Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 17 settembre 2005
La saggezza del perdono
• Perdono. "Io ragiono così: se sviluppo cattivi sentimenti verso coloro che mi fanno soffrire, questo servirà solo a distruggere la mia serenità mentale. Ma se perdono, la mia mente resta calma"
• Lotta. "Per quanto riguarda la nostra lotta per la libertà, se la portiamo avanti senza rabbia, senza odio, ma con sincero perdono, possiamo condurre questa lotta in modo perfino più efficace. Lottare con mente serena, con compassione. Attraverso la meditazione analitica, ora ho la piena convinzione che le emozioni distruttive come l’odio non siano di alcuna utilità".
• Alterazioni. "Talvolta mi capita di provare una leggera irritazione".
• Biscotti. Intervistato subito dopo la celebrazione del sojong, rituale buddhista della confessione, il Dalai Lama rispose che, sì, anche lui si era confessato, segnatamente aveva confessato di mangiare biscotti di sera: "In quanto monaco buddhista non dovrei mangiare nulla dopo il mio pasto di mezzogiorno".
• Bodhisattva. Coloro che praticano l’altruismo infinito. Per il Dalai Lama sono gli esseri più egoisti del mondo, perché coltivando la compassione perseguono lo scopo della loro vita, la felicità definitiva, come il cuoco, che cucina per gli altri: "anche se non ha intenzione di cucinare per se stesso, è sempre ben pasciuto".
• Elettrocardiogramma. Sottopostosi a un elettrocardiogramma a sessantasette anni, quando i medici di Bombay gli dissero che aveva il cuore di un ventenne, il Dalai Lama non si meravigliò: "Finché rimaniamo arrabbiati siamo sempre di cattivo umore. Penso che questa sia la ragione per cui dovremmo perdonare. Con la mente calma e più in pace, il corpo è più in salute. Una mente agitata nuoce alla salute".
• Insetti. Intervistato da ”O, The Oprah Magazine” ("ha mai dovuto perdonarsi qualcosa?"), il Dalai Lama rispose: "Piccoli incidenti, come uccidere per sbaglio un insetto. Il mio atteggiamento verso le zanzare non è molto benevolo, non molto pacifico. Anche verso le cimici".
• Paura. Lopon-la, monaco di Lhasa incarcerato dai cinesi per diciotto anni, torturato e costretto a rinnegare la sua religione, una volta liberato ammise di avere avuto paura di una sola cosa: "Avevo paura di perdere la compassione verso i cinesi".
• Accettazione. Il Dalai Lama a proposito di Lopon-la: "Grazie al perdono mentalmente ed emotivamente non soffrì troppo. Sapeva di non poter fuggire, perciò meglio accettare la realtà che lasciarsene traumatizzare".
• Tumo. Khyentse Lama, maestro di tumo, pratica tantrica per autogenerare calore fisico, ricorre alla tecnica del lenzuolo bagnato, anche nei giorni più freddi: si immerge il lenzuolo nell’acqua gelata, lo si strizza, lo si avvolge intorno al corpo nudo e si medita; nel giro di pochi minuti arriva l’energia e dopo un’ora il lenzuolo è completamente asciutto. Si ripete l’operazione fino a usare da dieci a tredici lenzuola in una notte.
• Celle. Tenzin, praticante di tumo, si sottopose a test di laboratorio a Boston, nel 1985 a livelli di temperatura di cella frigorifera. Entrato in un profondo stato di meditazione, la quantità di ossigeno assunto diminuì e il metabolismo si rallentò, finché non gli bastarono cinque o sei ispirazioni al minuto, contro le normali tredici o quattordici. Generato il tumo, la sua temperatura salì di dieci gradi centigradi. Il dottor Benson, che seguì l’esperimento: "I processi meditativi conducono a modificazioni fisiologiche piuttosto impressionanti del corpo. Queste modificazioni hanno implicazioni dirette con la salute... Ogni malattia è causata o aggravata dallo stress" (MindScience: AN East-West Dialogue, 1991).
• Nuvole. Il principio di interdipendenza, fondamentale per il buddhismo, per cui tutte le cose dipendono le une dalle altre, espresso dal maestro buddhista vietnamita Thich Nhat Hahn: "Se sei un poeta, vedrai che in questo foglio di carta c’è una nuvola. Senza una nuvola, non c’è la pioggia; senza pioggia, gli alberi non possono crescere; e, senza alberi, non si può fare la carta".
• Analisi. "La pace della mente si manifesta in due modi. Il primo è una vita piuttosto semplice. Per questo sorgono meno afflizioni mentali. Il secondo è una mente molto sofisticata, una mente che conosce molte cose, ma che all’interno è calma". In particolare per raggiungere la calma della mente il Dalai Lama analizza. Per esempio: " molto utile paragonare il proprio dolore a qualche dolore più grande. Si pensa immediatamente: ”Oh, questo dolore effettivamente non è troppo grave rispetto a quest’altro”. Così ci si sente subito meglio" (Dalai Lama).
• Concorrenza. "Poiché ero un commerciante di tè, la mia avidità mi faceva perdere profitti e di tanto in tanto mi angosciavo. Ora, dopo aver imparato qualcosa dal buddhismo, mi rendo conto degli inganni del desiderio. Iniziai a controllare gradualmente il mio cattivo carattere [...] Un giorno stavo facendo affari. Improvvisamente cominciai a tener conto dei bisogni dei miei concorrenti più dei miei [...] Ora i miei affari sono migliorati" (lettera ricevuta dal Dalai Lama).
• Proselitismo. Il Dalai Lama non cerca proseliti, anzi, da decenni sostiene che dovremmo tutti restare fedeli alla tradizione e al nostro ambiente culturale.
• Buddhisti. "Il buddhismo è ovunque" (Jean-Jacques Annaud). Secondo i responsabili di Amazon.com attualmente esistono ventimila libri sul buddhismo.
• Giocherelloni. "Il Dalai Lama è un uomo meraviglioso. Gli voglio bene. Noi due abbiamo un senso del divertimento pazzesco, dentro di noi c’è un bambino piccolo che cerca di uscire. Gesù disse: ”Se non diventerete come bambini, non entrerete nel Regno dei Cieli”. I bambini hanno il senso della meraviglia, come il Dalai Lama. E poi lui possiede questa evidente santità. Ha il titolo di ”Santità”, ma è un uomo santo davvero" (l’arcivescovo anglicano Desmond Tutu, dal 1995 al 1997 presidente della Commissione per la verità e la riconciliazione in Sudafrica, col compito di ascoltare ventunmila testimoni per descrivere le violazioni dei diritti umani subite durante il periodo dell’apartheid).