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 2005  dicembre 04 Domenica calendario

Filosofia della noia

• Senza. La noia profonda per Fernando Pessoa, "soffrire senza sofferenza, volere senza volontà, pensare senza raziocinio" (da Il libro dell’inquietudine).
• Perdono. "Perdoniamo spesso chi ci annoia, ma non colui che annoiamo noi" (François de la Rochefoucauld, Riflessioni varie e autoritratto).
• Zen. Per combattere la noia Robert M. Pirsig consiglia il sonno (Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta).
• Degenerazioni. "Una generazione che non sa sopportare la noia sarà una generazione di uomini meschini" (Bertrand Russel, La conquista della felicità).
• Noie/1. Il francese ”ennui” e l’italiano ”noia”, dal latino inodiare (’avere in odio, detestare”), risalgono al XIII secolo. Più recenti l’inglese ”bored” (1760), il tedesco ”Langeweile”, letteralmente ”lunga durata” (1740 ca.), il danese ”kedsomhed” (tra il 1647 e il 1719, periodo di redazione del dizionario di Matthias Moth).
• Noie/2. Classificazione dei diversi tipi di noia: situazionale (per esempio, quando si è in attesa, a lezione, in treno), da saturazione (quando si ha troppo della stessa cosa, e tutto diventa banale), esistenziale (l’animo è privo di contenuti e il mondo gira a vuoto), creativa (caratterizzata dal risultato, è quella che costringe a fare qualcosa di nuovo) (Martin Doehlemann, Langeweile? Deutung eines verbreiteten Phänomens).
• Fondo. "Quando la noia ti colpisce, buttatici dentro. Lasciati opprimere, immergiti in essa, fino in fondo" (Iosif Brodskij, Elogio della noia).
• Trincee. "Chi si trincera completamente contro la noia, si trincera contro se stesso" (Friedrich Nietzsche, Umano, troppo umano).
• I’m bored. Nella canzone I’m bored, ”Sono annoiato”, Iggy Pop non fa che ripetere che si annoia, perfino a dormire, di notte: I bore myself to sleep at night.
• Apatia. A differenza degli animali, gli uomini si annoiano. Ma solo i più intelligenti: gli altri, al massimo, sono sottostimolati (allora si tratta di ”apatia”) (lo teorizza Robert Nisbet in Boredom).
• Rive. "La noia non è lontana dal godimento: è il godimento visto dalle rive del piacere" (Roland Barthes, Il piacere del testo).
• Donne. Che gli uomini, più delle donne, soffrano la noia, è riscontrato da molte ricerche psicologiche (tra l’altro da W. L. Mikulas, S. J. Vodanovich, The essence of boredom).
• Don Giovanni. "Vedi come Don Giovanni invecchiando se la prende con gli oggetti della propria sazietà e mai con se stesso. Lo vedi tormentato dal veleno che lo divora, agitarsi in ogni senso e mutare continuamente d’oggetto. Ma, per quanto brillanti siano le apparenze, tutto si conclude per lui con un mutamento di tormento. Proverà una noia tranquilla o una noia agitata: quest’è la sola scelta che gli rimane" (Stendhal, Dell’amore).
• Accidia. I primi ad annoiarsi furono gli eremiti del IV secolo: l’accidia demoniaca li assaliva a mezzogiorno, faceva apparire il sole completamente immobile, ricordava loro come si divertivano prima di prendere i voti e li tentava ad abbandonare la vita monastica. Prima di essere descritta dai pensatori cristiani, l’accidia (dal greco kédos, ”cura, prendersi cura di qualcosa”, preceduta dall’alfa privativo), era un concetto marginale, che indicava torpidezza mentale, mancanza di partecipazione.
• Taedium sexualitatis. Nel romanzo Crash, di James G. Ballard, i protagonisti soffrono di taedium sexualitatis, cioè fanno spesso sesso e nel farlo si annoiano: "Pensai ai miei ultimi orgasmi forzati con Catherine, al seme pigramente sprizzato nella sua vagina dal mio bacino annoiato" (l’io narrante, James). Uno degli editor che lo lesse prima della pubblicazione: "L’autore è al di là di qualunque cura psichiatrica. Non pubblicare!".
• Warhol. "Alcuni critici hanno detto che sono il Nulla In Persona e questo non ha aiutato molto il mio senso di esistenza. Poi mi sono reso conto che la stessa esistenza non è nulla e mi sono sentito meglio" (Andy Warhol, La filosofia di Andy Warhol).
• Pesi. Per Heidegger l’uomo moderno si annoia perché ha un’esistenza facile, non avendo il problema di soddisfare bisogni fondamentali e la noia ha proprio il compito di fargli notare che la vita così è senza scopo: "Solo chi sa veramente dare a se stesso un peso da portare, è libero".
• Polvere. "Il mondo è divorato dalla noia... una specie di polvere. Andate e venite senza vederla, la respirate, la mangiate, la bevete: è così sottile, così tenue che sotto i denti non scricchiola nemmeno. Ma basta che vi fermiate un secondo, ecco che vi copre il viso, le mani. Dovete agitarvi continuamente, per scuotere questa pioggia di cenere. Perciò, il mondo s’agita molto" (Georges Bernanos, Diario di un curato di campagna).