Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 1 novembre 1999
Nella notte tra domenica 24 e lunedì 25 Bettino Craxi è stato ricoverato d’urgenza in una clinica di Hammamet per gravi problemi cardiorespiratori
• Nella notte tra domenica 24 e lunedì 25 Bettino Craxi è stato ricoverato d’urgenza in una clinica di Hammamet per gravi problemi cardiorespiratori. In serata è stato trasferito all’Hopital Militaire Principal di Tunisi. Oltre al diabete che lo tormenta da anni e ai disturbi cardiaci che insorgono soprattutto durante l’estate, a Craxi è stata diagnosticata un’infezione al fegato, per ora di origine sconosciuta.
• Sospensione della pena per ragioni umanitarie. Appresa la notizia del ricovero, il senatore del Ccd Maurizio Ronconi ha proposto di garantire a Craxi la possibilità di curarsi in Italia senza rischio, previo un salvacondotto diplomatico. Tutte le altre forze politiche (eccetto la Lega) sono d’accordo su una sospensione della pena per ragioni umanitarie.
• Su Craxi pesano due condanne definitive (cinque anni e mezzo di reclusione per le tangenti pagate da Ligresti per l’affare Eni-Sai e quattro anni e mezzo per corruzione negli appalti del metrò milanese), tre procedimenti aperti (Conto Protezione, Enimont, Enel), una richiesta di estradizione. Martedì scorso è stato assolto per intervenuta prescrizione del reato dall’accusa di aver ricevuto dieci miliardi di finanziamenti da Silvio Berlusconi (conto All Iberian).
• Per Antonio Di Pietro la prescrizione per Craxi e Berlusconi è «la fossa dove s’inabisserà la primavera di Mani pulite. [...] la vittoria dei condannati in primo grado nei confronti della verità». L’ex pm accusa D’Alema di aver ingenerato un clima di «buonismo e sbracamento nei confronti di chi è stato punito per aver commesso reati e che oggi vuole trasformare le sue condizioni in atti di cui andare fieri...»: «Come è possibile che questo governo non si faccia rispettare ottenendo l’estradizione di un latitante». «Se Craxi vuole tornare da Hammamet deve fare la trafila di tutti: se ne è andato lui dall’Italia. un suo diritto farsi curare, ma è un suo dovere rispondere alla giustizia».
• Craxi potrebbe rientrare in Italia senza finire in galera presentando una richiesta di sospensione e differimento della pena per motivi di salute al tribunale di sorveglianza o al magistrato di sorveglianza (procedura d’urgenza) o una di grazia al Capo dello Stato. I suoi legali hanno presentato da tempo due ricorsi alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo per presunte violazioni della convenzione commesse durante i procedimenti che hanno portato alle due condanne definitive.
• Massimo Fini sul ”Giorno” di sabato: «Per farci l’onore di rientrare in Italia Bettino Craxi chiede, per bocca del figlio Bobo, che sia istituita una Commissione d’inchiesta su Tangentopoli. la prima volta nella pur divertente storia di un Paese barzelletta come l’Italia, che un latitante pone come condizione, per rimettere piede sul suolo patrio, che siano messi sotto processo - poiché di questo si tratta - i suoi giudici. [...] Craxi e tutta la fairy band di Tangentopoli non è stato condannato per finanziamento illecito, ma perché, col ricatto, imponeva il pizzo su ogni appalto e su ogni asta pubblica. Questo chiamasi racket, vale a dire in termini giuridici concussione e corruzione [...]».
• I soldi sottobanco li hanno presi tutti. Il procuratore della Repubblica di Milano Gerardo D’Ambrosio non è contrario al rientro di Craxi in Italia e ritiene che la via migliore sia la sospensione della pena in attesa della grazia (art. 147 c.p.): «In fondo Craxi è stato l’unico, all’inizio dell’operazione Mani Pulite ad alzarsi in Parlamento dicendo chiaramente: guardate, signori, che i soldi sottobanco qui dentro li abbiamo presi tutti. Molti in quell’aula allora si auguravano che le nostre inchieste spazzassero via Craxi senza toccare loro... Poi si è visto che aveva ragione Craxi».
