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 1999  giugno 07 Lunedì calendario

Proprio prima della partenza della penultima tappa, quella che avrebbe portato i corridori a scalare i passi del Gavia e del Mortirolo, un controllo sull’ematocrito ha rivelato in Marco Pantani un valore troppo alto (52 su un limite tollerato di 50)

• Proprio prima della partenza della penultima tappa, quella che avrebbe portato i corridori a scalare i passi del Gavia e del Mortirolo, un controllo sull’ematocrito ha rivelato in Marco Pantani un valore troppo alto (52 su un limite tollerato di 50). Automatici, in base alle regole, l’esclusione dalla corsa e 15 giorni di sospensione. Non si tratta di squalifica ma di uno stop medico per tutelare la salute dell’atleta.
• I medici dell’Uci (Unione ciclistica internazionale) hanno controllato il sangue dei primi dieci della classifica. Solo per Marco Pantani il tasso di globuli rossi è risultato oltre il 50 per cento. La Mercatone Uno, in segno di solidarietà con il suo capitano, non prenderà il via nella ventunesima tappa del Giro d’Italia. La corsa partirà invece regolarmente per il tappone alpino (190 km) che, dopo i passi Tonale, Gavia e Mortirolo, raggiungerà l’Aprica.
• Già dopo il Giro D’Italia dello scorso anno si era parlato di Pantani coinvolto nel doping. I primi sospetti li aveva manifestati Ivano Fanini, grande appassionato di ciclismo, titolare di una fabbrica di biciclette e presidente di una squadra professionistica, la ”Amore e vita”, esclusa quest’anno dal Giro: «I ciclisti li conosco tutti. Conosco Forconi, per esempio. Ha corso una vita per la mia squadra, quest’anno è andato con Pantani. Io adesso non voglio mettermi contro Pantani, che ammiro moltissimo, ma l’ultimo giorno del giro Forconi è stato mandato a casa, dopo i controlli del sangue, per non mandare a casa qualcun altro. Cosa volete, Forconi è Forconi, minimo di stipendio o quasi, senza contratto per il prossimo anno... [...]» (Ivano Fanini).
• «L’ematocrito a 53 significa che stai facendo cose pazzesche» (Ivano Fanini).
• Ematocrito: valore, espresso in percentuale, della porzione di sangue occupata dai globuli rossi. un indice molto importante soprattutto per valutare l’anemia, aumenta in tutte le situazioni dove si ha una forte produzione di globuli rossi e di emoconcentrazione, con conseguente riduzione di plasma nel sangue. Il valore dell’ematocrito sale quando il sangue si arricchisce di ossigeno. Con l’aumento dell’ossigeno, aumenta la concentrazione del sangue e la sua densità. Per gli sportivi l’ esame dell’ematocrito è di fondamentale importanza: maggiore concentrazione di ossigeno nel sangue, significa anche più energia per i muscoli. Ecco perché negli atleti si tende, di solito con l’allenamento in alta quota, a far salire il valore dell’ematocrito. Ma bisogna stare attenti: quando si superano i livelli di guardia (50 per gli uomini, 48 per le donne) vuol dire che il sangue è diventato troppo denso, dunque c’è il rischio di una trombosi. Nelle persone normali l’ematocrito ha un valore compreso tra 40 e 42, negli atleti può salire a 46.
• Roberto Rempi, medico della Mercatone Uno: «Marco ha valori base di ematocrito già alto, superiori a 45. Due giorni in altura, gli sbalzi di temperatura, passando dal freddo al caldo, possono portare alla dilatazione dell’ematocrito [...]. In montagna, poi, si beve anche meno e questo può far aumentare la disidratazione con conseguenze anche sull’ematocrito. Non riusciamo a capire comunque tutto questo. Ieri sera aveva fatto i controlli ed era tutto nella norma». Nella norma è risultato il tasso di ematocrito di Marco Velo, l’altro compagno di squadra di Pantani sottoposto ad esami.
