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 2004  dicembre 18 Sabato calendario

Dizionario universale del Natale

• World Cup. La gara svoltasi a Drammen, in Norvegia, nel 1994, la Santa Claus World Cup: trenta Babbo Natale provenienti da tutto il mondo si sono sfidati in arrampicate su tetti e steccati, discesa dal camino e canti natalizi. I giudici erano otto ragazzi vestiti da folletti.
• Jouluppuki. Fino all’inizio del XX secolo i finlandesi avevano una loro versione del portatore di doni natalizio: Jouluppuki (Yule Buck, la capra di Natale), una figura rozza e spaventosa che terrorizzava i bambini per spingerli a comportarsi bene, più incline a chiedere che a ricevere doni. Negli anni Venti Markus Rautio, popolare speaker della radio finlandese, fece di tutto per diffondere il personaggio di Babbo Natale e la credenza che questi abitasse in Finlandia (il suo negozio, con tanto di moglie e elfi, sarebbe sul Monte Ear). La leggenda è stata diffusa talmente bene che ormai in Finlandia arrivano oltre un milione di lettere l’anno indirizzate a Santa Claus e nei pressi del Circolo Artico è stato costruito un complesso di Babbo Natale, che ospita un’università di Babbo Natale e un parco divertimenti al coperto.
• Schmutzli. In Svizzera è il compagno di San Nicola (il portatore di doni elvetico): porta un sacco in cui minaccia di infilare i bambini cattivi.
• Maracanà. Manifestazione durante le feste di Natale in Brasile: l’arrivo di Papai Noel (Babbo Natale) nello stadio Maracanà di Rio de Janeiro, accolto da migliaia di bambini che si uniscono a lui nei canti di Natale. Nonostante il caldo tropicale dell’estate brasiliana, Papai Noel è addobbato esattamente come il Babbo Natale della tradizione nordica: vestito rosso, stivali neri e bordi in pelliccia.
• Tamburi. L’inizio delle feste natalizie in Honduras: un ballerino mascherato, il Warini, va per le case ad annunciare l’arrivo del Natale accompagnato da cantanti e suonatori di tamburi.
• Novena. In Sicilia la nascita di Gesù veniva annunciata dalla ninnaredda, un canto ripetuto per i nove giorni che precedevano il Natale (detto per questo anche ”novena”). Due suonatori con violino e triangolo (azzarinu) giravano per le case a fare la ninnaredda, se questa veniva accettata dai proprietari, il suonatore del triangolo faceva un segno col carbone vicino allo stipite. Tra il 23 e il 24 dicembre i ninnareddi passavano a riscuotere il compenso nelle case segnate.
• Divieti. L’abitudine americana di legiferare sul Natale. Nel 1541 furono proibite tutte le attività agonistiche ad eccezione del tiro con l’arco, cui vennero poi aggiunti salto e volteggio. Una legge del 1551 rese obbligatoria la partecipazione alla messa nel "Giorno della natività di Nostro Signore", e impose a tutti di andare e tornare dalla chiesa a piedi e non a cavallo. Nel 1625 si stabilì che era vietata "qualsiasi riunione, assemblea o raduno di persone al di fuori della parrocchia per assistere a qualsiasi attività sportiva o passatempo". Nel 1646 furono bandite le cene di Natale con più di tre portate e "gli abominevoli e idolatri" mince pie e pudding di Natale. Una legge del 1667 obbligò tutti a non lavorare. Nel 1831, invece, fu vietata qualunque attività venatoria e nel 1906 limitati gli scambi di regali di Natale per i dipendenti pubblici (motivo: una migliore prevenzione della corruzione).
• La dodicesima notte. Se si conta a partire da Natale è quella del 5 gennaio, vigilia dell’Epifania. Fino al XIX secolo in Inghilterra era dedicata all’allegria e al divertimento. Caratteristiche erano le maschere, i travestimenti, le danze e il gioco d’azzardo; l’ordine costituito veniva rovesciato e si eleggeva anche un re che sovrintendesse al disordine.
• Nollaig na mBan. Il Natale delle donne, in Irlanda è il 6 gennaio, come il 25 dicembre è Nollaig na bhFear, il Natale degli uomini. In alcuni paesi per l’Epifania si usava servire quello che era considerato il cibo preferito dalle donne, un ottimo tè con dolci e panini. In altri semplicemente il 6 gennaio le signore riposavano, mentre i maschi sbrigavano le faccende domestiche.
• Haulkin. L’enorme salsiccia che a Natale veniva portata nelle case inglesi durante il XVIII secolo.
• Mangiatoia. Il fieno santo, un’erba della famiglia delle leguminose il cui nome deriva dal francese sainfoin. Leggenda vuole che la pianta, chiamata anche ³trifoglio santo², abbia rivestito la mangiatoia di Betlemme.
• Pino. Leggenda nordica sull’origine dell’albero di Natale: nel 720 il missionario San Bonifacio, incontrati i pagani germanici, per sancirne la conversione abbatté la mitica Quercia di Thor a Geismar e indicò al popolo tedesco come nuovo simbolo a cui guardare un giovane pino, verde anche in inverno.
• Papa Liborio. Il Pontefice che nel 354 fissò la data ufficiale del Natale al 25 dicembre.