Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  febbraio 26 Sabato calendario

Il giornalista quasi perfetto

• Necrologi. "Fare del giornalismo significa essenzialmente dire ”Lord Jones è morto” a persone che ne ignoravano l’esistenza" (Gilbert K. Chersterton).
• Bufale. Tutto cominciò con l’apparizione di tale G. Clifford Prout jr in un popolare programma della Nbc, anno 1959: il sedicente ricco ereditiere aveva investito cospicua parte dei lasciti del padre per fondare l’Associazione contro l’indecenza degli animali nudi, con lo scopo di combattere la piaga sociale della nudità degli animali (ma solo di quelli alti più di dieci centimetri). All’appello televisivo seguirono perfino dei picchetti davanti alla Casa Bianca e lunghissimi servizi di cronaca giornalistica, finché l’ufficio delle imposte, verificato il mancato pagamento delle tasse da parte di Prout, non dispose una perquisizione negli uffici dell’Associazione, scoprendo che non esisteva. In realtà Prout era l’attore Buck Henry, al tempo disoccupato, pagato per interpretare la parte dell’ereditiere puritano da un Alan Abel, che per divertirsi aveva finanziato anche le manifestazioni davanti alla Casa Bianca.
• Errori. Tra gli errori rimasti alla storia del giornalismo, quello del Baltimore-Evening Sun, che il 15 aprile 1912 intitolò l’apertura: ”Tutti salvi i passeggeri del Titanic”. Non da meno il Chicago Daily Tribune, che il 3 novembre 1948 scrisse in prima pagina ”Dewey sconfigge Truman” (anziché il contrario). Non così grave l’errore in cui era incorso nel 1791 l’Observer di Londra dando la notizia della morte di Mozart, eppure quando il giornale se accorse, quasi duecento anni dopo (ovvero all’inizio del 1991), volle rettificare e a scusarsi coi lettori: il compositore non era morto il 5, ma il 3 dicembre .
• Cinismo. Negli Stati Uniti, dove la comunicazione ufficiale dei nomi delle vittime di disastri o delitti non è controllata come in Europa, capita che i parenti lo vengano a sapere dai cronisti. Accadde a una madre a cui avevano ucciso la figlia, intervistata dal cronista Wain Sutton, del Los Angeles Examiner, che per spremere più notizie possibile, la contattò inventandosi che la figlia aveva vinto un concorso di bellezza a Camp Roberts e solo alla fine le disse che in realtà era morta ammazzata.
• Nobel. Nel 1888 Alfred Nobel lasciò il suo patrimonio alla fondazione del Premio Nobel revocando il testamento già redatto. La decisione dopo aver letto la notizia della sua morte su un giornale francese che lo definiva ”mercante di morte” (in realtà era morto il fratello maggiore, Ludwig Nobel, ma il giornalista francese aveva avuto una svista leggendo il comunicato con la notizia corretta).
• Domande. Quelle da fare in un’intervista a un personaggio famoso elencate da Jeremy Martin nel Compuserve’s Journalism Forum: Qual è il suo primo ricordo? Qual è stato il miglior consiglio che suo padre/ sua madre le abbia mai dato? Qual è stata la sua prima macchina? Che cosa fa quando è nervoso? Ha qualche comportamento irrefrenabile? Qual è la sua peggior abitudine? Quante ore dorme a notte? Che cosa fa se si sveglia la notte e non riesce ad addormentarsi? Le piace il Natale?
• Spin doctor. Responsabile di pubbliche relazioni e immagine per lo più dei politici (in origine era solo un addetto alla campagna elettorale col compito di interloquire coi giornalisti dopo un sondaggio o una conferenza del candidato e dare un’interpretazione favorevole al partito). Tra i trucchi del suo mestiere, quando prevede una brutta notizia, convoca i giornalisti e annuncia un esito ancora più disastroso, così, quando arrivano i risultati reali, può dichiarare che è stato un trionfo.
• Timori. "Quattro giornali ostili sono da temere più di mille baionette" (Napoleone Bonaparte).
• Giornalisti/1. "Se vedi centinaia o migliaia di persone normali che cercano di scappare da un posto, mentre un manipolo di pazzi cerca di entrarci, non c’è dubbio: sono giornalisti" (H. R. Knickerbocker).
• Giornalisti/ 2. "Il fatto stesso che un uomo lavori come cronista per un giornale dimostra che c’è una magagna nel suo carattere" (Lyndon B. Johnson).
• Hearst. Quando Quarto potere fu finito di girare, William Randolph Hearst, il magnate dell’editoria a cui era ispirato il film, dopo aver offerto invano soldi alla casa di produzione perché distruggesse la pellicola e bloccasse la distribuzione, sguinzagliò la responsabile di una sua rubrica di pettegolezzi, Louella Parson, tra i dirigenti dello studio con questo messaggio: "Ragazzi, il signor Hearst vi avverte che se volete avere una vita privata, ve la darà lui".
• Incendi. "Quando arriva la chiamata nel cuore della notte, un pompiere non deve far altro che infilarsi i pantaloni e andare a spegnere le fiamme. Un corrispondente deve dire a un milione di persone chi ha acceso il fiammifero e perché" (Mort Rosenblum).
• Truismi. "I giornalisti fanno domande stupide: guardano il sole e ti chiedono se sta brillando" (Sonny Liston).