Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Gatti - «Nelle fumerie di oppio dell’estremo Oriente è piuttosto comune vedere un gatto avvicinarsi ai fumatori in attesa che questi espellano la boccata di fumo per annusarla a più riprese»
• Gatti. «Nelle fumerie di oppio dell’estremo Oriente è piuttosto comune vedere un gatto avvicinarsi ai fumatori in attesa che questi espellano la boccata di fumo per annusarla a più riprese».
• Gatti. Raffaele Velieri, medico napoletano dell’Ottocento: «Quando si spande per terra un sacco di valeriana è curioso e divertente lo spettacolo che danno i gatti al solo avvicinarsi: vi si rotolano per di sopra, la inalano ripetutamente ed in fine sono presi da tremito, si rizzano i peli, danno salti disordinati, fanno mille strambotti di sfrenata ebbrezza coreica e finalmente perdono li sensi e cadono in assopimento».
• Alimenti Nervosi. «Paolo Mantegazza, nell’Ottocento, scrisse un trattato dove definiva le droghe "alimenti nervosi».
• Una leggenda. «Un giorno il pastore Kaldi era sull’altopiano etiope quando notò che le sue capre erano tutte eccitate, saltavano di roccia in roccia nonostante il gran caldo, si arrampicavano su pendii impossibili, al tramonto, invece di dormire, belavano e giocavano a rincorrersi. Kaldi vide che il gregge si fermava spesso a rosicchiare le bacche rosse di un certo arbusto. La cosa lo incuriosì, al punto che volle mandar giù anche lui quei misteriosi frutti rossi. Fu così che scoprì il caffè e le sue proprietà eccitanti».
• Ragni. A ragni del genere Zilla X notata Cl. furono date in pasto mosche contenenti di volta in volta droghe diverse: «Sotto l’effetto dell’LSD le ragnatele apparivano elaborate e con trame tipo arabesco, mentre sotto l’effetto della caffeina esse apparivano con una trama spigolosa e con ampi spazzi vuoti; sotto effetto di hashish le ragnatele apparivano complete e funzionali solo in parte».
• Sciamani. Gli sciamani di alcune tribù dell’Amazonia chiamano il tabacco «medicina dell’anima».
• Locoweed. Ovvero «erbe pazze», o ancor meglio ”erbe che provocano la pazzia. Si tratta di un folto gruppo di erbe selvatiche che risultano psicoattive per diversi animali. Fra gli allevatori del Kansas è rimasta famosa l’epidemia di «erba pazza» del 1883, quando più di 25.000 mucche smisero di brucare le normali erbe del pascolo, preferendo gli effetti allucinogeni «dell’erba pazza.ª
• Comunità. Nonostante le misure repressive degli allevatori americani (eradicazione dell’’erba pazza” dal pascolo, separazione dei piccoli dalle madri tossicodipendenti ecc.), è estremamente difficile tenere gli animali lontani da queste piante inebrianti. «In alcuni stati nord americani sono state create delle vere e proprie comunità di recupero per animali, con lo scopo di interrompere la loro tossicodipendenza e di reinserirli nel mondo del lavoro, cioè farli nuovamente cibare di alimenti sani e genuini, di modo che riacquisiscano il giusto peso, per poi indirizzarli verso la loro più naturale fine: il macello. Tra non molto tempo, nei supermercati statunitensi si potrà forse acquistare a prezzi concorrenziali carne di bovini, equini, suini ex-tossicodipendenti».
• Darwin. «Darwin vide parecchie volte le scimmie fumare con piacere» (Mantegazza 1871).
• Elefanti. «Gli elefanti hanno una passione per l’alcool, che si procurano ingerendo certi frutti fermentati. Un elefante ubriaco barcolla trasognato e sobbalza di fronte a suoni insoliti o movimenti di altri animal».
• Elefanti. «Nel 1985, nel Bengala occidentale, 150 pachidermi, attirati dall’odore, irruppero in un laboratorio clandestino di malto. Più tardi, del tutto ubriachi, andarono in giro facendo molti danni e alcuni morti».
• Contadini. «Parrebbe che anche le lumache siano attratte dall’alcool. In alcune regioni italiane i contadini, per disinfestare gli orti dalle invasioni di
lumache, vi collocano dei contenitori bassi pieni di vino. In poco tempo gli animali attratti dalla bevanda si ammassano nelle vicinanze, accatastandosi gli uni su gli altri ubriachi, ed è poi facile eliminarli».
• Marijuana. Nelle Hawaii, mucche e cavalli ricercano come cibo prelibato i fiori di marijuana che gli provocano, per un certo periodo, un lieve barcollamento.
• Uccelli e frutti dell’amore. «A dispetto della loro reputazione per il piumaggio sempre lucido e per non avere mai una piuma fuori posto, queste due Bombicille apparivano spettinate e brille. Erano tuttavia ancora in grado di cimentarsi in un corteggiamento alquanto originale. Il maschio arruffava le penne e voltava la testa alla femmina, la quale lo imitava. Quindi, il maschio porgeva alla compagna, sulla punta del becco, una bacca di firethorn, lei la accettava, quindi la rioffriva al maschio. La bacca veniva offerta, accettata e riofferta per numerose volte, fino a quando uno dei due uccelli la ingurgitava. Dopo tutto, amore e tossicodipendenza sono spesso visti come due lati del medesimo angolo o, per gli uccelli, della medesima bacca» (Siegel, 1989).
• Giorgio Samorini, "Animali che si Drogano", Telesterion
Tra capre caffeinomani, renne micofile, uccelli ebbri e formiche folli, la ricerca e il consumo di droghe non sembra comportamento che appartiene esclusivamente alla specie umana. L’autore ha raccolto in questo libro dati che dimostrano come anche gli animali, in natura, cercano l’ebbrezza dei "paradisi artificiali" mandando giù sostanze psicoattive.
Giorgio Samorini, nato a Bologna nel 1957, da oltre vent’anni si occupa di etnobotanica e di droghe. Ha svolto ricerche in Africa, in America Latina, in India e in Europa. Dirige la rivista scientifica "Eleusis, piante e composti psicoattivi", pubblicata da Telesterion. Del medesimo autore sono stati pubblicati i saggi "Gli allucinogeni nel mito", "L’erba di Carlo Erba" (ed.Nautilus), " Allucinogeni, empatogeni, cannabis" (ed.Grafton).