• Francesco Saverio Borrelli: «Né Craxi né chiunque altro potrà mai chiedere alcun differimento di pena finché resta latitante. Perché qualunque condannato per poter chiedere alla giustizia un beneficio, deve prima mettersi a disposizione della giustizia [...] costituirsi. Ed è solo a questo punto che Craxi, come tutti i detenuti, può presentare un certificato medico e chiedere il differimento. Al termine del quale, però, non è che torna in Tunisia: va in carcere. E non mi stupisce affatto, in questo senso, che i suoi legali e la sua famiglia ci pensino dieci volte prima di compiere un simile passo».
• Da anni l’ex segretario socialista dichiara: «O rientrerò da uomo libero o rientrerò da morto». Stefania Craxi dalla Tunisia fa sapere che suo padre non è interessato a un salvacondotto medico. Il figlio Bobo lega il suo rientro in Italia all’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta sul finanziamento ai partiti nella Prima Repubblica. La proposta è stata rilanciata alla Camera da Ccd, cossighiani e socialisti democratici italiani di Enrico Boselli. Favorevoli anche Berlusconi, Fini e Ppi.
• Commissione d’inchiesta su Tangentopoli. Fautore della commissione d’inchiesta anche Antonio Di Pietro, nonostante la ferma opposizione dei suoi ex colleghi del Pool di Milano, Borrelli e D’Ambrosio: «Basta con i sospetti [...] Si aprano i cassetti. I magistrati si occupano dei fatti che hanno rilevanza penale, ma ce ne sono altri, rilevanti sul piano morale e politico. Una cosa però deve stare nero su bianco: la Commissione non può delegittimare i giudici: le sentenze non si toccano».
• Il presidente della Camera Luciano Violante invece dell’ennesima commissione propone un grande confronto in Parlamento sui capitoli più controversi della Storia nazionale (aiuti sovietici al Partito comunista, operazioni illegali per evitare governi con il Pci, sistema delle corruzioni e dei finanziamenti illegali ai partiti politici, rapporti tra mafia e politica, deviazioni degli apparati di sicurezza, ecc.) per poi consegnare tutto in mano agli storici. Contrario Ernesto Galli della Loggia: «La commissione degli storici non è una soluzione. Ogni studioso è mosso da opinioni, valori, culture politiche diverse, e offre delle ricostruzioni dei fatti, ma non ”la” verità [...] No, ci vorrebbe una cosa impossibile, l’unica però capace di funzionare: l’autodisciplina delle forze politiche, la rinuncia da parte di tutti ad usare politicamente il passato».
• «La vicenda di Craxi uomo di potere si chiude nelle corsie di un ospedale africano [...] Una volta si concesse a una intervistatrice, per una specie di autobiografia [..;] ”Ero un ragazzino molto difficile, aggressivo e turbolento”, e lo misero in collegio [...] C’era però un sacerdote che lo schiaffeggiava con una certa regolarità [...] ”Tutti quelli che mi hanno picchiato nella vita - ammoniva Bettino - li ricordo benissimo, e ci sarà sempre una maniera di regolare i conti”. [...] Sembrava che per lui il Codice penale fosse, più che altro, una questione di stato d’animo. [...] Pubblicarono una classifica di potenti: al primo posto c’era lui, proprio prima dell’Avvocato. Al terzo [...] Wojtyla. [...] Si adeguarono al nuovo corso imposto da Craxi cattedratici e scrittori, filosofi e divi del microfono, giornalisti televisivi e della carta stampata: tutti hanno bisogno di un padre. Si lamentava il vecchio compagno Giacomo Mancini: ”Non abbiamo più un segretario, ma un capo autoritario col quale è impossibile discutere”».
• Secondo un sondaggio Datamedia il 44,5 per cento degli italiani è favorevole al ritorno di Craxi in Italia.