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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Chi non legge questo libro  un imbecille

• «La ragione è come la verità: è unica; ci si arriva per una sola strada, ci se ne allontana per mille. Lo studio della saggezza è meno lungo di quello che si potrebbe fare sugli sciocchi o sugli impertinenti» (la Bruyère).
• «I cattivi a volte si riposano, gli imbecilli mai» (Eros Drusiani).
• «Gli sciocchi si annoiano perché mancano di una qualità estremamente fine: il discernimento. L’uomo intelligente scopre mille sfumature nello stesso oggetto, intuisce la diversità profonda di due fatti apparentemente simili. Lo sciocco non distingue, non discerne. Il potere, di cui è orgoglioso, è di trovare simili le cose più diverse» (Vitaliano Brancati).
• «Un giorno la gente che andò alla posta centrale di Sarajevo lesse su un muro la scritta: ’Questa è la Serbia’: la guerra era scoppiata già da un anno. Il giorno successivo su quello stesso muro qualcun altro aveva cancellato quella scritta provocatoria ma ne aveva aggiunta un’altra: ’Questa è la Bosnia’ (...). Il giorno dopo ancora, qualcuno cercò di rimettere ordine nella geografia della ex Jugoslavia, cancellò a sua volta la scritta del giorno prima, e con la cruda lucidità di chi non vuole rassegnarsi alle altrui idiozie scrisse: ’Questa è la posta, stupidi!’» (Piero Zannini, Significati del confine).
• «La stupidità non varca mai frontiere; là dove posa il piede è teritorio suo» (Stanislaw Lec).
• Convinzione da sempre esistita che gli sciocchi siano più numerosi in certi punti della terra. Per i greci antichi affollavano Abdera (città ricca e popolosa che in realtà ha dato i Natali anche a Democrito e Protagora) e la Beozia (da qui il termine beota), gli inglesi li avevano censiti a Gotham, per i romagnoli i tonti arrivano da Fano, molte barzellette francesi hanno per protagonista un belga, eccetera.
• Nella tradizione degli ebrei dell’Europa dell’Est, esiste un villaggio di nome Khelm abitato esclusivamente da sciocchi. Una leggenda: «Dato che nessun angelo deve mai eseguire due compiti contemporaneamente, un angelo portava una brocca colma di anime intelligenti, mentre un altro angelo ne portava una colma di anime sciocche, in modo che ogni villaggio avesse il suo sciocco. Un giorno, all’angelo con la brocca piena di anime sciocche capitò di passare per Khelm. Siccome la regione circostante è ricca di colline e vallate, l’angelo inciampò, scivolò e rovesciò tutta la brocca nei dintorni di Khelm. E, da allora, tutti i khelmiti sono sciocchi» (da Mazel Tov).
• Nel suo "Allegro ma non troppo", Carlo Maria Cipolla distingue gli uomini in quattro classi: 1) gli intelligenti, che procurano vantaggi a se stessi e agli altri; 2) i banditi, che cercano solo il proprio utile; 3) gli sprovveduti, che cercano il proprio vantaggio e poi invece avvantaggiano qualcun altro; 4) gli stupidi, che danneggiano tutti, alla cieca.
• Lo Pseudo-Aristotele offre vari elementi per identificare uno stupido semplicemente guardandolo in faccia. Ad esempio ”quelli che hanno la fronte arrotondata sono stupidi, perché rimandano agli asini; coloro che l’hanno piuttosto piatta stupidi perché rimandano ai cani”. Conlusione dell’autore di questo libro: ”Dunque tutti coloro che hanno una fronte sono stupidi”. Per Johann Kaspar Lavater, esperto di fisiognomica del Settecento, distinguere gli stupidi è una faccenda semplicissima. Ad esempio (dal suo libro Della fisiognomica): ”Ogni viso è stupido di natura quando la sua fronte è notevolmente più corta del naso, misurato dalla fine della fronte, pur avendo la massa morbida e perpendicolare delle guance la stessa lunghezza”. E ancora: ”Quanto più è ottuso l’angolo che si forma tra il contorno dell’occhio e la bocca, osservati di profilo, tanto più debole e sciocco è l’uomo”.
