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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Stracult

• Esorciccio. «Stracult immortale, girato in tempi minimi con un cast spaventoso. Già il titolo è il 50 per cento del film, come ammetteva lo stesso Ciccio. Fantastico il lancio nelle maggiori città, con la foto di Ciccio vestito da esorcista e sotto il titolo in finto inglese The Exorciccio. In pratica, non è neanche una vera e propria parodia, visto che tutto si svolge in casa di Lino Banfi (con riportino pauroso) dove uno strano amuleto maligno fa brutti scherzi a tutta la famigliola. Così chiama l’Esorciccio per mandare via il demonio. Ma l’inizio tra le dune ha qualcosa di herzogiano. A questo si aggiunga la guerra elettorale tra Lino Banfi, sindaco di Mentana, e il suo acerrimo rivale Tano Cimarosa (grandissimo) nei panni di Turi Randazzo, leader dell’opposizione e siciliano doc. Nel geniale finale sarà proprio Ciccio a finire indemoniato. Poverissimo, come ricordava lo stesso Ciccio: ”Rispetto a Paolo il freddo, che era anche prodotto da me, L’Esorciccio partiva con un budget molto basso che la distribuzione non copriva del tutto. Per ovviare a questo limite ho fatto di necessità virtù trasformando in set casa mia e utilizzando quasi tutta la pellicola girata, con un cast impegnato solo pochissimi giorni”. Due i trucchi dell’intero film, quando Lino Banfi, indemoniato, si gira la testa come nel film originale di William Friedkin e quando nell’ultima scena vediamo il faccione di Ciccio satanasso che ride... L’apparizione dei volti superstrash nostrani, da Dante Cleri barbiere a Jimmy il Fenomeno alla guest star Ubaldo Lay nei panni di se stesso al grande Salvatore Baccaro, che appare in un incubo con parrucca argentata come madre di Satanetto, l’assistente dell’Esorciccio. Il comizio elettorale di Turi Randazzo in un bar davanti a quattro vecchietti prezzolati. Resta un clamoroso esempio di parodia miserabile piena di idee. Ciccio pensava addirittura di farne un seguito: ”Mi è comunque presa la curiosità di vedere Franco alle prese col diavolo e gli esorcismi. Infatti quando ci riavvicinammo avevo già pronto un soggetto per un seguito L’Esorcista contro King Kong”» (da ”Stracult”, di Marco Giusti).
• La colonna sonora (canta lo stesso Ciccio): «L’esorcì, l’esorcì, l’esorciccio vado in Cina e in Canadà! / L’esorcì, l’esorcì, l’esorciccio pure il re e il maragià! / L’esorcì, l’esorcì, l’esorciccio ma se incontro quello là / lo sbircio, l’allaccio, lo straccio, l’agghiaccio, bisticcio / lo scoccio, l’arriccio, lo sbuccio, lo faccio nericcio e lo caccio / ecco che fo... tolgo tutti dall’impiccio / perché son, perché son, perché son l’Esorciccio!ª
• Durante le riprese del film ”Farfallon” (parodia di ”Papillon”), una gag di Franco Franchi che mangia una banana: butta via la polpa e inghiotte la buccia. Un pasticcere aveva preparato una buccia di zucchero che sembrava vera ma Franco Franchi la rifiutò e fece il numero con una banana vera. Mangiò tutta la buccia senza batter ciglio.
• Nel film ”Paparazzi” di Neri Parenti: durante una festa Alba Parietti viene fotografata dal paparazzo "er Patata" con una macchina-pene nascosta nelle mutande. Sgarbi si rifugia in albergo con Ramona Badescu. Ela Weber mostra il sedere molliccio al mare. Aldo Biscardi tesse l’elogio sperticato del suo editore e litiga selvaggiamente con Maurizio Mosca. Brigitte Nielsen cerca di castrare Christian De Sica con un paio di forbici.
• L’impiegatango. Nella colonna sonora del primo Fantozzi (1975, regia di Luciano Salce), la ballata L’impiegatango.
• Fantozzi craxiano. Nel settimo Fantozzi (1990), le trovate si attualizzano. Il ragioniere, ormai in pensione, è giurato popolare in un processo contro la mafia. Nel finale, incontra la donna ideale, trovata al computer (sempre la Pina, ovviamente), a un raduno di socialiste, in un grande garofano rosso craxiano.
