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 1999  agosto 30 Lunedì calendario

«In Puglia gli automobilisti, da mesi, sono prigionieri di un incubo: essere speronati e travolti dalle autocolonne dei contrabbandieri

• «In Puglia gli automobilisti, da mesi, sono prigionieri di un incubo: essere speronati e travolti dalle autocolonne dei contrabbandieri. Sono decine di fuoristrada blindati ”armati” con congegni spargiolio e spargichiodi che speronano e scaraventano fuori strada qualsiasi veicolo somigli ad un’auto militare. Nel gennaio scorso è successo anche con un’ambulanza. A bordo c’era un malato di cuore che poi è morto».
• Secondo ”Cosimo”, brindisino di 39 anni, ex contrabbandiere ora ambulante abusivo di generi alimentari, i nuovi contrabbandieri sono così violenti perché prima di lavorare sniffano troppa cocaina.
• «Spaventa la nuova fisionomia del contrabbandiere. Ha acquistato una mentalità balcanica e se un tempo, quando veniva individuato, abbandonava il carico e scappava, ora è lui che cerca lo scontro».
• «Il guaio è che il contrabbandiere si è attrezzato all’altezza [...] I contrabbandieri si sono convinti che possono contendere la strada alla forza di polizia. Che possono vincere la sfida sia in mare che in terra. Ricorrono alla tecnologia. Così usano scanner sofisticati per intercettare le comunicazioni della polizia, organizzano centrali radar nelle masserie pugliesi per tenere sotto controllo i movimenti delle flotte regolari, usano cellulari e walkie-talkie per tenersi in contatto tra loro. Probabilmente pagano qualche spia per tenersi informati sui movimenti nei porti».
• Maestri. Quando è cominciata la fase sanguinaria? «Direi che gli allievi hanno superato i maestri. Negli anni Settanta i camorristi al confino in Puglia hanno insegnato il mestiere ai brindisini e ai baresi. Poi i pugliesi, forti della loro posizione geografica, hanno cominciato a gestire in proprio il contrabbando. Fino ai primi anni Novanta la situazione era sotto controllo. Poi decapitati da magistratura e forze dell’ordine i vecchi vertici della Sacra Corona Unita, i nuovi capi hanno introdotto i metodi della mafia» (Giuseppe Serrano, comandante delle Fiamme gialle di Brindisi).
• Nel 1998 gli speronamenti sono stati 69 e i finanzieri feriti 51; nei primi mesi di quest’anno 33 gli speronamenti e 15 i finanzieri in ospedale.
• «Una volta Don Masino fu sorpreso in mare, davanti al porticciolo del Grand Hotel di Villa Igiea. Come da regola, abbandonò la barca e si gettò in acqua. Il comandante Oliva, conoscendo il tipo, si precipitò in albergo per catturarlo. Lo trovò al bar, i vestiti zuppi e attaccati addosso ma con un impeccabile cocktail Martini in mano: ”Comandante, sto gustando un drink. Ne faccio preparare uno anche per lei?”».
• Guadagno medio netto di un contrabbandiere per ogni carico acquistato a Bar, in Montenegro: 70 milioni di lire. Gli scaricatori degli approdi clandestini prendono dalle 160 alle 200 mila lire l’ora. Solo per reati legati al contrabbando nei primi sette mesi di quest’anno sono state denunciate 17 mila persone, di cui 853 arrestate.
• Il Montenegro è la base logistica del contrabbando di sigarette. Secondo un rapporto della Dia, Divisione investigativa antimafia, i porti montenegrini di Bijiela, Selenika, Bar e Cattaro sono «costantemente utilizzati» dagli scafisti, pugliesi e campani, sotto la protezione delle autorità montenegrine. Si vocifera di una ”tassa” di 50 dollari pagata ai poliziotti montenegrini per ogni cassa di sigarette che esce da quel Paese.
• Il contrabbando di sigarette garantisce tra il 60 e il 70 per cento delle entrate del bilancio del Montenegro. Miograd Vukovic, consigliere politico del presidente Djukanovic: «Deve tener conto che il Montenegro non vive in condizioni normali. Isolati dalla Serbia e dalla Comunità europea, dobbiamo arrangiarci per sopravvivere».
• Ottaviano Del Turco, presidente della Commissione Antimafia: « un problema di politica estera [...] il momento di mettere a punto un grande patto. Ma in modo chiaro. In tanti diciamo che il patto va fatto anche con gli Stati Uniti. Perché loro sono direttamente coinvolti e interessati a ripristinare un processo di pacificazione nei Balcani. Noi, assieme agli altri paesi europei, forniremo tutti i mezzi finanziari per riattivare i porti, le centrali elettriche, le industrie. Ma a condizione che i governi della regione spezzino i loro legami con le organizzazioni criminali [...] La ricostruzione dei Balcani è il più grande businness politico e industriale degli ultimi cinquant’anni. E si gioca qui da noi».
• «Sorprendente è come la Puglia sia diventata la porta non solo dell’Italia, ma di tutta l’Europa. Una pattuglia della Finanza ha sequestrato proprio ieri un carico di Regal, sigarette destinate al mercato inglese, che in Italia nessun fumatore comprerebbe mai. Dall’Italia, insomma, partono convogli di ”bionde” per la Francia e per tutto il nord Europa [...] Così ora abbiamo puntati addosso anche gli occhi di Bruxelles».
• La Svizzera gioca un doppio ruolo: accoglie i depositi di capitale e rifornisce di sigarette i clan. Il colonnello Cosimo Sasso, caporeparto al comando generale della Guardia di Finanza: «Registriamo un ritorno allo ”spallonaggio”, un termine antico che descriveva il trasporto a spalla delle casse di sigarette. Bene, ora quasi allo stesso modo, materialmente, si ritorna a portare i soldi all’estero, soprattutto in Svizzera».
• Sempre il colonnello Sasso: «In Gran Bretagna il governo ha elevato, negli ultimi tre anni, il costo delle sigarette per scoraggiare il fumo [...] Ma il costo maggiore del prodotto ha dato un involontario vantaggio ai contrabbandieri. I quali vendendo in Inghilterra hanno maggiori introiti».