la Repubblica, 11 novembre 2016
Uccisa a coltellate nella sua casa. È giallo a Novara
NOVARA «Li sentivamo spesso litigare. Il motivo? Sempre e solo i soldi». Maria Rita Tommasoni, 52 anni viveva da sola con il marito, Daniele Pasquali, di 54, in una casetta su tre piani. Un dono di nozze della madre di lui. Un piccolo villino bianco affacciato su una strada privata, via Cavalliari, di Novara. Tutt’intorno solo case basse e qualche capannone. Il loro matrimonio durava da 15 anni. A incrinarlo erano però state le questioni di soldi. «Me li ricordo molto parsimoniosi: per questo motivo uscivano pochissimo», racconta un vicino. «Anche il riscaldamento era un problema. Lui non lo voleva accesso: costava troppo». E per controllare che lei non “sgarrasse”, era solito fare delle sorprese alla moglie. «Tornava a casa all’improvviso e se trovava i termosifoni caldi si arrabbiava». Il cimitero comunale dove lavora dista appena 250 metri da casa. Dal retro del campo santo una piccola porticina dà proprio su un viottolo che conduce fino alla villetta.
I carabinieri di Novara, coordinati dal comandante provinciale Domenico Mascoli, hanno sentito a lungo il marito per tutta una notte. Lui però ha continuato sempre a dichiararsi innocente. «Io non c’entro. Non ero a casa quella mattina». Una cosa però è certa. Chi ha ucciso Maria Rita la conosceva. È stata lei ad aprirgli la porta: gli investigatori non hanno infatti trovato alcun segno di scasso. Il ché farebbe pensare a un familiare, a un amico. Qualcuno che sapesse di quel tesoretto che custodivano in casa: tra i 5 e i 10mila euro, in parte spariti nel nulla. Senza dubbio un uomo per la forza con cui sono stati sferrati i colpi.Quando la vicina ha sentito le urla tremende di Maria Rita, ha subito chiamato i soccorsi. Era al secondo piano, distesa in un lago di sangue. Il suo assassino si è accanito a lungo su di lei, una coltellata dopo l’altra, che sono alla fine diventate una quarantina.
Oggi nella villetta arriveranno i carabinieri del Ris: analizzeranno ogni traccia nella speranza di trovarne una che porti all’assassino. Gli investigatori stanno anche cercando di capire se prima di morire, nelle sue ore di agonia, Maria Teresa abbia rivelato a qualcuno il nome del suo assassino. Proprio per questo hanno risentito tutte le persone presenti. Maria Teresa è stata aggredita la mattina dello scorso 9 novembre: ha lottato per quasi un giorno intero, poi si è arresa.