Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Il Corano
• Corano marocchino. Uno dei più bei Corani che si possano ammirare è quello marocchino del 1568, conservato al British Museum di Londra.
• Capelli divini. «Fa parte della natura delle civiltà teologiche non lasciare mai in pace Dio, e trascorrere buona parte del tempo a spaccare il capello divino in quattro».
• Famiglie. L’arabo appartiene a una famiglia di lingue strettamente imparentate tra loro, convenzionalmente dette ”semitiche”; allo stesso ceppo appartengono l’accadico, l’ebraico, l’aramaico e l’etiopico.
• Rette vie. «Nel 1998, per esempio, nella Repubblica Islamica Iraniana è stato pubblicato un libro di ’Abd al-Karim Surush, eminente intellettuale religioso. Il volume, uscito in cinquemila copie, è una difesa del pluralismo religioso, dal titolo evocativo (per non dire sovversivo) di Rette vie (Sirat-ha-yi mustaqim). Come tutti gli interpreti seri di una tradizione religiosa, Surush non si limita a far prevalere gli interessi del proprio tempo su quelli della Scrittura. Al contrario: riesce a trovare sostegno al suo pluralismo nel fatto che, Fatiha a parte, il Corano non parla in genere della via, ma di una retta via, per esempio quando Dio rassicura Maometto dicendogli che è ”su una retta via” ».
• Tramiti. Il Corano fu rivelato a Maometto da Dio tramite l’angelo Gabriele.
• Compattezza. «I Veda erano quattro, ciascuno trasmesso da diverse linee braminiche [...]. Quando il canone biblico fu definitivamente stabilito, l’Antico Testamento aveva trentanove libri e il Nuovo ventisette; c’era anche una gran quantità di materiale apocrifo, presente in alcune Bibbie ma non in altre. Il canone buddista Tripitaka occupava 130 mila tavole quando i cinesi ne stamparono la traduzione, sul finire del X secolo; oggi il canone Pali riempie diversi scaffali di biblioteca. Nella Cina confuciana le opinioni sullo stesso numero e identità dei classici erano divergenti. Il Corano è invece un volume singolo di contenuto ben definito [...]. Allo stesso tempo, la compatezza e la netta definizione del canone è straordinariamente funzionale quando si tratta di diffonderlo tra un gran numero di fedeli. Queste caratteristiche del Corano stanno dando il loro contributo alla ripresa, oggi così vistosa, dell’Islam come sistema di fede».
• Somiglianze. Se la Bibbia dice che Dio fece l’uomo "a sua immagine e somiglianza", il Corano dice "Non v’ha simile a Lui cosa alcuna".
• Sei giorni. «Nel mondo islamico premoderno, ogni copia del Corano (un testo di circa 500 pagine) doveva essere scritta a mano, compito che per un scriba competente significava diversi giorni di lavoro. Si ha notizia di uno scriba medievale che completò il Corano in sei giorni».
• Incongruenze giuridiche. «Per esempio, è noto che l’Islam prescrive la lapidazione in casi di provato adulterio (zina) e, secondo le tradizioni accreditate sull’attività giuridica del Profeta, questi era riluttante ad attuare la pena. Tuttavia ecco cosa si legge nel Corano: ”L’adultero e l’adultera siano puniti con cento colpi di frusta ciascuno”».
• Donne. «Trattieni presso di te la tua donna e temi Dio» (Cor. 33:37).
• Generazioni. «Egli, Dio, è uno,/ Dio, l’Eterno./ Non generò e non fu generato» (Cor. 112).
• Mecca e Medina. Come affermò per primo Hisham ibn ’Urwa (morto nel 763 circa) e ritengono la maggior parte degli studiosi, tutto quello che nel Corano si riferisce a comunità e generazioni del passato o stabilisce le credenziali del Profeta fu rivelato alla Mecca, mentre tutte le prescrizioni gli furono rivelate a Medina.
• Frammenti. «Il Corano completo più antico che possediamo, di datazione sicura, risale soltanto al IX secolo. Ci sono tuttavia numerosi frammenti che, seppure quasi impossibili da datare con precisione, sono evidentemente più antichi; generalmente si ritiene che i primi risalgano almeno all’inizio del VIII secolo e forse al VII».
• Vene e verità. «In verità Noi creammo l’uomo, e sappiamo quel che gli sussurra l’anima dentro, e siamo a lui più vicini che la vena grande del collo» (Cor. 50:16).
• Aspetti. « luce su luce» (Cor. 35).
• Diviso in 114 capitoli, dette sure, il Corano è il testo base dell’Islam ma non fu scritto da Maometto benché questi al momento della morte avesse già ricevuto tutta la rivelazione. L’edizione moderna standard è quella stampata in Egitto nel ’24. Cook ne presenta gli aspetti principali (per esempio, Dio, somiglia all’uomo come quello della Bibbia?) e quelli più discussi (perché ci sono parole il cui significato è ignoto?, in che misura la donna può essere punita?).
L’autore insegna nel dipartimento di studi sul Medio Oriente all’Università di Princeton.