Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Immigrazione e criminalit in Italia
• Nel 1670 la Virginia approvò una legge che esprimeva il timore contro "i perfetti mascalzoni" che vi venivano spediti dalle prigioni d’Inghilterra. Nel 1717 il Parlamento inglese emanò una legge che prevedeva che i condannati per furto o rapina potevano essere spediti per sette anni nelle colonie americane. Venivano chiamati "i passeggeri del re" o anche "gli uomini dei sette anni".
• Il Congresso degli Stati Uniti, nel 1875, votò una legge che proibiva l’accesso al paese a chi avesse commesso reati gravi nella nazione di origine e alle donne "importate per la prostituzione".
• Nel 1905 arrivarono in Usa 1 milione e 100mila stranieri, due anni dopo 100mila in più. All’inizio degli anni Trenta, in America, una commissione governativa arrivò a questi dati: in proporzione alla loro consistenza numerica, le persone nate all’estero commettono meno spesso reati degli autoctoni. Gli americani compivano furti e rapine tre volte più degli immigrati, borseggi e altri furti con destrezza due volte di più. Invece, gli italiani commettevano stupri e omicidi due volte e mezzo più degli americani, i messicani oltrepassavano i locali in tutti i campi di questa graduatoria, i greci avevano il primato per il reato di minacce aggravate. Sempre negli anni Trenta, si valutò che la grande maggioranza dei 25mila componenti delle bande giovanili di Chicago era costituita da immigrati della seconda generazione. Non gli immigrati, ma i loro figli costituivano il problema: crescevano in quartieri degradati, vedevano i genitori umiliati e in difficoltà, andavano a scuola, imparavano l’inglese, cominciavano a sentirsi superiori, a vergognarsi dei genitori, passavano tutto il tempo in strada a contatto con gente di tutti i tipi.
• Gli oltre 160mila inglesi che tra il 1788 e il 1868 arrivarono in Australia erano tutti criminali, almeno secondo i loro connazionali della madrepatria. Erano tutti condannati ai lavori forzati. Tra il 1947 e il 1951 l’Australia accolse mezzo milione di immigrati provenienti da Europa e Asia. Studi compiuti in quegli anni stabiliscono che: nel complesso la criminalità degli immigrati è minore di quella degli autoctoni; gli immigrati provenienti da Nuova Zelanda e Canada commettevano più reati di coloro che provenivano di paesi asiatici; gli immigrati di seconda generazione commettevano più reati di quelli di prima generazione, ma comunque meno dei figli degli australiani.
• Negli anni Sessanta, ricerche svolte in Germania mostrarono che i 4 principali gruppi di immigrati erano preceduti dai tedeschi nella graduatoria dell’illegalità, gli italiani, addirittura, il gruppo più consistente dal punto di vista numerico, erano all’ultimo posto. Tra i reati commessi dai siciliani in Germania, il ratto di minore: riprendendo l’antica usanza della "fuitina", i giovani scappavano con la fidanzata prima delle nozze.
• Alla fine degli anni Settanta, per la prima volta, si registra l’inversione di tendenza e, in Europa, sono gli immigrati tra i 14 e i 20 anni ad avere un tasso di criminalità superiore a quello dei coetanei autoctoni. Il fenomeno è stato in crescente sviluppo: in Germania dal 1974 al 1994 la quota degli stranieri sul totale dei denunciati o condannati per borseggio è passata dal 23% al 73%, quella per estorsione dal 12,6% al 40,1%, per omicidio dal 21,1 % al 36,5%.
• Composizione per sesso della popolazione in Italia: gli italiani sono 94 uomini ogni 100 donne, fra gli immigrati con permesso di soggiorno 150 uomini ogni 100 donne nel 1991, diventati 112 uomini ogni 100 donne nel 1995. La comunità latino-americana è prevalentemente femminile, 41 uomini ogni 100 donne, quella nordafricana quasi esclusivamente maschile, 377 uomini ogni 100 donne.
• In Italia gli stranieri costituiscono oggi quasi il 30% dei condannati per la produzione e il commercio di sostanze stupefacenti. Dal 1988 al 1996 la quota degli stranieri sui condannati in genere è fortemente aumentata: furto: da 6,9% a 21,9% lesioni volontarie: da 1,9% a 13,8% violenza carnale: da 5,9% a 14,9% omicidio: da 2,4% a 18% contrabbando: da 13,6% a 34,9%
• Nel corso degli anni Ottanta la domanda di droga si è in parte spostati dall’eroina verso la cocaina, mentre negli anni Novanta sono richieste droghe sintetiche come ecstasy, adam, MDM, soprattutto emerge il fortissimo aumento degli spacciatori di marijuana: nel 1991 il numero di persone arrestate per spaccio di marijuana era bassissimo: 529 contro le 16.563 indagate per spaccio di eroina. Nel 1997 i numeri diventano 6.337 (marijuana) e 12.352 (eroina). Il cambiamento è senz’altro collegato alla disponibilità sul mercato di ingenti quantitativi di erba di ottima qualità proveniente dall’Albania e trasportata da immigrati di quel paese.
• Prostituzione: tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta le italiane hanno in parte abbandonato il "gradino più basso" della professione, lasciando la strada per diventare "estetiste" "massaggiatrici" "accompagnatrici". Dal 1989 ci sono state in Italia tre ondate migratorie di donne disposte (o costrette) a offrirsi sulla strada: subito dopo il crollo del muro di Berlino, provenienti dai paesi ex-comunisti (Polonia, Romania, Slovenia), la seconda dall’Africa (Nigeria, Ghana e Zaire) e dal Sud America (Colombia e Venezuela), la terza dall’Albania e di nuovo dalla Nigeria.
• Nelle regioni del centro-nord la quota degli stranieri condannati ha superato quota 28% per i furti, 25% per rapina, 35% per spaccio di droga. In Svizzera, Germania e Svezia i valori corrispondenti vanno dal 30 al 40%, con un numero di immigrati residenti 3, 4 volte superiore.
• Solo lo 0,5% dei minori arrestati in Veneto nella prima metà del 1996 aveva documenti validi, il 93% non li aveva proprio, il 6,5 li aveva falsi.
• Curriculum considerato "medio" dal giudice che l’ha interrogata, di una ragazza zingara: tra il 1983 e il 1992 è stata segnalata 66 volte, 40 per furto e 26 per semplici identificazioni, ha dato 27 identità diverse dichiarando sempre 16 anni circa.
• Percentuale di extracomunitari con permesso di soggiorno tra gli extracomunitari denunciati: donne minorenni: 1% nel 1990, 1,5% nel 1997 uomini minorenni: 4,4% nel 1990, 6,3% nel 1997 donne tra 19 e 40 anni: 16,1% nel 1990, 14,6% nel 1997 uomini tra 19 e 40 anni: 20,7% nel 1990, 22,2% nel 1997 donne tra 41 e 60 anni: 13,8% nel 1990, 21% nel 1997 uomini tra 41 e 60 anni: 19,5% nel 1990, 27,5% nel 1997.
• Tra il 1991 e il 1995 sono state realizzate: il 7% delle espulsioni intimate a immigrati marocchini, il 30% di quelle intimate a cittadini albanesi, 13,4% cittadini della ex-Jugoslavia, 4,5% cittadini algerini, 14,2% cittadini tunisini, 6,4% cittadini nigeriani, 24,7% cittadini colombiani.