Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 11 novembre 2016
Il Dottor H.: Haider e la nuova destra europea
• Le origini. «Il padre, Robert Haider, di umili origini, la madre, Dorothea Rupp, figlia di una ricca famiglia borghese sudtirolese, si scoprono negli anni Trenta entrambi convinti nazionalisti e nazionalsocialisti, figli del mito pangermanico della Grande Germania».
• Valle degli Orsi. Nel 1941 lo zio di Haider, Josef Webhofer, comprò "per una cifra irrisoria" più di 1600 ettari di boschi, con segheria, da una famiglia ebrea costretta a fuggire in Palestina. Nel 1954, come risarcimento, pagò 120 mila dollari (circa 240 milioni di lire) agli ex proprietari. Oggi la Valle degli Orsi, regalata a Joerg nel 1986, vale 30 miliardi di lire.
• Dopo il 1945. «Negli anni della sconfitta la famiglia Haider vive modestamente in un appartamento di due stanze. La casa natale del piccolo Joerg verrà ampliata solo nel corso degli anni. Dorothea Haider è costretta a fare le pulizie in un sanatorio, dove racconterà agli amici di essere stata insultata dalle pazienti ebree, che le sputano addosso, rimproverandole il suo passato nazista. Il padre si deve accontentare di un umile lavoro in una fabbrica di scarpe. In seguito, la madre, poliglotta, colpita dal Berufsverbot, il divieto di lavoro nella scuola pubblica per i collaboratori del regime nazista, riuscirà ad arrotondare le magre entrate familiari dando ripetizioni private di latino».
• Nazismo. Sondaggi a Vienna nel 1947: dal 30 al 51 per cento degli intervistati giudicano il nazionalsocialismo una "buona idea", ma "realizzata male".
• Tedeschi. Edmund Stoiber, segretario della Csu tedesca: «In Germania, grazie al lavoro che abbiamo fatto sulla nostra storia, tutte le relativizzazioni del Terzo Reich suscitano il rigetto immediato da parte del 99,5 per cento della popolazione. In Germania un Haider verrebbe escluso immediatamente dal campo politico».
• Elettori in Austria. Nel 1983 votò per i nazional-liberali (il partito di Haider) solo il 4 per cento dei piccoli e medi imprenditori e lavoratori autonomi e il 2 per cento degli operai. Nel 1999 i primi sono diventati il 33 per cento, i secondi il 48. Solo un operaio su tre sceglie i socialdemocratici. Dal 1986 al 1999 l’astensionismo in Austria è passato dal 9,5 al 19,6 per cento.
• Sogno. Da piccolo Joerg Haider sognava di fare l’attore.
• Amicizia. «Alla fine dell’anno scolastico 1964-65 Thomas Huemer, al liceo privato di Bad Ischl, a sorpresa risulta il primo della classe, davanti al giovane Joerg, abituato a primeggiare, indisponibile a perdere. L’anno dopo, invece, Thomas arranca, viene rimandato in latino, e a sei settimane dall’esame di riparazione è colpito da un grave lutto familiare: suo fratello si suicida. Il giorno dei quadri, in quella tarda estate del 1966, mentre i suoi compagni di scuola sono ancora in vacanza, Joerg Haider si presenta all’entrata della scuola, e quando Thomas Huemer esce dal portone, gli si para davanti: ”Allora, come è andata?” ”Sono stato promosso”. E Haider: ”Non c’è nulla di cui essere orgogliosi, sei stato promosso solo perché tuo fratello pazzo si è impiccato”».
• Romantico. «Joerg è un uomo romantico» (Claudia, la moglie).
• Duello. Dopo l’esame di maturità, Joerg Haider si iscrisse alla Sylvania, una delle Burschenschaften (corporazioni studentesche) più estremiste. Poco dopo celebrò il rito iniziatico della Mensur, il duello cavalleresco combattuto a volto scoperto, senza maschera protettiva. Prima regola: combattere sempre con la testa ben dritta, chi la gira per paura è bocciato. Seconda regola: «Se la lama della sciabola supera la guardia e ti ferisce, sfigurandoti il volto, alcuni cospargono la ferita con il sale, perché lo sfregio rimanga a vita, indelebile segno di riconoscimento». Secondo alcuni testimoni, Haider durante il suo primo duello si girò e quindi la famosa ”cicatrice-medaglia" la porta dietro la nuca. Altri giurano che Haider, schermitore particolarmente aggressivo, troncò l’orecchio al suo avversario.
• L’elezione. Il 14 settembre 1986 il trentaseienne Joerg Haider conquista la segreteria dei Freiheitlichen, il partito nazional-liberale. «Al momento della proclamazione del voto qualcuno urla ”Siegh Heil”, qualche altro distribuisce medaglie con l’effigie di Adolf Hitler».
• L’elezione. Il 14 settembre 1986 il trentaseienne Joerg Haider conquista la segreteria dei Freiheitlichen, il partito nazional-liberale. «Al momento della proclamazione del voto qualcuno urla ”Siegh Heil”, qualche altro distribuisce medaglie con l’effigie di Adolf Hitler».
• Giudizi. Bruno Kreisky, ex cancelliere socialdemocratico, su Joerg Haider: "un sincero liberale" (inizio anni Ottanta), "un pericoloso nazista" (dieci anni dopo).
• Effetto speciale. «Preparato e spregiudicato, Joerg Haider si presenta negli studi televisivi con un cartello al collo: in bella evidenza il nome del direttore della Camera del lavoro della Stiria e la favolosa cifra di duecentomila scellini al mese. Lo show non può non impressionare i lavoratori, che in diretta televisiva scoprono che un dirigente sindacale, tessera di partito socialista, guadagna dieci volte più di loro».
• Spot. «In uno spot televisivo, trasmesso durante la campagna elettorale del 1999, Joerg Haider appare mentre cammina sui sentieri alpini, saluta i contadini di alta montagna, solleva covoni di paglia, prosegue nella sua corsa verso la cima, dove svetta una croce, simbolo del cristianesimo in lotta contro l’invasione musulmana».
• Dialogo. «Durante la vittoriosa campagna elettorale del 1999 Joerg Haider nei comizi ”dialoga” con gli elettori: ”Vogliamo che il ceco venga da noi?”, e dal pubblico gli rispondono in coro: ”No!” ”Vogliamo che il Polacco e l’Ungherese vengano da noi?” ”No!” E poi di fronte alle telecamere, a chi gli chiede se sia xenofobo, risponde sorridente: ”Io? No, assolutamente..."».
• Hitler. Joerg al quotidiano Asharq al Awsat (1999): «Hitler è il peggior uomo del Ventesimo secolo, l’Austria dovrebbe chiedere scusa per l’Olocausto, sarebbe giusto soprattutto per le generazioni future».
• Forni. Un funzionario dei nazional-liberali della Carinzia a Simon Wiesenthal, ebreo, cacciatore di nazisti: «Noi stiamo preparando nuovi forni, ma non per Lei, Signor Wiesenthal, Lei troverà posto nella pipa di Joerg».
• Un ritratto di Joerg Haider, il leader dei nazional-liberal austriaci, «uomo simbolo delle inquietudini politiche dell’Europa nel terzo millennio. Nel suo repertorio convivono simultaneamente i feticci di una tradizione ”nera” ereditati dal padre Robert, militante delle SA di stretta fede nazista, e i nuovi miti comunitari ed ecologici di una società in crisi, minacciata dal vuoto crescente indotto dalla sfida globale».
Bruno Luverà, giornalista del Tg1, collaboratore delle riviste "Limes" e "Il Mulino", è autore di saggi sul nazionalismo europeo.