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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Il manuale dell’inquisitore

• Tra gli eretici condannati dal domenicano Nicolau Eymerich nel 1376: i Menandrini, discepoli del mago Menandro, secondo i quali il mondo non era opera di Dio ma degli angeli; gli Adamiti, che pregavano nudi e nudi vivevano insieme, uomini e donne; gli Aquariti, che consacravano nel calice acqua anziché vino; i Gerachiti, tutti monaci, convinti che non ci fosse spazio per i bambini nel regno dei cieli; i Fotiniani, certi che Cristo fosse nato dall’amplesso di Giuseppe e Maria.
• «Per effetto dell’eresia, la verità cattolica si indebolisce e si spegne nei cuori; i corpi e i beni materiali deperiscono, nascono tumulti e sedizioni, la pace e l’ordine pubblico sono turbati. Ogni popolo che lasci spuntare l’eresia nel suo seno, che non la estirpi subito, si perverte, corre incontro alla sovversione, può finanche scomparire».
• Differenze di trattamento tra blasfemi nobili e plebei. Il plebeo, imbavagliato, con indosso la mitra della diffamazione, viene esibito al pubblico nudo fino alla cintola, flagellato e poi spedito in esilio. Il nobile viene rinchiuso in un monastero e condannato a versare una forte somma di denaro.
• «Nel perseguirlo non deve esserci troppo zelo perché il processo a un prete può sempre essere interpretato come un processo a tutto il clero. L’inquisitore deve ricordare che i laici non hanno i privilegi degli ecclesiastici e che nulla li rallegra quanto i peccati dei preti e la loro punizione. Tra i laici, solo il re e le persone di rango reale non devono essere perseguite pubblicamente: è più saggio e prudente riferire al Papa nostro signore. Prudenza anche quando bisogna perseguire notabili, potenti o personaggi illustri».
• «Sia i cristiani convertiti al giudaismo, sia i giudei convertiti saranno considerati apostati, un delitto di evidente eresia. Anche se il giudeo ha ricevuto il battesimo sotto evidente minaccia di morte o da bambino, il delitto rimane intatto. Il bambino sarà comunque trattato con minor rigore».
• Ci sono tre tipi di sospetti di eresia: debole (riguarda individui che hanno un comportamento diverso dagli altri), forte o veemente (il sospetto nasce da indizi), grave o violento (il sospetto nasce da congetture convincenti).
• «Coloro che, durante il tempo di grazia stabilito dall’inquisitore, si denunciano spontaneamente dicendo di aver creduto in questa o quella eresia non saranno né accusati né citati a comparire. Verso di loro l’inquisitore modererà la sua severità».
• Formula d’apertura del processo agli eretici: ”In nomine Domini, Amen”. Può cominciare ”per accusa” (qualcuno accusa un altro di eresia), ”per denuncia” (un delatore accusa un eretico per sottrarsi alla scomunica che colpisce coloro che sanno ma tacciono) o ”per inchiesta” (l’inquisitore ha indagato con successo su voci correnti).
• Il manuale invita gli inquisitori a fare attenzione alle molte astuzie usate dagli eretici. Ad esempio, mostrando l’ostia a un eretico e chiedendogli ”Credi tu che questo sia il corpo di Cristo?”, lui potrebbe rispondere: ”Sì, credo che questo sia il corpo di Cristo”. Ma in cuor suo, con la parola ”questo”, si riferisce magari a una pietra lì vicino o al suo stesso corpo, perché è convinto che tutti i corpi siano di Cristo.
• Difensore. «Il fatto di concedere una difesa all’accusato è causa di lungaggine nel processo e di ritardo nella proclamazione della sentenza. Questa concessione è talvolta necessaria, talvolta superflua».
• Gli eretici non hanno diritto alla sepoltura perché sono morti scomunicati (è anche vietato pregare per le loro anime). «Se, dopo il decesso, risulta che uno era eretico o scomunicato, si esumerà il suo cadavere e le sue ossa verranno bruciate».
• L’inquisitore può ricorrere alla tortura conformemente al decreto di Clemente V. Regole: si tortura l’accusato che vacilli nelle risposte, il diffamato che abbia contro anche un solo testimone, il diffamato contro il quale c’è un indizio grave.
• «Riconosciamo come un contributo alla pace il fatto che si deplori ormai ovunque la tortura dei prigionieri. La coscienza del mondo non tollera più simili delitti, che riservano il disonore su coloro che li compiono» (Paolo VI, 1969, messaggio annuale).
• E’ sospettato di essere tra gli invocatori del diavolo colui che somministra a una donna filtri d’amore (stando al parere dei dottori, questi filtri scatenerebbero la follia).