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 2001  febbraio 12 Lunedì calendario

Mercoledì scorso Carlo Freccero, direttore di Raidue, ha sospeso ”Satyricon”, lo show di Daniele Luttazzi (modellato sul Late Show di David Letterman, Cbs)

• Mercoledì scorso Carlo Freccero, direttore di Raidue, ha sospeso ”Satyricon”, lo show di Daniele Luttazzi (modellato sul Late Show di David Letterman, Cbs). Motivo: il conduttore ha mangiato un dolce di cioccolato a forma di stronzo (Freccero: «Non lo chiudo né lo censuro: lo sospendo perché non lo capiscono»). Venerdì scorso, durante il ”Raggio verde” di Michele Santoro, sempre su Raidue, Freccero ha annunciato che il programma tornerà in onda.
• Daniele Luttazzi ha preso l’idea della scenetta coprofaga da un commento del consigliere Rai Alberto Contri a proposito della volgarità del suo programma. Luttazzi in trasmissione: «Il consigliere d’amministrazione della Rai Alberto Contri ha scritto che in questo programma manca solo la coprofagia. Capite? Io faccio battute, e lui mi invita a mangiare merda. Ma che idea è? Ehi, è una buona idea».
• La guantiera che una valletta ha portato a Luttazzi conteneva un profiterole con bigné e crema al cioccolato. Lo hanno preparato i pasticceri di Vanni, noto bar in via Col di Lana, a due passi dalla sede Rai di viale Mazzini, a Roma. Paolo Vanni, 65 anni, il titolare: «I nostri chef sono bravissimi, fanno qualsiasi cosa chieda il cliente». A proposito del dolce preparato per ”Satyricon”: « la prima volta che ci capita, sono rimasto perplesso anch’io quando ci hanno spiegato che doveva sembrare un escremento, la signorina delle prenotazioni si vergognava a dirmelo. I gusti son gusti, contenti loro». Il dolce pesava 1 chilo e mezzo, costo 35 mila lire al chilo.
• «Detta anche scatofagia, la coprofagia è l’ingestione di feci che si può osservare nei bambini ritardati e psicotici, oppure in alcuni pazienti schizofrenici come manifestazione di una grave regressione. Si riscontra molto raramente nei bambini normali come espressione di picacismo, ossia tendenza ad ingerire generi non commestibili».
• «Riteniamo che gli escrementi ci nauseino a cagione del loro puzzo. Ma puzzerebbero, quegli escrementi, se già non fossero oggetto del nostro disgusto? Troppo presto dimentichiamo gli sforzi che abbiamo dovuto compiere per imporre ai nostri figli le avversioni che ci hanno costituito, che hanno fatto di noi degli esseri umani».
• «Daniele ha mangiato, com’è ovvio, della cioccolata. Il clima in studio era tranquillo ed entusiasta. Tutti abbiamo assaggiato quella splendida mousse, davvero ben fatta, densa e profumata. C’era anche il presidente della Rai Zaccaria, che s’è complimentato poi a lungo con Luttazzi. Freccero era soddisfattissimo» (il filosofo Paolo Flores d’Arcais, direttore di ”Micromega”, ospite dell’ultima puntata di ”Satyricon”).
• Daniele Fabbri in arte Luttazzi («Presi il cognome da Lelio Luttazzi, così tutti mi chiedevano se ero suo figlio e si ricordavano di me»), nato a Sant’Arcangelo di Romagna il 26 gennaio 1961. Laurea in medicina a Modena, eletto nelle liste Dc, consigliere comunale a Sant’Arcangelo per anni, collaboratore satirico del settimanale satirico della curia ”Il Ponte”.
• «Nel 1988 facevo il volontario in ospedale. La comicità era una passione, ma non pensavo potesse diventare un lavoro. Partecipai alla ”Zanzara d’oro” e a ”Riso in Italy”. Mi notò Ugo Porcelli e mi portò a ”Doc”, il programma di Renzo Arbore. Quando me lo chiedono, dico sempre: spiacente, niente gavetta. Poi mi presero a ”Fate il vostro gioco” a Raidue. Durante le prove feci questa battuta: ”Messa a punto una nuova tortura per i pedofili che comporta l’iscrizione al partito socialista”. Scese giù il regista e mi disse che per quel giorno non dovevo fare niente, solo stare seduto accanto a Lella Costa e guardarla. Mi pagarono per quello. Per tredici puntate non dissi una parola e non tornai in tv per tre anni. Anni dopo a ”Barracuda” il mio primo ospite è stato Claudio Martelli. Gli ho detto: ”Se a me avevate fatto quello, chissà cosa stavate facendo al paese”. Mi ha risposto: ”Me lo chiedi tanto per mettermi a mio agio?”» (Daniele Luttazzi a Stefano Pistolini).