• «La vita, ci dicono, si è sviluppata per gradi dal protozoo al filosofo, è questo sviluppo, ci assicurano, è senza dubbio un progresso. Purtroppo tutto questo ce lo assicura il filosofo, non il protozoo» (Bertrand Russel).
• Secondo Giacomo Leopardi una specie di viventi, rispetto all’altra, è tanto più felice, «cioè tanto meno infelice, tanto più scarsa d’infelicità positiva, quanto meno ella sente l’esistenza, cioè quanto men vive e più s’accosta ai generi non animali (dunque la specie de’ polipi, zoofiti ecc. è la più felice delle viventi). Così un individuo rispetto all’altro o agli altri». Conclusione: «Dunque il più stupido degli uomini è di questi il più felice».
• «Con tutto il mio fervore aspiro a quella condizione dell’anima in cui, libero da ogni responsabilità, potrò sentire la stupidità del mondo» (Karl Kraus).
• Perché lo stupido, lo scemo del villaggio, è quello che alla lunga rivela la personalità più memorabile? «Il punto di partenza è un’annotazione di Simone Weill: ’Se dico che 7+8 = 16, mi sbaglio; sono io, in qualche modo, a far sì che 7+8 = 16. Ma non sono io a far sì che 7+8=15’ (Quaderni, I, pag. 372). La verità esiste in sè, indipendentemente da me o da te, singoli esseri umani. Colui che enuncia una verità, che non ha nulla a che fare con le sue caratteristiche individuali ma verrà condivisa da tutti, tende dunque a passare inosservato. L’errore è il capolavoro del cretino: ottiene l’attenzione generale, s’imprime immediatamente nella memoria collettiva, si fa ricordare in eterno...».
• «Non esiste una sola idea importante di cui la stupidità non abbia saputo servirsi, essa è pronta e versatile e può indossare tutti i vestiti della verità. La verità invece ha un abito solo e una sola strada, ed è sempre in svantaggio» (Robert Musil).
• «Solo due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, e sul primo non sono sicuro» (Albert Einstein).
• ”Lei è un coglione?” ”Maledizione, c’è una fuga di notizie” (Altan). ’La stoltezza è una brutta qualità; ma non poterla sopportare, e indispettirsene e rodercisi, come mi accade, è un’altra specie di malattia che non è da meno della stoltezza e dell’importunità; ed è quello che ora voglio accusare per quanto mi riguarda” (Montaigne). ’Per quanto possa sembrare strano, nessuna dose di istruzione può curare la stupidità, e una istruzione formale la fortifica” (Stephen Vizinczey). ’Non discutere mai con un idiota. La gente potrebbe non notare la differenza’ (Arthur Bloch). ’Quando gli errori diventeranno più rari, saranno più preziosi (Stanislaw Lec).
• «Ogni grande pensatore è lo stupido di un altro» (Umberto Eco, dal Pendolo di Foucault). «Dovresti investire in un’azienda che può essere gestita da un imbecille, perché prima o poi un imbecille la gestirà» (Warren Buffet citato da Bill Gates).
• «Lo scemo del villaggio era l’esempio negativo nel quale si condensavano le caratteristiche che la collettività voleva sanzionare ed eliminare (...) Era una specie di capro espiatorio, che assumeva su di sè tutto il negativo (...). E’ proprio allo ”sciocco da fiaba” che pensava Leonardo Sciascia quando lanciava il suo accorato grido di rimpianto: ’E’ oramai difficile incontrare un cretino che non sia intelligente e un intelligente che non sia cretino. (...) e dunque una certa malinconia, un certo rimpianto ci assalgono tutte le volte che ci imbattiamo in cretini adulterati, sofisticati. Oh i bei cretini di una volta! Genuini, integrali. Come il pane di casa. Come l’olio e il vino dei contadini’» (Nero su nero).