Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Al cuor non si comanda
• Al cuor non si comanda. Sarà anche vero per i sentimenti, ma non altrettanto per la salute del sistema cardiovascolare. I disturbi che lo colpiscono, infatti, possono dipendere da fattori «fisiologici» (non modificabili), ma più spesso sono la conseguenza di abitudini quotidiane sbagliate ed evitabili. «I disturbi cardiovascolari più diffusi sono l’infarto del miocardio, l’ictus cerebrale e le arteropatie periferiche», spiega il professor Rodolfo Paoletti, presidente della Fondazione italiana per il cuore. Non tutti, però, corrono gli stessi rischi di contrarre una di queste malattie. Le possibilità cambiano a seconda dell’età, del sesso e dell’ereditarietà di alcuni fattori. «Le malattie cardiovascolari sono legate all’invecchiamento, ma l’età critica non è la stessa per uomini e donne», continua Paoletti, «per gli uomini comincia dopo i 45 anni e ha il suo apice attorno ai 60. Le donne, invece, fino alla menopausa (50 anni circa) sono protette dagli ormoni estrogeni contenuti nel sangue». Un altro fattore di rischio che non può essere modificato è l’ereditarietà.
• Mangiare deve essere sempre e comunque un piacere. Ma è importante sapersi alimentare in modo corretto per evitare complicanze cardiovascolari e metaboliche. « indispensabile, quindi», dice la dottoressa Rosalba Mattei, docente di Scienze dell’alimentazione presso l’Università di Siena, «imparare a gestire la propria vita alimentare. Questo non significa solo rinunce e privazioni. Se una volta abbiamo voglia di mangiare una frittura, facciamolo, ma usiamo l’olio adatto e soprattutto non riutilizziamolo. Nel momento in cui si conosce il modo giusto di alimentarsi, si è in grado di autoregolarsi».
• Per una dieta equilibrata. «In ogni pasto devono essere presenti proteine (per il 10-15%), grassi (per il 25-30%) e carboidrati (per il 55-60%)», spiega la dottoressa Mattei. «No dunque alla carne, sia rossa sia bianca, tutti i giorni. Sì invece al pesce di mare. Frutta e verdura non devono mai mancare, perché contengono molte vitamine e fibre, che fungono da agenti protettivi per il nostro organismo». Attenzione al consumo di sale che, nel piano sanitario nazionale messo a punto dall’ex ministro Umberto Veronesi, doveva essere inferiore ai 6 g al giorno, e all’alcol (che deve essere inferiore ai due bicchieri di vino al giorno per le donne e inferiore ai tre bicchieri per gli uomini). Tenete sotto controllo l’assunzione di carboidrati complessi (come pane e pasta) e semplici (come lo zucchero): se assunti in eccesso, favoriscono l’aumento di peso e quindi il rischio di malattie cardiovascolari.
• Conservazione e cottura. Spesso questi due aspetti vengono trascurati. «Invece sono molto importanti. Innanzi tutto, bisogna imparare a leggere le etichette sulle quali è scritto come conservare gli alimenti. Esistono poi molti modi di cuocere i cibi (a vapore, al cartoccio, alla brace, al forno, nella pentola a pressione). Vanno tutti bene. L’importante è ruotare, perché ogni tipo di cottura altera, a causa della temperatura, gli alimenti in modo diverso. Occhio anche alla durata della cottura, perché si rischia di perdere molti benefici insiti negli alimenti», aggiunge Mattei.
• L’attività sportiva è fondamentale sempre e a qualsiasi età», dice il dottor Bruno Carù, cardiologo dello sport e ricercatore presso il Cnr di Milano, «perché aiuta a rallentare l’inevitabile processo di decadimento del nostro corpo dovuto al trascorrere degli anni. Nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, poi, ha un ruolo fondamentale. Perché non è vero che agli individui malati di cuore, sia adulti sia bambini, l’attività fisica è sconsigliata. L’importante è rapportarla sempre alla cardiopatia presente in quel momento».