• Andrea Agostini, addetto stampa di Marco Pantani: « assurdo che a giro praticamente finito i controlli non siano nella norma. Questo mi sembra un attentato al ciclismo [...]. Conosco troppo bene Marco. Il rischio è che vada a casa e seghi in due la bicicletta, molto probabile che in bici non salga più [...]. Non riusciamo a capire che cosa possa essere accaduto. Marco si era già sottoposto a due controlli dell’Uci ad Agrigento, prima del via, e a Cesenatico. Tutti erano risultati nella norma. Esistono due spiegazioni: una scientifica o... sto per usare una parola grossa, ma in questa occasione mi viene anche da pensare al complotto. Se qualcuno voleva fare un attentato al ciclismo, stavolta c’è riuscito».
• « una vergogna», « un complotto», « la mafia delle scommesse» (i tifosi lungo il percorso di gara, intervistati da Raitre).
• Giuseppe Martinelli, direttore sportivo della Mercatone uno: «Sarà difficile, ora, rivedere Pantani in bicicletta. Non si può dominare e poi, alla fine, ritrovarsi così. Non voglio dire che qualcuno ci voglia male ma è certo che sarà difficile ricostruire Pantani. Complotto? Ora mi viene da pensare a tutto, anche a controlli più a sorpresa del solito. Ma quando ci si trova in una situazione come questa, è difficile criticare».
• Francesco Moser: «Pantani non doveva rischiare, sapeva che poteva essere controllato e poteva vincere lo stesso, contando sulle proprie forze [...]. Un corridore del livello di Pantani deve sapere che sarà controllato e non può rischiare, piuttosto sarebbe stato meglio se avesse perso una gara». Secondo il campione, le regole dovrebbero prevedere non soltanto il controllo del livello di ematocrito, ma anche quello delle sostanze che ne determinano l’aumento. Solo in questo modo si eviterebbe di imputare un aumento ”naturale” della soglia all’uso di sostanze più o meno proibite.
• Pantani è così famoso che nel ’98, con la vittoria di Giro e Tour de France contribuì a far aumentare la produzione di biciclette da corsa (la Bianchi, sua casa fornitrice, registrò una crescita del 30-40 per cento).
• «Anch’io sono un uomo, di pelle muscoli e ossa: lasciate che tiri un po’ il fiato»(Pantani). Candido Cannavò: «E tutti ci saremmo rilassati con lui. Ma questo ragionamento appartiene alla logica e forse anche alla fisiologia del ciclismo normale. Non a Pantani. Via via che la strada prendeva quota, Marco ha avvertito il senso completo di questo suo momento magico e ha inventato un gesto atletico che gli strateghi delle ammiraglie considererebbero persino sconsiderato. Così, con naturalezza disarmante. Questa magia pantaniana è sotto i nostri occhi, si tocca con mano: è fatta di un intreccio di amore e di buona salute, di alto esercizio agonistico svolto con la normalità di una passeggiata mattutina, di padronanza totale di se stesso, di desiderio di offrirsi alla gente in un rito festoso di ringraziamento».
• Il ciclismo rischia di morire. «Rischia di morire nonostante la grande popolarità della quale gode e il grandissimo amore col quale la gente lo segue. E nonostante le splendide storie che i corridori oggi come ieri riescono a raccontare, col loro gusto dell’avventura, con la loro grande passione per la corsa e per la bicicletta, con la spontaneità del loro spirito intriso di sentimenti e di valori importanti. Però è successo qualcosa di grave e questo è il momento di parlarne a fondo senza ipocrisie, con tutto l’amore che il ciclismo, come sport e come avventura di vita merita e con tutto il rispetto che i corridori hanno il diritto di esigere».
• «Giornalisti ora basta, i corridori meritano rispetto» (scritta lasciata da un tifoso sull’asfalto di Madonna di Campiglio).