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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Sentite questa: è più facile dissetarsi senza l’acqua d’estate, che in qualsiasi altro periodo dell’anno

• Sentite questa: è più facile dissetarsi senza l’acqua d’estate, che in qualsiasi altro periodo dell’anno. Vi sembra strano? Riflettete: fra spremute, tè freddo, succhi di frutta e centrifugati non c’è che l’imbarazzo della scelta. Obiezione: sì, sono tutte bevande che hanno un ottimo sapore. Ma quanto dissetano davvero? ipotizzabile una classifica di quelle che aiutano di più a combattere gli effetti del caldo? E cosa accade nel nostro organismo quando avvertiamo lo stimolo della sete? Lo abbiamo chiesto a tre esperti: il professor Marcello Ticca, primo ricercatore dell’Istituto nazionale della nutrizione di Roma, la dottoressa Maria Antonia Fusco, dietologa dell’ospedale San Camillo di Roma e la dottoressa Rossella Mattei, docente di Fisiologia della nutrizione all’Università di Siena (che ha collaborato alla realizzazione della tabella che trovate nelle pagine 42 e 43). «Per sentirsi bene», spiega il professor Ticca, «il nostro organismo ha bisogno di rispettare l’equilibrio tra i liquidi che perde e quelli che assorbe. In media ci liberiamo di quasi due litri e mezzo di liquidi al giorno: li perdiamo dalle urine, dalla pelle quando sudiamo, dai polmoni durante la respirazione, dalle feci. Scegliendo una bevanda, perciò, è importante prima di tutto cercare di reintegrare questi 2 litri e mezzo che compongono il nostro fabbisogno quotidiano. Ricordatevi però che più della metà vi deve arrivare già dagli alimenti». Allora, via libera alla frutta? «Certo. L’anguria, la papaya, le fragole e le pesche contengono fino al 90-95% di acqua. Ma anche la carne, in un certo senso, si può dire ”dissetante”: una bistecca è composta per metà di liquidi».
• Ma cosa succede se si resta per troppo tempo a secco? «L’equilibrio idrico», dice la dietologa Maria Antonia Fusco, «è fondamentale. Perché se perdiamo troppi liquidi senza reintegrarli l’organismo tende a fare da sé, attivando un processo chimico di emergenza di cui non è così facile mantenere il controllo quando si innesca». Come si mette in moto questo meccanismo di reazione? «Nelle cellule e negli spazi interstiziali (cioè il sangue e il plasma) sono diluiti sali minerali essenziali per il nostro metabolismo: se c’è una perdita di liquidi dalla parte extracellulare, ad esempio quando si fa sport e si suda, l’organismo tende a assorbire acqua e sali minerali dalle cellule. A questo punto si crea una reazione a catena: per evitare la disidratazione delle cellule, alle ghiandole e al cervello arriva una serie di stimoli che segnala il bisogno dell’organismo di idratarsi, insomma la necessità di trattenere liquidi e bere. Lo stimolo della sete quindi è sempre salutare. Anzi, quando lo avvertite in realtà significa che siete già un po’ disidratate: meglio bere allora con regolarità, magari mezzo bicchiere soltanto, anche quando non avete sete».
• Sul fatto che l’acqua sia l’elemento migliore da bere per dissetarsi, nessuno ha dubbi. Però ci sono tante altre alternative, spesso tenute poco in considerazione. «Vanno benissimo anche le spremute e i succhi di arancia o di pompelmo», consiglia il professor Ticca, «meglio se ben diluiti e non dolcificati, visto che lo zucchero rallenta lo svuotamento dello stomaco e quindi la soddisfazione della sete è più lenta. Ricordatevi poi che i frullati sono più alimenti che bevande, ecco perché sono preferibili i centrifugati: eliminando le fibre, che rappresentano la parte solida, risultano meno concentrati e quindi ancora più dissetanti». Ma non dovete tenere d’occhio soltanto fibre e dosi. «Fate sempre molta attenzione alla caffeina: a volte se ne prende troppa perché al caffè si sommano il tè freddo e magari un paio di lattine di bibita a base di cola. Caffeina e teofillina, una sostanza simile alla caffeina ma che si trova nelle foglie del tè, fanno lavorare i reni favorendo l’effetto diuretico: si perdono più facilmente altri liquidi, così la sete torna in poco tempo. E vi trovate un’altra volta punto e a capo».