• «Chi non ha alcun problema di salute, può praticare qualsiasi sport», dice Carù. «In ogni caso, io consiglio sempre le attività di tipo aerobico (o di resistenza) come la corsa, il nuoto, il ciclismo, lo sci di fondo. Tutte discipline che consentono di dosare lo sforzo». Perché l’attività fisica faccia davvero bene, deve rispettare i limiti e il livello di efficienza di ogni individuo, sia sano sia affetto da qualche disturbo fisico. «Per i soggetti a rischio, invece, ad esempio quelli che hanno in famiglia malati di cuore o ipertesi, in sovrappeso o fumatori, direi che sono queste le attività più indicate», aggiunge Carù. «L’apparato circolatorio gradisce poco le variazioni rapide, per esempio gli scatti che fa un tennista durante una partita. sempre il medico, comunque, a dover dare consigli in questo senso».
• Sono molti gli studi che evidenziano i benefici delle discipline aerobiche: «Riducono la pressione in chi è iperteso, aiutano a correggere la quantità di grassi nel sangue, stimolano la possibilità di smettere di fumare e, in maniera molto minore, di ridurre il peso».
• « necessario un impegno di almeno 3 volte la settimana per circa 20 minuti ogni volta», aggiunge Carù, «per ottenere effetti positivi dall’attività fisica, sia che si abbiano 20 anni sia che invece si siano raggiunti già i 60. Ma è fondamentale, a prescindere da tutto, che a partire dai 30-35 anni, prima di iniziare un qualsiasi tipo di sport, vengano fatti dei check-up generali per valutare il proprio stato di salute, in modo da evitare rischi inutili e ottenere dallo sport solo vantaggi».
• Una delle maggiori cause di anomalie nei neonati sono proprio le cardiopatie congenite: «Possono dipendere da diversi fattori», spiega il dottor Giuseppe De Simone, primario del reparto di cardiologia dell’ospedale Bambino Gesù di Roma «dall’alcolismo, dal fumo durante la gravidanza oppure da fattori congeniti. Le malformazioni possono essere semplici o complesse», continua De Simone, «e possono manifestarsi al momento della nascita oppure passare inosservate per lungo tempo». Sono i genitori a doversi accorgere dei sintomi: «Il bambino affetto da questa malformazione si nutre poco volentieri perché si affatica durante l’allattamento, soffre di un’abbondante sudorazione dovuta a questo sforzo e non cresce», dice De Simone. «La cardiologia moderna interviene durante la gravidanza, con la diagnosi prenatale: tra la sedicesima e la diciottesima settimana viene fatta la ecocardiografia fetale, un esame in cui viene studiato il cuore del bambino». Si procede comunque a una operazione chirurgica, anche sul neonato, per correggere la malformazione. Una volta che il bimbo è stato operato per una malformazione non grave, torna a una vita normale. Per le malformazioni complesse, viene tenuto sotto controllo periodicamente (due volte l’anno) ma torna comunque a una vita sociale normale. «Certo non potrà fare sport a livello agonistico», dice De Simone, «ma questo non vuol dire che non possa fare attività fisica. Può e deve giocare a pallone con gli amici, e correre. L’importante è che faccia solo ciò che si sente di fare. D’altronde un bambino si ferma solo quando è stanco. Non sarebbe giusto limitarlo».
• Chi affronta la vita con ottimismo riduce del 50% le possibililtà di soffrire di malattie cardiovascolari. il risultato di una ricerca statunitense, condotta dal J. Hopkins University Center su 586 persone, di entrambi i sessi e d’età compresa tra i 30 e i 59 anni. Certo, più semplice a dirsi che a farsi. Cosa fare per rendere le giornate meno stressanti e far sì che l’ansia non mini la salute del cuore?
«Cercando di modificare in meglio il maggior numero di cose possibile», dice il professor Filippo Petruccelli, direttore dell’Istituto per lo studio delle psicoterapie di Roma. «Le giornate diventano più leggere se si compensano con piccoli piaceri gli stress lavorativi, familiari e sociali che non si possono eliminare. L’importante è imparare a ritagliarsi degli angoli di benessere. Come un bel bagno, fatto però non tanto per lavarsi, quanto per passare un po’ di tempo con se stessi. Nella vasca, giocherellate coi piedi, massaggiarli vi rilasserà perché sono pieni di terminazioni nervose». Ma facciamo qualche esempio pratico. «Lo sport, si sa, è un’ottima prevenzione. Ma va fatto nel modo giusto: non basta chiudersi in palestra e torturarsi di esercizi; fate piuttosto lunghe passeggiate, state all’aria aperta, imparate a individuare i limiti del vostro corpo, senza forzarli. Lo scopo è il benessere, non il fitness, i muscoli o il bruciare calorie», continua Petruccelli.
