Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 29 settembre 2001
I dati lo dimostrano: gli aspiranti genitori in Italia sono tantissimi
• I dati lo dimostrano: gli aspiranti genitori in Italia sono tantissimi. Il problema è che sono molti anche quelli che invece non riescono ad avere un bambino. Una realtà che oggi tocca più di 50.000 coppie italiane, vale a dire il 15-18% del totale. Sono questi i numeri emersi da un censimento realizzato per «Consensus Conference», un convegno sulla fertilità che si è tenuto di recente ad Abano Terme in Veneto: i bambini nati in provetta sarebbero circa 6.000, vale a dire uno ogni 100. Questa situazione, che coinvolge pure gli altri Paesi occidentali, ha alla base anche un forte mutamento sociale: la scelta da parte delle donne di diventare mamme sempre più tardi.
• Secondo l’Istat, l’età media in cui le donne restano incinte è 30 anni. Da una parte è il periodo ideale perché in genere si è già trovato un lavoro (e quindi uno stipendio fisso) e la carriera ha cominciato a dare almeno una parte delle soddisfazioni che cercavate. Dall’altra parte però, è più difficile concepire un bambino: infatti dai 30 ai 35 anni la fertilità femminile scende del 20%. La situazione, poi, si complica per chi decide di aspettare ancora qualche anno: dai 35 ai 39 cala ancora fino al 30-50%, riducendosi addirittura del 90% tra i 40 e i 45 anni. « vero, la sterilità è in aumento», conferma il professor Carlo Flamigni, che dirige la prima clinica ostetrica ginecologica dell’università di Bologna ed è presidente della Società italiana di sterilità e fertilità (Sifes) e Medicina della riproduzione (Mr). «Fare figli più tardi è di per sé un problema, perché purtroppo la fertilità femminile dipende molto dall’età: biologicamente la donna è all’apice della fecondità tra i 18 e i 24 anni. Le possibilità di concepire restano alte fino ai 32, poi, dopo i 36 anni cominciano a diminuire. Non a caso l’età media delle donne che viene da noi in ospedale a Bologna a fare fecondazione assistita è di 38 anni e mezzo».
• La sterilità non è solo un problema delle donne. Può toccare anche l’uomo, sebbene, nelle coppie che non possono avere figli, solo nel 30 % dei casi il problema riguarda lui. «Nell’uomo», spiega il professor Flamigni, «tutto dipende dal seme, che può essere ottimo anche a 60 anni. Ma la fertilità si è abbassata anche nell’uomo: se confrontiamo gli spermiogrammi (gli esami cioè che individuano le caratteristiche del liquido seminale) di oggi e quelli di cinquant’anni fa, è innegabile che ci sia stata una drammatica diminuzione. Le cause sono legate sia a fattori fisici sia ambientali, quali ad esempio l’inquinamento. Ma, ripeto, per l’uomo il problema dell’età non è così importante come per la donna».
• Proprio perché sono tanti i fattori che bisogna considerare, prima di rivolgervi a un centro specializzato è meglio sapere che «una coppia può essere considerata sterile dopo almeno due anni di rapporti frequenti e non protetti», dice il professor Flamigni, «solo allora è il caso di rivolgersi a un centro specialistico per fare i primi esami».
• Cause sterilita’ maschile:
• oligospermia: ridotto numero di spermatozoi nel liquido seminale.
• azoospermia: completa assenza di spermatozoi.
• astenospermia: ridotta mobilità degli spermatozoi, incapaci di progredire contro la cervice per incontrare l’ovocita nella tuba di Falloppio.
• teratospermia: difetti della forma degli spermatozoi tali da renderli incapaci di penetrare la superficie esterna dell’ovocita.
• problemi di coito: incapacità di eiaculare e impotenza.
• Cause sterilita’ femminile:
• cause ormonali: i follicoli non si sviluppano, non c’è ovulazione, cioè la liberazione dell’ovocita.
• cause tubariche: le trombe uterine possono essere danneggiate o ostruite, questo impedisce l’incontro con lo spermatozoo.
• endometriosi: causa principale di sterilità femminile: consiste nella presenza di tessuto endometriale nella cavità peritoneale che invade e danneggia i tessuti coinvolti nella riproduzione.
• eccessiva densità del muco cervicale: impedisce il passaggio dello spermatozoo (a volte ci sono anche anticorpi antispermatozoi nelle secrezioni genitali femminili).
• mancato impianto dell’embrione: l’embrione si forma, ma non attecchisce dentro l’utero.
• Gli esami che devi fare in caso di sospetta sterilità:
• per la donna gli esami sono più complessi: si effettuano le analisi di due ormoni, la prolattina e il progesterone, l’analisi del sangue per analizzare gli anticorpi antichlamidya, un’infezione spesso sottovalutata che può essere causa di sterilità. Può anche essere necessaria una isteroscopia per verificare se le tube sono aperte e sane.
• per l’uomo si procede all’esame del liquido seminale.
