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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

«Per mio figlio nessun progetto, ogni anno un supplizio»

ROMA Quando Stefano aveva 4 anni dissero alla madre, Emanuela Rizzo, impiegata a Modena nella pubblica amministrazione, che l’iperattività del figlio, il suo mettere sempre in fila gli oggetti e non guardare mai gli altri negli occhi, non era timidezza. Era un problema clinico. «Lo psichiatra tradusse sul referto: “Disturbo medio dello spettro autistico”».
Oggi Stefano ha 17 anni e frequenta la terza superiore di una scuola d’arte.
«Vive a scuola 36 ore a settimana, ha l’insegnante di sostegno per nove. La divide con un compagno, anche se la legge non lo consente. È davvero poco, e io sono frustrata».
Perché?
«Stefano è intelligente, curioso, ma ha profondi problemi di relazione. A casa fa ricerche su internet, usa il tablet per disegnare grafici, ma non riesce a inserirsi in un discorso. Viene isolato perché parla dieci minuti consecutivi solo di quello che gli interessa».
Potrebbe crescere a scuola?
«Molto. I risultati, però, sono sconfortanti. Attorno a lui non c’è un progetto. Gli fanno fare cose basiche e a ogni ripresa dell’anno i nuovi docenti neppure sanno che ha un certificato medico. Può restare 6 ore in classe a guardare un muro».
Il percorso di suo figlio?
«Lo hanno mandato in prima media separandolo dai compagni delle elementari, un disastro. Ricordo che chiese di andare in bagno e si perse per la scuola».