• Alzi la mano chi di voi non ha mai visto un film o un documentario sui beduini che bevono tè caldo in mezzo al deserto. Secondo gli esperti, è un’abitudine da raccomandare anche alle nostre latitudini. Ma quali sono i vantaggi di bere bevande calde o almeno tiepide? «Se bevete un liquido freddo (cioè più freddo della temperatura corporea) l’organismo reagisce contraendo le pareti dello stomaco», dice Maria Antonia Fusco, «e così l’assorbimento dei liquidi è più lento. Una bevanda tiepida o poco calda provoca invece la dilatazione e un conseguente migliore assorbimento. Sembra incredibile, ma riuscirete a soddisfare la sete più rapidamente». Si tratta insomma di imitare i beduini? «Basta evitare gli eccessi. Ma quando scegliamo le bevande, cerchiamo anche un senso di freschezza al quale, specie nelle giornate torride, non ha senso rinunciare. L’importante è non bere cose gelate».
• Spremuta di agrumi Cosa c’è dentro: Acqua (89%), vitamine (C, B1, B2, PP), sali minerali (potassio, calcio, sodio). L’arancia amara contiene un olio essenziale (aurantiamarina) particolarmente dissetante. Come berla: Una volta pronta, va consumata subito: le vitamine si deteriorano facilmente. Si può conservare al buio e in frigo. Ottima per la prima colazione. Quanto disseta: L’alto contenuto d’acqua la rende ideale come dissetante. A patto di usare un’accortezza: non aggiungere mai lo zucchero
• Centrifugato di frutta e verdura Cosa c’è dentro: Acqua (oltre il 90%), vitamine (più facili da assorbire quelle della frutta, meno quelle della verdura) e sali minerali. Privo di fibre, ha un maggiore apporto di liquidi. Come berlo: Non troppo fresco e meglio se lontano dai pasti. un buon integratore per chi svolge un esercizio fisico perché compensa la perdita di sali minerali durante l’allenamento. Quanto disseta:  tra le bevande più dissetanti. Quello di carota, grazie al betacarotene, è consigliato in questo periodo.
• Frullato di frutta e verdura Cosa c’è dentro: Gli stessi componenti dei centrifugati con la differenza che, in questo caso, spesso si usa il latte. Rispetto al centrifugato, è maggiore la quantità di fibra contenuta. Come berlo: A metà pomeriggio, come merenda, o dopo cena al posto di una bevanda alcolica. Attenzione: l’aria generata dalla frullatura può provocare coliche, soprattutto nei bambini. Quanto disseta. Poco. L’apporto dei liquidi è insufficiente. Da preferire i frullati di verdura, ricchi di potassio.
• Tè freddo Cosa c’è dentro: Acqua, teina, tannini (sostanze astringenti) e caffeina (meno della metà di quella contenuta nel caffè). una bevanda leggermente eccitante: meglio evitarla di sera. Come berlo: In genere si consuma fresco, con l’aggiunta di limone e un po’ di zucchero. L’effetto dissetante è maggiore se bevuto amaro e a temperatura ambiente. Sconsigliato a chi soffre di stitichezza o di insonnia. Quanto disseta: Molto: almeno quanto un centrifugato.
• Caffè freddo Cosa c’è dentro: Proteine, grassi e zuccheri del caffè in polvere. Più acqua, potassio sodio e caffeina. In un bicchiere ce ne sono da 60 a 120 mg. Ha un discreto contenuto calorico. Come berlo: Mai gelato, e da evitare la sera: anche se diluito nell’acqua è caffè a tutti gli effetti. Quanto disseta: Pochissimo, non a caso spesso si sente il desiderio di bere dell’acqua subito dopo. Meglio la variante (molto più dissetante) a base di caffè d’orzo, che è più leggero e inoltre contiene più acqua.
