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 1994  settembre 08 Giovedì calendario

La giornata di Paolo Villaggio. «Io mi sveglio all’ora dei lupi, fra le 3 e le 4 del mattino»

• Io mi sveglio all’ora dei lupi, fra le 3 e le 4 del mattino. Verso le 5 mi alzo, mi vesto e porto i miei due cani, Bingo e Piccolo a correre a villa Ada, inseguendoli lungo i viali. Poi vado con i cani a piazza Verbano, dove compro i giornali e mezzo chilo di focaccia genovese e torno a casa. Taglio la focaccia in due sfoglie, apro il frigorifero, ci metto in mezzo un tre etti di mortadella con pistacchio e faccio la prima colazione. Mentre mangio, sfoglio i giornali: do uno sgaurdo ai titoli, ai sottotitoli, alle foto, ma leggo soltanto le notizie che mi riguardano personalmente». Poi, leggero come un uccello, vola verso il mare. «Prima debbo studiare il percorso di guerra. Attraversare Roma, anche nelle prime ore del mattino, è un’impresa militare. Debbo raggiungere via del Mare o la via Aurelia prima che vengano occupate dalle truppe d’assalto». (Paolo Villaggio a Costanzo Costantini)
• Villaggio preferisce Fregene o Ostia? «Ostia perchè lungo il percorso di guerra ci sono le mie rotte strategiche. Presso la Piramide c’è un porchettaio di Ariccia che vende una porchetta sublime: è croccante, canta sotto i denti, un aroma eccitante di sale, rosmarino e pepe». Lungo il percorso di guerra che conduce a Fregene non ci sono rotte strategiche? «All’inizio dell’Aurelia, presso il benzinaio, c’é un pizzettaro napoletano che è un maestro, ma lungo il percorso di guerra si ingorga anche la mia via interna, dalla bocca allo stomaco, e debbo tornare indietro». Riprende allora il percorso di guerra che porta a Ostia? «Preferisco Ostia perchè quando non torno indietro prima di raggiungerla, c’è una piscina olimpionica dove posso fare tuffi da 50 a 60 metri. Ma prima di tuffarmi debbo risolvere un piccolo problema. Io sono ipertrofico e astigmatico. un difetto della curvatura della cornea. Debbo placare l’astigmatismo più che l’ipermetropia, perchè l’astigmatismo produce effetti verticali che possono darmi le vertigini mentre mi tuffo» (Paolo Villaggio a Costanzo Costantini)
• Il bagno in mare non lo fa? «Tuffarsi in mare a Ostia è come immergersi nello Stige. E poi come potrei fare il bagno in mare dopo aver lavorato con Fellini? Fellini aveva forse mai fatto il bagno in mare? Non si era mai avvicinato a più di cento metri dall’acqua. Quando giravamo La voce della luna, Fellini viveva le ore della mattinata in attesa della scelta del ristorante. Una volta scelto e raggiunto il ristorante, dava un’occhiata al tavolone degli antipasti e assaggiava due o tre cosettine: una fetta di melone e una fettina di prosciutto, una crocchetta di patate, due alici sott’olio. Ma poi veniva contagiato da me. ”Federico non prendi due olivette ascolane, due filetti di carpaccio di pesce spada, due fili di spaghetti alle cozze, un saraghetto arrostito alla brace, un’insalatina con rughetta, una scheggina di parmigiano?” gli chiedevo. Quando si lasciava tentare, poi cadeva sul set anche lui in ipnosi, in trance come me.» (Paolo Villaggio a Costanzo Costantini)
• Ma di Fellini ricorda soltanto le tavolate? «Ricordo anche le sue urla quando all’improvviso sparivo dal set e andavo nelle roulottes alla ricerca di qualche avanzo mangiabile, ma non trovavo che dei panini stantii e dei suppli freddi e ripugnanti. Qualche volta, mi vergogno a dirlo, facevo anche delle ricerche scientifiche, per così dire, nel cassonetto dei rifiuti.» Del Fellini regista nessun ricordo? «L’apparizione del ’Rex’ in Amarcord mi aveva strabiliato. Quella sequenza vale più di tutti i film che ho visto dalla prima adolescenza fino ad oggi» (Paolo Villaggio a Costanzo Costantini)