• Il traffico che siete costrette ad affrontare tutti i giorni in città non potete eliminarlo, ma con qualche piccolo accorgimento (della buona musica o un programma divertente alla radio) lo renderete un po’ meno stressante. «La cosa davvero importante, insomma, è che quello che si fa nell’arco della giornata sia il più possibile frutto di una scelta, fatta per soddisfare un bisogno, anche minimo». La prevenzione delle malattie cardiovascolari, infine, passa anche dalla famiglia: «Gli affetti possono far molto, ma vanno vissuti nel modo giusto, riscoprendo il piacere dei rapporti a due tra tutti i membri della famiglia». Nel riquadro a destra trovate qualche consiglio per migliorare la qualità delle vostre giornate.
• i consigli dello psicologo per combattere lo stress
• In famiglia
Ritagliatevi degli spazi per rinforzare i rapporti con ognuno dei membri della vostra famiglia. Uscite a cena con vostro marito, andate in palestra con vostra figlia o a fare shopping con vostro figlio. «L’importante è riuscire a coltivare ognuno dei ruoli che si hanno all’interno della casa».
• Nel parco
Anche portare fuori il cane può trasformarsi in una piacevole parentesi: «Correte un po’ con lui, ma non per sudare o per andar veloci: sgranchitevi correndo all’indietro, di lato, fate capriole, giocate».
• Davanti alla Tv
«Non accendetela per abitudine, fatelo solo per vedere qualcosa che vi interessa davvero. E se non c’è nulla? Affittate la videocassetta di un film che da tempo avreste voluto vedere».
• E’ il fattore di rischio insieme più facile e difficile da modificare. Lo stress, abbiamo visto, può essere ridotto o compensato, ma mai completamente eliminato, perché non dipende solo da noi. Per il fumo, invece, si può far molto, è solo una questione di forza di volontà. In una parola: smettete! Perché? Ecco cosa fa alle vostre arterie.
Come agisce sul cuore
Le sostanze contenute nel fumo, per esempio la nicotina, agiscono direttamente sulle arterie, danneggiandole, agevolando la formazione di piccole placche sulle loro pareti interne e riducendo il flusso di sangue che esse riescono a portare al cuore. Per causare tutto questo bastano poche sigarette: « sufficiente superare le sei al giorno per aumentare il proprio fattore di rischio cardiovascolare», spiega il professor Paoletti. Con un pacchetto al giorno il rischio di soffrire di questo tipo di malattie raddoppia. «Le donne che fumano, poi, annullano l’azione protettiva degli estrogeni contro il rischio cardiovascolare». Insomma: è come se fumando anticipaste ciò che accade durante la menopausa.
• Per smettere di fumare avete a disposizione due sistemi: ridurre gradualmente il numero di sigarette o azzerarlo di colpo. In entrambi i casi, i vantaggi sono tanti e, soprattutto, immediati. Che il vostro cuore e le vostre arterie stanno meglio ve ne accorgerete alla prima rampa di scale: niente più fiato corto e niente più pause sul pianerottolo. Anche in palestra faticherete molto meno. Insomma: che siate o no sotto sforzo, respirerete senza difficoltà. E i vantaggi a lungo termine? «Un ex fumatore», dice Paoletti, «riesce più che a dimezzare il rischio di avere un infarto e le possibilità di contrarre malattie cardiovascolari». Solo qualche anno dopo aver smesso di fumare, infatti, avrete un «fattore di rischio» identico a quello di una persona che non ha mai toccato una sigaretta in vita sua.