• Latte Cosa c’è dentro: Acqua (90%), vitamine, molte proteine nobili, sali minerali (in particolare calcio e fosforo). I grassi sono maggiori nel latte intero che in quello parzialmente scremato. Come berlo: Tenuto in fresco, si può bere in qualsiasi ora della giornata. Meglio durante la prima colazione. Quanto disseta: Anche se il classico bicchiere di latte freddo può sembrare dissetante, non lo è molto. Può richiedere un lavoro digestivo un po’ troppo pesante e di conseguenza altra acqua
• Succo di frutta Cosa c’è dentro: Frutta (20%), acqua, zucchero, sciroppo di glucosio, acidificante (acido citrico), conservanti. Ha piú calorie di altre bibite: colpa di saccarosio e fruttosio. Come berlo: Perché vi possa dissetare deve essere fresco. Per il resto, scegliete voi l’ora del giorno che vi invoglia di più. Quanto disseta: Abbastanza. Però è meglio fare un po’ di attenzione: da preferire sono i succhi di frutta poco concentrati (cioè quelli all’arancia o al pompelmo) e con poco zucchero.
• Birra Cosa c’è dentro: Acqua (91%) anidride carbonica, quantità minime di potassio, fosforo e carboidrati. L’alcol varia a seconda del tipo (chiara o scura) e della marca. Come berla: Fresca (circa 6 -7 gradi è la temperatura ideale). Non va mai presa a digiuno: viene immediatamente assorbita dallo stomaco, affaticandolo. Quanto disseta. Parecchio, ma solo se consumata in dosi minime. L’alcol, se è in dosi eccessive, disidrata le cellule dell’organismo.
• Bevande analcoliche alla frutta Cosa c’è dentro: La ricetta è più o meno segreta. Di sicuro però ci sono acqua, zucchero, anidride carbonica, acidificanti, coloranti, aromi naturali, conservanti e caffeina. Come berle:  sempre meglio accompagnarle a uno snack. Sconsigliate la sera, soprattutto ai bambini: la caffeina contenuta, oltre ad avere un effetto leggermente diuretico, può accentuare i sintomi dell’insonnia. Quanto dissetano: Come l’aranciata, rinfrescano più che dissetare.
• Sprite e simili Cosa c’è dentro: Acqua, zucchero, anidride carbonica, acido citrico, aromi naturali, conservanti. Nel chinotto c’è anche sciroppo di glucosio, estratto di chinotto e coloranti. Come berle: Meglio di pomeriggio, come nel caso di Coca Cola e aranciata. Simili sono anche gli inconvenienti che l’anidride carbonica e gli zuccheri possono provocare. Da evitare a temperature troppo fredde. Quanto dissetano: In modo del tutto insufficiente, colpa dei troppi zuccheri.
• Tè confezionato Cosa c’è dentro: Acqua (spesso minerale), zucchero, estratto di tè, coloranti, acidificanti, conservanti di vario genere. Quantità minime (0,10%) di succo di pesca o di limone. Come berlo: Si può scegliere un tè deteinato per evitare l’effetto leggermente diuretico ed eccitante della teina. Quanto disseta: Poco. Ha gli stessi svantaggi di tutte le bevande zuccherine: in quantità eccessive sottrae acqua alle cellule dell’organismo e fa tornare subito la sete.
• Se anche voi siete sensibili al fascino degli integratori di sali minerali, fate molta attenzione a cosa c’è scritto sulla confezione: dietro un’apparenza innocua potrebbero nascondersi sostanze che hanno controindicazioni. «Usate solo integratori con ingredienti chiari, regolarmente importati e non venduti sottobanco», avverte la dottoressa Giovanna Berlutti dell’Istituto di medicina dello sport del Coni. «Tempo fa ne circolava uno che conteneva efedrina, una sostanza vietata nel mondo dello sport professionistico: peccato che l’etichetta fosse in coreano e nessuno sapeva leggerla. Ma guardatevi anche dai rimedi di erboristeria, che spesso non si sa cosa contengano». Gli integratori che si comprano al bar o al supermercato sono sicuri, ma attenzione a non prenderli quando non serve: «Devono essere ipotonici, cioè avere ben diluite le sostanze come sali minerali e vitamine, perché un’alta concentrazione rischia di provocare mal di pancia o diarrea. E visto che fa caldo», continua la dottoressa Berlutti, «li posso consigliare dopo un’attività sportiva di quattro ore o più. Ma non sono indispensabili e soprattutto è meglio parlarne con un medico. Più che gli integratori da banco, tuttavia, sono da preferire quelli venduti in farmacia, come le bustine di sali minerali. Ricordatevi di diluirle sempre bene: una bustina si può sciogliere anche in un litro e mezzo d’acqua». Spesso chi fa sport non beve durante l’attività fisica, ma prende l’integratore soltanto alla fine. «Niente di più sbagliato: bisogna bere a piccole dosi, mezz’ora circa prima di iniziare l’attività, e poi continuare durante e dopo. In questo modo lo svuotamento dello stomaco è più rapido e i liquidi si possono reintegrare meglio».
