Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Sinistra con stile, tra «pochette» e vecchi maglioni
• Sinistra con stile, tra «pochette» e vecchi maglioni. La Stampa 4 settembre 2006. Roma. Sarà anche vero, se Lella Bertinotti dixit, che i comunisti non sono più stracciati. Ma al tempo stesso un codice di sinistra non c’è più. E oggi i compagni fluttuano fra chi berlusconeggia, chi fa il verso all’eleganza dei vecchi gattopardi e chi si porta ancora addosso reliquati di antica militanza. Con qualche faux pas.
Costanza Rizzacasa
• Il sentimentale
Piero Fassino. Un Berlinguer col nodo alla cravatta (striminzita) un po’ più stretto. Camicia dei grandi magazzini, col collo piccolino e mezzo inamidato. Pantaloni troppo larghi, con la piega in fondo che ricasca sulle scarpe. «Fassino non si può proprio guarda’», sentenziò Dolce e Gabbana. E lui spallucce. Stile «mi sono messo la prima cosa che ho trovato». Che è decorosa sempre, ma guai ad esser ricercata.
Costanza Rizzacasa
• Il camaleonte
Massimo D’Alema. Che nel 1994, da funzionario di partito con le giacche a quadrettini e tutte le tonalità di verde conosciute, fu spedito da Claudio Velardi a farsi i vestiti su misura da Cimmino, napoletano doc. E gli è piaciuto tanto che adesso su misura si fa fare anche le scarpe. Recentemente ha sdoganato la giacca blu sportiva tipo sahariana. Indossata la domenica del vertice quando l’Ulivo per il Quirinale gli preferì Giorgio Napolitano. Una domanda: ma che si mette nei capelli?
Costanza Rizzacasa
• Il gran figo
Rimane purtroppo ancora senza eredi Lucio Magri, indimenticato segretario del Pdup negli anni 70. Aitante, abbronzato, con le camicie azzurre sbottonate e le cravatte ton sur ton che richiamavano i suoi occhi. Corteggiatissimo, in casa girava con il kimono. E sotto niente.
Costanza Rizzacasa
• L’indifferente
I polsini sfilacciati di Aldo Tortorella. L’impermeabile giallo, le polo sgargianti e il maglioncino rosso un po’ infeltrito di Emanuele Macaluso.
Costanza Rizzacasa
• Il manager
Pierluigi Bersani. Camicia a righe e loden, a metà tra il dirigente Coop e l’imprenditore piccolo borghese senza le stoffe giuste. Il vezzo del ministro: le scarpe color marrone chiaro chiaro. Che porta, ahimè, su tutto.
Costanza Rizzacasa
• Il riccone
Franco Debenedetti. L’unico coi gemelli (di Longmine) e la pochette, indossa con orgoglio tutti i tabù della sinistra. Cravatte Turnbull & Asser, che compra a Londra come le camicie, gilet rosa frou frou di Cachemire, Cotton & Silk (Milano, via Madonnina). Che sotto abbina a slip e canottiera di cotone. Non a costine, però. «Jamais».
Costanza Rizzacasa
• Il sindacalista
La pipa di Luciano Lama, il gilet di maglia aperto di Bruno Trentin, la giacca di rigatino azzurro con righina blu sottile di Fausto Bertinotti (très chic quanto quel primo cachemirino comprato per 25 mila lire dalla moglie al mercato dell’usato di via Sannio). Francesino. Anche se da quando è presidente della Camera si concede qualche doppiopetto.
Costanza Rizzacasa
• L’americano
Walter Veltroni. Le camicie button-down stile Brooks Brothers che si fa fare da Albertelli a via del Parlamento. I mocassini Lotus. L’azzurro giovanilista da futuro leader. Forse.
Costanza Rizzacasa
• Il frivolo
Achille Occhetto. Il foulard di seta coi pois. Il blazer blu coi bottoni dorati. Il gusto del bordeaux. Tutte cose che in politica gli furono fatali.
Costanza Rizzacasa
• Le donne
A parte il decoro simone-de-beauvoiresco della Iotti, le donne di sinistra, dagli zoccoli della Turco alle infradito bianche di Melandri, sono, per la definizione di Quirino Conti, «selezionate geneticamente per esser prive di qualsiasi strategia di seduzione». La più carina è la Pollastrini. Che del rosa non riesce proprio a fare a meno e dal soprabito alle scarpe non porta mai più di due colori a volta. E guai a proporle una maglia bicolore.
Costanza Rizzacasa
• Il laburista
Giorgio Napolitano. Il Borsalino (che iniziò a mettere per problemi di calvizie), la three-piece suit, il cappotto spigato poggiato sulle spalle. E poi i gessati, quegli occhiali, le grisaglie. Ultimo lord.
Costanza Rizzacasa
• Il parroco
Romano Prodi. Il maglioncino annodato al petto, il calzoncino che rivela la gambetta depilata, la tuta anni Settanta, il sandaletto francescano con chiusura a strappo. Occorre altro?
Costanza Rizzacasa
• L’ex lothariano fighettino
Il total look Armani di Minniti, solo abiti scuri coi pantaloni stretti sotto. Modaiolo sì, ma di cinque anni fa. E poi Claudio Velardi. Che si fa fare a Londra i plantari delle scarpe per la corsa. A Chelsea, nel negozio dove si serve anche Carlo d’Inghilterra. «Ti fanno l’esame del piede per vedere quali parti poggiano di più». Una vera sciccheria.
Costanza Rizzacasa