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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Le donne sono diverse

• Pasifae, moglie del re di Creta Minosse, disse una volta che del sesso non le importava nulla. Afrodite per punirla la fece diventare ninfomane. Il marito fu costretto a confinarla in una zona sperduta dell’isola, dove era servita esclusivamente da donne. Ma lei s’invaghì di un toro e per congiungersi con l’animale fece costruire una statua a forma di vacca, accucciandosi poi dentro nuda in attesa. Nacque così il Minotauro, mezzo toro, mezzo uomo. I cretesi prendevano in giro il re e quando lo vedevano passare gli facevano le corna. Minosse allora chiamò il grande architetto Dedalo e gli commissionò un Labirinto. In fondo ai suoi corridoi, in una stanza segreta, stava il Minotauro. Per dargli da mangiare, ognuna delle città sottoposte a Minosse doveva offrire ogni nove anni sette maschi e sette femmine.
• Arianna vide Teseo sconfiggere il Minotauro e gli si offrì in moglie. Ma Teseo pensava sempre alla sua Egle: accettò la proposta a parole con la segreta idea di sbarazzarsi poi dell’importuna. Saliti sulla nave che doveva portarli ad Atene, abbandonò perciò Arianna sull’isoletta di Nasso e continuò, libero, il viaggio. Ma Arianna lo maledisse: «Possano le tue vele mutarsi da bianche in nere!». Egeo, padre di Teseo, era il re d’Atene. Aspettava il ritorno del figlio e salì sul Capo Sunio per scrutare l’orizzonte. Vide le vele nere, credette che fosse morto e disperato si gettò in mare.
• «Piantare in Nasso» e non, come si crede, «piantare in asso».
• Ippolito, figlio di Teseo, s’era votato alla dea Artemide e doveva restar vergine. Quando Fedra, la matrigna andata sposa a Teseo, lo concupì, lui la respinse. Lei allora lo calunniò presso il padre: «Ippolito ha tentato di violentarmi!» e il padre, furibondo, implorò il dio del mare Poseidone di annegarlo. Ippolito morì tra i flutti, ma poco prima di spirare, tra le braccia del padre piangente, poté protestare la sua innocenza. Il medico Asclepio, allora, lo resuscitò.
• Medea, figlia del re Eete, aiutò Giasone a recuperare il vello d’oro. Poi uccise il fratello Absirto, lo fece a pezzi e lo gettò in mare: voleva fuggire con l’amante e infatti suo padre Eeta, che stava piangente a raccogliere i pezzi del figliolo sbranato, non s’accorse di niente. Più avanti Giasone ebbe da Medea due figli, infine la lasciò per sposare la figlia del re di Corinto, Creusa. Medea, per vendicarsi, uccise Creusa e i due figli che lei stessa aveva dato a Giasone.
• Ero abitava a Sesto, sulla riva sinistra dell’ Ellesponto (oggi stretto dei Dardanelli). Leandro, giovane e bellissimo, sul lato opposto. Si innamorarono, ma Ero era sacerdotessa di Afrodite e doveva restare vergine. Perciò incontrava Leandro di nascosto. Ogni notte saliva sulla torre e teneva una fiaccola accesa. Ogni notte Leandro nuotava nel mare buio e si orientava guardando la fiaccola. Ma una notte la tempesta spense la fiaccola e Leandro annegò ed Ero, disperata, si gettò dalla torre.
• Cratete aveva chiesto in moglie Ipparchia, ma i genitori di lei non volevano. Quando il padre della ragazza tentò di dissuaderlo, Cratete andò nudo per protesta tra il popolo. Anche Ipparchia si mise nuda e i due, forsennati uno dell’altra, s’accoppiarono nella via sotto gli occhi di tutti.
• Protesilao, ucciso da Ettore, commosse gli dei degli Inferi: «Hai tre ore di tempo per tornar sulla terra a salutare l’amata Laudamia». Costei era un’abile scultrice e, trovatosi di nuovo di fronte Protesilao vivo, lo fece star fermo per tutt’e tre le ore e modellò una statua di cera identica a lui. Ci faceva poi l’amore ogni notte. Il padre la scoprì e, indignato, ordinò che il manichino venisse fuso nell’olio bollente. Laodamia, disperata, si gettò nell’olio bollente e morì.
• Le Baccanti, cioè le Menadi, cioé le "donne invasate". Gli antichi festeggiavano i Baccanali, che nel 186 prima di Cristo vennero aboliti per immoralità.
• Messalina, moglie dell’imperatore Claudio, maniaca del sesso. Il marito, balbuziente, curvo, rachitico di gambe, non poteva soddisfarla e lasciava che s’accoppiasse ai militari. Un giorno Messalina si innamorò di Silio e approfittò di un’assenza di Claudio per sposarlo con regolare cerimonia pubblica. Al ritorno dell’imperatore fu pugnalata tra le braccia di sua madre.
• Poppea morì per un calcio ricevuto da Nerone quando era incinta (65 dopo Cristo).
• La poetessa Saffo nacque nel VII secolo avanti Cristo nell’isola di Lesbo (da cui amore lesbico). Rimasta orfana da bambina, si sposò a un ricco dal quale ebbe una figlia, Cleis. Una volta superati i 40 anni fondò a Lesbo un tiaso, cioè un circolo femminile dove veniva adorata la dea Afrodite. Molti dei frammenti delle sue poesie dimostrano come Saffo, più che l’amore tra donne, mirava all’amore in tutte le sue forme. Non molti sanno che, verso la fine della sua vita, perse la testa per un uomo: Faone, anziano barcaiolo "miracolato" da Afrodite che gli aveva regalato un balsamo di eterna bellezza. Faone ebbe una breve storia d’amore con Saffo, ma poiché poteva avere tutte le donne che voleva la lasciò e la poetessa si lanciò da una rupe. Sua lettera d’addio, immaginata da Ovidio (Heroides, XV, 96): «Non ti chiedo di amarmi, ma di lasciarti amare».
• Laodamia e Protesilao poterono sposarsi solo perché il padre di lei, il re Acasto, non voleva partecipare alla guerra di Troia (per difendere l’onore di Menelao). Non avendo figli maschi, aveva solo una scelta: o partiva lui o faceva partire un genero. Il destino era in agguato: aveva infatti stabilito che il primo guerriero acheo che avesse messo piede in terra troiana sarebbe morto e nessuno voleva scendere per primo dalle navi. Achille, però, sentendosi insultare dai troiani, fece per scendere a terra: la madre Teti, dea del Mare, lo trattenne con una mano e con l’altra spinse il povero Protesilao che appena messo piede sulla spiaggia venne ucciso da Ettore.
• Briseide e Criseide erano due belle fanciulle, la prima figlia di Brise, re di Lirnesso, la seconda figlia di Crise, sacerdote di Apollo. Fatte prigioniere dagli achei durante la guerra di Troia vennero "assegnate" rispettivamente ad Achille e ad Agamennone. Agamennone restituì, su ordine di Apollo, Criseide al padre, ma pretese in cambio Briseide, che però nel frattempo si era innamorata di Achille. Ricambiata. Da qui "l’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei".