrore".
• Dialoghi. "A letto non tollero i dialoghi. Sono sempre grotteschi. Che devi dire? Due uomini, poi, cos’hanno da aggiungere?"