Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 2 luglio 2005
Dresda
• Elbflorenz. ”Firenze sull’Elba”, ovvero Dresda nelle guide turistiche e nei discorsi ufficiali. L’espressione fu coniata all’inizio del XIX secolo dallo scrittore Johann Gottfried Herder, amico di Goethe: "Grazie ai suoi tesori culturali Dresda è diventata la Firenze tedesca".
• Primati. Importante polo industriale della Germania, Dresda vantava alcuni primati: vi fu inventato il reggiseno (nel 1889, da Christine Hardt) e fu la prima in Europa ad avviare la produzione industriale delle sigarette (prima a mano e poi a macchina), del filtro per fare il caffè, delle bustine di the, del dentifricio in tubetto Chlorodont e del profilattico in lattice.
• RAF. Royal Air Force, la forza aerea indipendente creata nel giugno 1918 in Gran Bretagna. Il ministro dell’Aviazione britannica William Weir, rivolgendosi al comando: "Se fossi in voi non sarei troppo esigente riguardo al livello di accuratezza con cui bombardiamo le stazioni del centro della città. Il tedesco è sanguinario e non mi preoccuperei di qualche incidente dovuto all’imprecisione".
• Nickel. Nome in codice di un’operazione eseguita dalla Raf all’inizio della Seconda guerra mondiale. Consisteva nel lanciare dagli aerei grandi quantità di materiale di propaganda sulle province occidentali della Germania. I pacchetti contenevano circa 1.500 volantini ciascuno, a loro volta uniti in pacchi da dodici, legati con uno spago. Giunto sopra l’obiettivo, un membro dell’equipaggio tagliava lo spago e lanciava i vari pacchi attraverso i portelli di sgancio delle bombe. Una volta fuori, il flusso d’aria mossa dalle eliche liberava i volantini facendoli cadere su un’area ampia.
• Window. Sistema adottato dall’aviazione anglo-americana per disturbare i radar tedeschi: migliaia di striscioline di carta stagnola rilasciate nel cielo apparivano sugli schermi dei radar come una flotta di bombardieri, mentre i velivoli veri si dirigevano verso altri obiettivi.
• Area-bombing. ”Bombardamento indiscriminato a zona”, principio formulato il 14 febbraio 1942 dal ministero dell’Aeronautica britannica nella direttiva rivolta al Bomber Command: da questo momento la Raf e la forza di bombardieri pesanti non avrebbe più condotto attacchi di precisione, ma su intere città o zone di città.
• Berlino. Gli equipaggi britannici che bombardarono Berlino tra l’agosto 1943 e il marzo 1944 e colpiti dalle contraeree tedesche: 625 velivoli (il 5,8 per cento della flotta), 2.690 morti e 1.000 prigionieri (contro più di diecimila tedeschi uccisi in città).
• Cartine. Dal foglio informativo allegato alle carte segnate per zone distribuite all’equipaggio del Bomber Command prima del bombardamento di Dresda: "Dresda è il centro storico della Sassonia, la sua attuale capitale amministrativa e un centro industriale di notevole importanza. una delle più belle città residenziali della Germania".
• Inizio. Data decisa per il bombardamento di Dresda, la notte del martedì grasso, tra il 13 e 14 febbraio 1945, col cielo coperto di nubi. Le operazioni di bombardamento iniziarono alle 22.03: i Lancaster dell’83° squadrone, tagliando ripetutamente in diagonale la città, sganciarono bengala verdi (cosiddetti ”alberi di Natale”) per delineare l’area cittadina, mentre i razzi bianchi al magnesio illuminavano il terreno e quelli rossi marcavano l’obiettivo prescelto (il primo, lo stadio Dresden Sport Club). Queste operazioni confermarono che Dresda non era munita di difesa antiaerea.
• Tally-ho! Tecnica adottata per l’ondata iniziale di attacchi, il bombardamento a settori: l’obiettivo era segnalato come bersaglio e a ciascun aereo erano assegnati un approccio differente e tempi diversi per colpirlo. Lo scopo, assicurare una densità costante e devastatrice di bombe su un settore. Il pilota di turno a cui toccava colpire, gridava al microfono Tally-ho!, tipico del lessico venatorio, per evitare che il marcatore successivo entrasse in azione prima del tempo.
• Embrioni. William Stewart, mitragliere, partito alle otto del 13 febbraio col suo squadrone che aveva base a Podington sulle pianure al confine tra il Northamptonshire e il Bedfordshire, ricordando il momento del decollo, scrisse di essersi rannicchiato nella sua postazione "come un embrione nel suo uovo".
• Cartoline. Una donna sopravvissuta al bombardamento con la madre e un figlio, il 15 febbraio scrisse una cartolina alla figli: "Noi tre tutti vivi. La città non c’è più".
• Vittime. Il numero di vittime del raid su Dresda oscilla tra venticinquemila e quarantacinquemila. La difficoltà di conteggio derivò anche dalla circostanza che la città era punto di arrivo dei profughi tedeschi che fuggivano dai territori a est nel frattempo occupati dai russi.