• Sono più di cent’anni che la usiamo contro il mal di testa, come analgesico. Ma sapevate che l’aspirina può anche prevenire i distubi cardiovascolari? «Lo si è scoperto circa vent’anni fa», dice il professor Paoletti, «ma occorre fare attenzione alle dosi: per evitare effetti collaterali sull’apparato gastrointestinale, infatti, bisogna prenderne una quantità circa quindici volte inferiore a quella che si prende, in genere, per mandar via il mal di testa». Ma come funziona? «L’aspirina è a base di acido acetilsalicilico, una sostanza che previene l’aggregazione delle piastrine contenute nel sangue, da cui dipende la formazione dei coaguli che causano molti dei disturbi cardiovascolari». Insomma: fa bene al nostro cuore, ma dev’essere un medico a prescriverla. L’età in cui cominciare a prenderla, infatti, cambia a seconda del sesso e delle condizioni di salute. «In linea generale», dice Paoletti, «le donne possono cominciare a prenderla dopo i 60 anni, agli uomini capita di averne bisogno già dopo i 50. Ma ognuno di noi ha esigenze diverse, che vanno valutate dallo specialista, l’unico in grado di stabilire se è necessario o meno iniziare una terapia di questo tipo».
• Chi ha un cuore un po’ malandato, può ricorrere, in casi estremi, a uno artificiale. Il più diffuso (ce l’hanno già 2.000 persone) si chiama Novacor. una specie di pompa meccanica, che pesa circa un chilo e viene alimentata da una batteria che si porta a tracolla, come un borsetta. Una volta impiantato può durare anche cinque anni. Nel petto di un centinaio di cardiopatici di tutta Europa, invece, batte il Micromed DeBakey Pump, un cuore artificiale un po’ più piccolo, mentre al Policlinico San Matteo di Pavia ne stanno sperimentando un altro, che si chiama Lionheart («cuor di leone»). Anche questo è più leggero (pesa solo due etti) e assomiglia a un pace-maker.
Pochi mesi fa, inoltre, nel Kentucky (Usa), è stato impiantato nel petto di un cardiopatico AbioCor, il primo cuore artificiale in plastica e titanio. Si ricarica dall’esterno, ogni mezz’ora, ed è grande più o meno quanto un pompelmo. I medici che lo stanno sperimentando assicurano che può raggiungere una durata di quasi cinque anni.
Ma il trapianto potrebbe non essere l’unica soluzione. Negli Usa, il ricercatore italiano Piero Anversa sta studiando, con la sua équipe, un sistema che dovrebbe indurre il cuore a «ripararsi da sé». Mentre lo scorso agosto, a Dusseldorf (Germania), un’équipe cardiologica è riuscita a riparare il cuore di un uomo di 46 anni usando cellule staminali prelevate dal suo stesso midollo osseo.
• Le associazioni che si occupano di malattie cardiovascolari sono tante. Alcune raccolgono fondi per sostenere la ricerca, altre si occupano di pronto soccorso cardiologico, altre ancora di prevenzione. Un esempio? Il Centro per la lotta contro l’infarto, di Roma (www.centrolottainfarto.it), informa da anni i suoi soci su ricerche, convegni e iniziative attraverso una rivista mensile che si chiama «Cuore e Salute». Per associarsi bastano 15,49 euro (30.000 lire) l’anno. A Napoli, House Hospital è invece impegnata nella prevenzione e nella diagnosi: «Con un camper», dice il presidente Sergio Canzanella, «riusciamo a raggiungere anche i centri campani più distanti dagli ospedali. Facciamo visite, diagnosi e, in caso di necessità, provvediamo al ricovero dei pazienti». Altre informazioni all’indirizzo Internet www.househospital.org.
In questa pagina trovate informazioni su altre due importanti iniziative. Una è legata alla raccolta di fondi per le cardiopatie congenite dei bambini, l’altra è nata per velocizzare il più possibile il pronto soccorso per gli infartuati (il 66% di quelli europei arriva in ospedale addirittura due ore dopo l’evento).
Il pronto soccorso arriva in moto. George Clooney, che di cuori se ne intende, ha prestato il volto alla campagna pubblicitaria di un progetto promosso da Running heart foundation e da Pronto Cuore. Slogan: «La velocità può salvarti la vita». Di che si tratta? Dieci scooter, guidati da personale esperto e attrezzati per il pronto soccorso cardiologico, saranno usati (per ora solo a Roma), per soccorrere chi dovesse esser colpito da infarto mentre si trova in strada. Per saperne di più, potete chiamare il numero verde l’800-150690.