• Con chi ha fatto le più grandi mangiate della sua vita, con Tognazzi? «Tognazzi era un gran mangiatore ma un cuoco disastroso. Il primo venerdì di ogni mese invitava nella sua casa di Velletri undici amici. Con lui facevamo dodici, i dodici apostoli. Lui non se ne rendeva conto, ma c’era sempre infatti il pericolo che fosse l’ultima cena. Una sera proposi una votazione segreta sul pranzo che ci aveva preparato. I voti erano: straordinario, ottimo, sufficiente, insufficiente. Votammo tutti allo stesso modo: pessimo. Tognazzi credeva che fosse uno scherzo, ma non lo era. Mario Monicelli voleva mandare frammenti di quei cibi all’istituto d’Igiene. Fu una catastrofe. Cadde in una depressione lancinante. Ma lui stesso, inconsapevolmente, temeva insidie dai piatti che preparava. Nella sua casa romana, in piazza dell’Oro, aveva fatto dipingere il soffitto di rosso scarlatto e vi aveva fatto scrivere a caratteri cubitali bianchi il numero telefonico del suo cardiologo. Se durante la notte si fosse sentito male, avrebbe potuto chiamarlo senza bisogno di mettersi gli occhiali» (Paolo Villaggio a Costanzo Costantini)
• Ma Tognazzi era una specie di anoressico rispetto a Ferreri? «Una volta in Spagna Ferreri si mangiò dieci piatti di angulas e settanta chuletas de cordero, cioè settanta costolette d’agnello. Ma Ferreri è un mangiatore clandestino, solitario, triste. Non dice mai: ”Annamo a magnà”, ma ”Voglio magnà”. Mangia come un elefante. Infatti quando si ammala non va dal medico, ma dal veterinario». (Paolo Villaggio a Costanzo Costantini)
• Mastroianni è ancora un pasta-faciolaro. «Per un verso è ancora un pastafaciolaro, per un altro un mangiatore super-raffinato: caviale, storione, Krug, lo champagne che bevono i principi» (Paolo Villaggio a Costanzo Costantini)
• Gassman come mangia? « capace di mangiare una mozzarella con tutta la carta, senza accorgersene. Mangia come si veste. Sembra un ufficiale prussiano. Ha un guardaroba agghiacciante: non ci sono che reperti archeologici dei film che ha fatto». (Paolo Villaggio a Costanzo Costantini)
• Ha mai mangiato con la ”contessa di Hong Kong”? «Una sola volta ho avuto l’onore di mangiare con la ’contessa di Pozzuoli’. Napoli non se la scorda mai, neppure quando mangia. Dà una sensazione deliziosamente raccapricciante vederla mangiare». (Paolo Villaggio a Costanzo Costantini)
• vero che Ornella Muti mangia come una tartarughina? «La Muti non mangia, si nutre di se stessa, come un marsupio. Ha una tabella di prescrizioni che fa paura: fieno, carrube, crusca, paglia. Un’alimentazione esclusivamente equina». (Paolo Villaggio a Costanzo Costantini)
• La Margot Fontayne della nostra televisione come si nutre? «La Ulanova nazionale, Valeria Marini? Da quello che so, anche lei di paglia e fieno, come si vede dalla sua pelle». (Paolo Villaggio a Costanzo Costantini)
• E Alba Parietti? «Non ha un’alimentazione equina ma si nutre di carne equina, è per questo che scalpita come una cavalla imbizzarrita» (Paolo Villaggio a Costanzo Costantini)
• Anche Serena Grandi fa le diete? «Una dieta rigorosamente spartana. Una volta, alle otto del mattino, in un paesino vicino Rimini, divorò tre filoni di pane fresco svuotati dalla mollica e riempiti di acciughe, prosciutto, cacio, olio e pepe, in dieci minuti». (Paolo Villaggio a Costanzo Costantini)
• La Gertrude Stein del sabato sera come si nutre? «La Spaak? Una volta le portai dei filetti di manzo ma mi disse: ”in genere gli uomini mi portano dei gioielli”. ”Ma io frequento più le macellerie e le osterie che le gioiellerie”, le risposi». (Paolo Villaggio a Costanzo Costantini)
• La Ekberg l’ha mai vista mangiare? «Una sola volta, come la Loren: si mangiò sette chili di funghi porcini». (Paolo Villaggio a Costanzo Costantini)
• Ha mai mangiato con Gianni De Michelis? «Anche con lui una sola volta, ma in un luogo esotico, a Punta dell’Est, in Uruguay. Si festeggiava il capodanno e c’era ogni bendidio, ma lasciò gran parte dei commensali a digiuno». (Paolo Villaggio a Costanzo Costantini)