Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Il comportamento intimo
• «Noi spesso parliamo del modo in cui parliamo o tentiamo di vedere il modo in cui vediamo, tuttavia, per qualche ragione, raramente ci occupiamo del modo in cui tocchiamo».
• Anticamente, potevano baciarsi sulla guancia, vale a dire pari altezza, solo due persone dello stesso rango. Un servitore aveva il permesso di baciare il piede del proprio signore, mentre un prigioniero doveva accontentarsi di sfiorare con le labbra la terra (cosa che possiamo ancora vedere attuata dai sudditi del re d’Etiopia). Da qui espressioni come ”mordere la polvere” o ”leccapiedi”.
• Il gesto di applaudire un cantante o un attore ha il significato simbolico di una pacca sulla spalla. Poiché non possiamo precipitarci sul palco per mostrare all’artista la nostra approvazione con un atto fisico concreto, restiamo seduti e gli indirizziamo una serie di colpetti a vuoto. Le due mani, nell’applauso, non si scontrano con eguale: una assume il ruolo della schiena dell’attore, su cui l’altra batt vigorosamente. in nove persone su dieci, la destra batte, mentre la sinistra fa la parte della schiena.
• Tra le pose con cui un maschio afferma la sua autorità, la più compiaciuta è senz’altro quella di infilare il pollice nell’ascella del panciotto. Seguono: il gesto napoleonico, le mani infilate nelle tasche laterali della giacca, le mani nelle tasche dei pantaloni. Quanto più in alto si stabilisce il contatto con l’indumento, tanto più la posa, ricordando il movimento di un braccio che si alza per colpire, risulta aggressiva e autoritaria. Attualmente, la posa dei pollici infilati nelle ascelle è quasi una caricatura dell’auto-affermazione, perciò è più probabile che un maschio dominante, in un luogo pubblico, tenga le mani nella tasca della giacca.
• Tra i primati, il sorriso dell’infante umano è un fenomeno unico. I piccoli delle scimmie non sorridono: non ne hanno bisogno perché mantenere il contatto con la madre gli basta aggrapparsi alla sua pelliccia. Il bambino, non avendo la forza per fare altrettanto, deve in qualche modo rendersi gradito alla madre: la specie, nella sua evoluzione, ha risolto il problema con il sorriso.
• L’uomo è anche l’unico primate che piange lacrimando. Le lacrime avrebbero lo scopo principale di incoraggiare l’intimità tra madre e figlio: quando il piccolo piange, lei gli asciuga gli occhi, stabilendo un contatto fisico che subito lo tranquilizza.
• Abitudine di molti carnivori di fare l’amore con la compagna stringendo la sua nuca tra le fauci, come per impedirgli di fuggire. Questa pratica, apparentemente selvaggia, sarebbe l’equivalente del nostro abbraccio materno. Molti carnivori trasportano i loro cuccioli stringendoli delicatamente tra i denti, senza ferirli. Il maschio tratta la femmina allo stesso modo: se lei è sessualmente disponibile, abbandonaIl morso è molto inibito e i denti non feriscono la femmina. Molti genitori delle specie carnivore tarsportano i cuccioli da un luogo all’altro in questo modo: il maschio tratta la femmina come un cucciolo o un gattino e se lei è sessualmente sensibile al suo approccio abbandona la nuca alle fauci del compagno come un tempo a quelle della madre.
• Alcuni sondaggi hanno rivelato che la metà delle coppie sposate americane, prima di fare l’amore, ha un rapporto di sesso orale. In particolare la bocca maschile sui genitali femminili è riportata nel 54 per cento dei casi, la bocca femminile sui genitali maschili nel 49 per cento. Ciononostante il sesso orale, anche tra marito e moglie, è spesso condannato come intimità ”innaturale” e in molti paesi illecito. Le norme giudaico-cridtiane lo condannano anche tra marito e moglie, in molti paesi è addirittura illegale. Nel Ventesimo secolo era illegale quasi in tutti hgli Stati Uniti, fatta eccezione per Carolina del Sud e Kentucky>. Nell’Illinois, Wisconsin, Mississippi e Ohio la legge considera lecito il sesso orale praticato dal marito ai genitali della moglie, illecito se è lei che lo pratica a lui.
• Un ginecologo di tre secoli fa poteva essere obbligato a entrare nella stanza di una donna incinta camminando carponi, affinché lei non vedesse il proprietario delle dita che la frugavano intimamente. Un’acquaforte del Seicento mostra un ginecologo seduto ai piedi del letto, con il lenzuolo annodato a mo’ di tovagliolo intorno al collo, in modo da non poter guardare quello che le sue mani stavano facendo (metodo che rendeva particolarmente rischioso il taglio del cordone ombelicale).
• L’ombelico, un tempo considerato osceno, veniva cancellato dalle prime fotografie. Il ”Codice di Holliwood” vietava esplicitamente di mostrarlo, tanto che le danzatrici di harem dei film di anteguerra erano costrette a nasconderlo con qualche ornamento. L’ombelico di forma verticale allude alla vagina, quello rotondo all’ano. Una rassegna di duecento pitture e sculture di nudi femminili, mostrava una proprzione del 92 per cento di ombelichi rotondi, contro un otto per cento di iombelichi allungati. Un’analoga analisi di immagini di modelle e attrici contemporanee mostre che gli ombelichi verticali sono saliti al 46 per cento.
• Stratagemma usato da molte riviste per far sembrare le modelle sessualmente eccitate: si ”aumenta il rosso” nella stampa delle fotografie a colori, in modo che la loro pelle risulti avvampata (l’artificio che non viene percepito coscientemente dal pubblico).
• L’ abitudine di fasciare i bambini, oggi malvista nei paesi occidentali, era già diffusa tra i greci e i romani. I bambini inglesi furono fasciati fino alla fine del Diciottesimo secolo. Molti piccoli russi, jugoslavi, messicani, lapponi, giapponesi e indiani dell’America del Nord lo sono tuttora. Recenti esperimenti hanno dimostrato che i bambini fasciati sono molto meno irritabili di quelli senza fasce, hanno un ritmo cardiaco e respiratorio più lento, piangono meno e dormono di più. Ciò dipenderebbe dalla somiglianza tra la fasciatura e il saldo abbraccio dell’utero, sperimentato dal feto nelle ultime settimane di gestazione.
• La maggior parte delle madri (anche le mancine) tengono il bambino in modo che la testa prema contro il loro seno sinistro: inconsapevolmente, mettono l’orecchio del piccolo il più vicino possibile al cuore, il cui battito lo conforta ricordandogli il grembo materno.
• Alla fine dell’epoca vittoriana, una ragazza poteva considerarsi bella solo se la misura in pollici del suo giro di vita era uguale al numero dei suoi anni: per raggiungere questo ideale molte giovani si stringevano fino a soffocare nelle loro armature di stecche di balena, che portavano per tutta la giornata.
Misure della donna inglese media: 92 e mezzo/70/97 e mezzo. La sua figura è di cinque centimetri più larga sotto la vita, il che è tipico anche delle donne di altri paesi occidentali: 6 centimetri per la tedesca e la svizzera, 8 per la svedese e la fracese, 5 per l’italiana media.