• Quattro domande sulle bevande «light» Aiutano a combattere a combattere a cellulite? No un’opinione del tutto sbagliata. Tra le light e la cellulite non esiste nessuna relazione Hanno delle controindicazioni? sì Sapendo che sono bevande light, siete portate a berne un po’ troppo spesso. Inoltre non è vero che non contengano calorie. Ne hanno solo di meno. Dissetano come le altre bevande? no Si può dire piuttosto che non dissetano, come tutte le bevande zuccherate. Nelle light ci sono gli edulcoranti (dolcificanti alimentari) e il sapore rimane comunque dolciastro. Gli edulcoranti hanno effetti negativi? sì Non alzano il livello di zuccheri nel sangue, ma paradossalmente lo abbassano troppo. L’organismo, di fronte al sapore dolce, reagisce come se avesse a che fare con uno zucchero vero. La conseguenza? Un allarme chimico ingiustificato: si produce maggiore insulina per abbassare un tasso di glicemia che in realtà non è mai salito (risponde il professor Carlo Cannella, docente di Scienza dell’alimentazione all’università La Sapienza di Roma).
• Prima di andare in palestra quale bevanda scegliere? Per uno sforzo impegnativo (una pedalata in bici o una corsa di almeno un’ora) vi serve una bevanda ipotonica, cioè a bassa concentrazione di sali minerali. Perché? I tempi di assorbimento sono rapidissimi: la scorta di sali e liquidi è immediata. Durante l’attività: Va bene una bevanda ipotonica, o isotonica (la concentrazione di sali è uguale a quella che c’è nel sangue). Perché ? L’assorbimento è abbastanza rapido. Ma bevete a piccoli sorsi, durante lo sforzo, evitando liquidi troppo freddi (al di sotto dei 5 gradi). Dopo un allenamento faticoso avete bisogno di un integratore ipertonico, cioè ad alta concentrazione di sali minerali, e ricco di zucchero, che è il carburante dei muscoli. Perché? Per recuperare tutte le energie vi servono tempi più lunghi.
• Un energy drink? Vale due caffe’. La moda è nata nei club e nelle discoteche dei paesi anglosassoni, ma ormai è diffusissima anche da noi. Protagonisti gli energy drink, bevande dai nomi stravaganti come «Red Bull» (Toro rosso) o «Shark» (squalo) che promettono un’esplosione di energia in chi le beve. Vero o falso? La dottoressa Giovanna Berlutti chiarisce: «Sotto molti punti di vista sono bevande assolutamente inutili. Prima di tutto perché sono troppo concentrate: in una lattina ci sono proteine, vitamine, caffeina, caramello ed estratti di piante. Ma sono anche troppo zuccherate per essere dissetanti». E come si spiega allora il loro successo? « tutta una questione di marketing: illudono di dare la forza di un toro perché contengono la taurina, un aminoacido (cioè un componente delle proteine) che comunque l’organismo già produce da sé in quantità più che sufficienti. Del resto non si sono inventati niente: gli antichi greci davano la carne di capra ai saltatori, promettendo di renderli agili, e la carne di toro ai lottatori perché si convincessero che così diventavano più forti». Ma a influenzare i consumi è anche la presenza di estratti di piante come mate e guaranà. «A parte il richiamo esotico alle pampas argentine, mate e guaranà servono soltanto ad aumentare il contenuto di caffeina, presente in tutte e due le piante. In effetti una lattina di energy drink contiene caffeina quanto due espressi o due lattine di una bibita a base di cola: ecco spiegato il loro effetto euforico e di resistenza alla fatica». Ma, insomma, sono nocive? «Non è mai stato provato. Comunque non se ne dovrebbe bere più di una lattina al giorno, e soprattutto mai a digiuno. Il rischio è l’acidità di stomaco».