• «Nel ’90, su TeleMontecarlo partecipai a ”Banane” con una parodia di Gigi Marzullo che intervista un Gesù vestito Armani. A ogni domanda marzulliana la sudorazione di sangue di Gesù aumentava. Alla fine era una maschera. Quello sketch non è mai andato in onda. Ma anche lì hanno pagato. Stavo diventando ricchissimo, e non mi conosceva nessuno» (Daniele Luttazzi a Stefano Pistolini).
• Tra il 1993 e il 1995 Luttazzi era a insieme a Gloria De Antoni e Oreste de Fornari a ”Magazine 3”, Raitre, gestione Guglielmi. Gloria De Antoni: «Quando Daniele cominciò la sua rubrica ”Lezioni di sesso” ricevetti una telefonata da Paola Pitagora, offesa per come veniva trattato il sesso femminile. La stessa Pitagora scrisse anche a Elvira Sellerio, allora nel Consiglio di amministrazione. Ma la protesta non ebbe seguito».
• «In quel periodo alla Rai non si accorgevano di cosa stavano facendo. Era la fine dell’impero di Angelo Guglielmi a Raitre. Io mi sono detto: ora o mai più. E in scena ho cominciato a entrare in una vagina, così come Piero Angela entrava nel cervello umano. C’era la smobilitazione e si poteva fare di tutto. Il figlio di Guglielmi era un mio fan e convinceva il padre a proteggermi» (Daniele Luttazzi a Stefano Pistolini).
• Nel ’95 Susanna Tamaro, autrice del best seller Va’ dove ti porta il cuore, chiese il sequestro di Va’ dove ti porta il clito di Luttazzi. Il giudice non lo concesse riconoscendo al comico il ”diritto di parodia”: la stessa cosa capitò a Eduardo Scarpetta nei confronti di D’Annunzio per il suo Figlio di Jorio. Luttazzi ha sinora pubblicato sette libri da Comix, uno da Bompiani (il primo, che si intitolava Adenoidi), tre da Mondadori.
• Nel ’96 Luttazzi è a Italia 1 per ”Mai dire gol” e interpreta Panfilo Maria Filippi, il Professor Fontecedro e l’annunciatrice Luisella. Carlo Taranto: «Le battute sul viaggio del Papa a Cuba o sulla vera storia di Gesù nei finti tg di Panfilo Maria me le ricordo bene. Del resto, noi volevamo Luttazzi, non una sua versione edulcorata. Quello vero, che a ”Magazine 3” si faceva tartine di mestruo o di sperma».
• «Per me la volgarità è il kitsch, ovvero la mancanza di consapevolezza tecnica. C’è differenza se ad annusare le mutandine della Falchi è Luttazzi o Pippo Franco o Maurizio Costanzo. Io non alludo e non ammicco mai: faccio o dico. Il doppio senso sessuale è veramente volgare. Per questo trovo il ”Bagaglino” insopportabile» (Daniele Luttazzi a Denise Pardo).
• «Satira è far ridere a spese di chi è più ricco e potente di te. Io sono specialista nella risata verde, quella dei cabaret di Berlino degli anni Venti e Trenta. Nasce dalla disperazione. Esempio: l’Italia è un paese dove la commissione di vigilanza parlamentare Rai si comporta come la commissione stragi e viceversa. Oppure: il mistero di Ustica è irrisolto? Sono contento: il sistema funziona» (Daniele Luttazzi a Denise Pardo).
• In definitiva, lei assolve Luttazzi? «Io penso che questo ragazzo deve essere molto riconoscente alla pochezza dei funzionari televisivi che, sospendendo il suo programma, lo renderanno una vittima sacrificale, un eroe sacrificale, un eroe stronzo ma eroe. La trasgressione che disprezzo è la ricerca dell’ascolto a tutti i costi» (Paolo Villaggio a Tiberio Fusco).
• «Anche allo spettatore, ogni sera, tocca ingoiare bocconi amari» (Aldo Grasso).
• «Ma perché come mai ma perché / in gelateria non ci entro mai / mmm che cioccolato / dammi un cucchiaino / fai assaggiare un pochettino / Ma che bontà ma che bontà / ma che cos’è questa robina qua / ma che bontà ma che bontà / ma che gustino questa cosa qua / ma che bontà ma che bontà / ma che cos’è questa robina qua / ma che bontà ma che bontà / ma che gustino questa roba qua / cioccolato svizzero? No? / cacao della Bolivia? No? / ma che cosa sarà mai questa robina qua? / ...cacca...!?» (Mina, ”Ma che bontà”, dal long playing Mina con bignè, 1977).