• Le tecniche di fecondazione. I metodi utilizzati nei centri di fecondazione assistita variano a seconda dei problemi che riguardano il concepimento. «Ci sono tecniche cosiddette di ”primo accesso”», spiega il dottor Andrea Borini, direttore sanitario di Tecnobios, un centro privato di Bologna, specializzato nel congelamento degli ovociti «come le inseminazioni artificiali (Iui) fatte nei casi meno difficili, quelli delle cosiddette sterilità ”inspiegate”, in cui la paziente ha le tube aperte e il campione seminale dell’uomo è buono. Negli altri casi, a seconda delle problematiche, si passa alla Fivet (fecondazione in vitro e inserimento nell’utero dell’embrione) o alla Icsi (lo spermatozoo viene iniettato nell’ovulo con un ago finissimo): quest’ultima tecnica viene fatta quando il seme maschile è poco vitale. Lo Zift è invece una tecnica che non viene quasi più usata, mentre l’Assisted hatching è un ulteriore tentativo nei casi che hanno avuto insuccessi».
• Tecniche di fecondazione:
(IUI) Inseminazione intra-uterina o artificiale
In cosa consiste: con una cannula si introduce nell’utero un campione di spermatozoi trattati e selezionati, dopo aver sottoposto la donna a un ciclo di stimolazione ovarica multipla.
Vantaggi: tra le tecniche di fecondazione assistita è la più semplice e la meno invasiva. Svantaggi: non devono esserci patologie dell’apparato riproduttivo. Percentuale di successo: tra il 5 e il 30% per la fecondazione omologa. Quella eterologa ha percentuali di successo più alte.
• Tecniche di fecondazione:
(FIVET) Fertilizzazione in vitro ed embryo transfer
In cosa consiste: nella prima fase si stimolano le ovaie con farmaci a base di ormoni per ottenere una crescita multipla di follicoli. Questi poi vengono prelevati e fatti incontrare in provetta con gli spermatozoi. Dopo la fecondazione, due o al massimo tre embrioni vengono reintrodotti nell’utero.
Vantaggi: efficace per sterilità dovute a danno tubarico, endometriosi, alterazioni dello sperma.
Svantaggi: rischi di gravidanze multiple e di iperstimolazione ovarica.
Percentuale di successo: per ogni tentativo è intorno al 30%.
• Tecniche di fecondazione:
(ICSI) Iniezione introcitoplasmatica degli spermatozoi
In che cosa consiste: per mezzo di un micro-manipolatore con un ago sottilissimo, un singolo spermatozoo viene inserito nel citoplasma dell’uovo per fecondarlo.
Vantaggi: tecnica messa a punto per scopi clinici nella prima metà degli Anni 90, ha risolto la grande maggioranza dei problemi di infertilità maschile. Nei casi di azoospermia, si prelevano gli spermatozoi dal testicolo.
Svantaggi: come nella Fivet ci sono rischi di gravidanze multiple.
Percentuale di successo: dal 10% al 35%, a seconda del caso specifico.
• Tecniche di fecondazione:
(ZIFT) Trasferimento intratubarico dello zigote
In cosa consiste: è una tecnica che trasferisce lo zigote (l’ovulo appena fecondato) nelle tube.
Vantaggi: è un’alternativa alla Fivet per pazienti in età avanzata, dopo ripetuti insuccessi.
Svantaggi: si può praticare solo
su pazienti con tube sane.
Percentuale di successo: 30-35%.
• Tecniche di fecondazione:
(AH) Assisted Hatching
In che cosa consiste: si esegue una piccola finestra nella membrana dell’embrione, prima di trasferirlo nell’utero per favorirne l’apertura («hatching» è lo schiudersi dell’uovo).
Vantaggi: indicato in casi di ispessimento della membrana,
che si verifica nelle donne con
più di 40 anni.
Svantaggi: rischio di danni all’embrione.
Percentuale di successo: è una tecnica che può aumentare la possibilità di gravidanza se le altre hanno fallito.
• Tecniche di fecondazione:
GIFT (Trasferimento intratubarico dei Gameti)
In cosa consiste: trasferimento dei gameti (ovociti e spermatozoi) direttamente
nella tuba.
Vantaggi: la fecondazione avviene all’interno della tuba.
Svantaggi: si può applicare solo a pazienti con tube sane.
Percentuale di successo: tra il 30 e il 35%.
• «L’istinto alla maternità è una necessità biologica a salvaguardia della specie, sentita dalle donne soprattutto nell’adolescenza», spiega la dottoressa Alessandra Ciampi, trainer del Maya Liebl Institute di Livorno, medico specialista in psicologia e psicoterapeuta. «Inoltre non dimentichiamo il discorso che riguarda l’aspetto psichico della questione. Anche l’istinto di maternità fa parte dell’Io del soggetto, come tutti gli altri aspetti del vivere quotidiano. Se l’Io c’è ed è strutturato, la maternità viene vissuta sia come necessità biologica che psichica, quindi in maniera sana e normale. Se invece l’Io è fragile e influenzabile, fare un figlio diventa qualcosa di insostituibile, di assolutamente dovuto, un mito da raggiungere, pena l’infelicità. Ed è su questo punto che nascono aspetti patologici: se per varie cause il concepimento non avviene, la persona si sente autorizzata a sentirsi incompleta e non realizzata».