• Farfallon. In Farfallon (1974), parodia di Papillon, girata da Riccardo Pazzaglia, c’è un direttore di carcere che mostra ai detenuti una ghigliottina non per teste ma per genitali.
• Coatta romana. In Faustina (1968), regia di Gigi Magni, l’attrice nera americana Vonetta McGee viene doppiata e ha così la voce di una coatta romana.
• The Windbreaker. Il Petomane (1983, regia di Pasquale Festa Campanile), con Ugo Tognazzi nella parte del protagonista (un personaggio realmente esistito, il francese Jospeh Pujol) uscirà in Inghilterra. Titolo: The Windbreaker.
• Celebrity maccheronico. «Poche storie. Nessun film è più realistico, più vero, proprio nel vecchio senso di documento reale, da combat-film insomma, di Paparazzi di Neri Parenti. Dentro, nel bene e nel male, c’è tutto ciò che ha prodotto l’Italia di questi ultimi anni. Più che una versione italiana di Celebrity di Woody Allen. Il trionfo del nulla, del vippismo, delle pagine di cronaca mondana del ”Messaggero”».
• Blasfemia. Il procuratore generale dell’Acquila, sequestrò Il pap’occhio (1980), parodia wojtiliana di Arbore, con Benigni nel cast, nel momento di maggior successo, per ”blasfemia”. Tornerà in sala ma ormai bruciato. Verrà riproposto, senza tagli, nel ’90. Un flop.
• Iter scolastico. «La licenza elementare a Roma, quella media a Frosinone, la laurea in medicina a Addis Abeba» (il papà di Pierino, nel film Pierino medico della S.A.U.B., spiega l’iter scolastico del figlio).
• Eventi. «Era l’estate del 1964, per fare un’inquadratura della baia di Singapore ci misi dalle otto del mattino fino alle undici e trenta... Quando detti il ciak improvvisamente entra in campo un uomo in bicicletta, che picchiò con un bastone una delle comparse. Dopo poco arrivarono altri duecento uomini armati e scoppiò la rivoluzione, le cui conseguenze portarono al distacco di Singapore dalla Malesia» (il regista Umberto Lenzi a proposito del film I pirati della Malesia, tratto dal romanzo omonimo di Salgari).
• Lacrima-movie. Bianchi cavalli d’agosto, di Raimondo Del Balzo, 1974, è uno dei ”lacrima-movie”, straziante serie cinematografica degli anni ’70 dove a morire, per incidenti, malattie eccetera, sono sempre dei bambini bellissimi e biondi. Protagonista di Bianchi cavalli d’agosto è Renato Cestiè, che si ammala e muore proprio mentre il rapporto tra i genitori sta scoppiando.
• Frase di lancio del flop. «Italiani siate contentucci!!! Sto arrivando con il primo film: un film cinematografico tutti ti ridere interamente girato a Scasazza» (frase di lancio del film Il bi e il ba, girato nel 1986 da Frassica, che interpreta anche il ruolo del protagonista, Antonio Scannapieco, un ragazzo che va a Roma per il risolvere il problema che lo affligge, la forfora. Disastro al botteghino).
• Berlinguer ti voglio bene. L’unico vero cult di Roberto Benigni è Berlinguer ti voglio bene. Girato e interpretato nel ’77 dal futuro premio Oscar, è ambientato in una Toscana comunista dove le donne non la danno e l’unica consolazione sono i film porno e le bestemmie.
• Difetti fisici. Giancarlo Fusco (il geniale giornalista genovese di Le donne del duce, Quando l’Italia tollerava e altri libri) firmò la sceneggiatura di un terribile film di Nando Cicero: Bella, ricca, lieve difetto fisico cerca anima gemella (1973). La penna graffiante e malinconica di Fusco diede un timbro triste e sgangherato più che comico a quella che doveva essere una commedia. Protagonista Carlo Giuffrè, nei panni di Michele Fiore, truffatore napoletano che per campare spilla soldi a donne con orribili difetti fisici. Tra le varie avventure, s’imbatte in una specie di lupa-mannara, moglie di un nano del circo. Quando Michele Fiore cala le brache, lei glielo azzanna e lui, per farla smettere, le spacca un vaso in testa. Un altra ”difettosa” (interpretata dall’attrice Marisa Mell) ha i testicoli in embrione.
• Fallo senza fallo. In una scena di Bella, ricca, lieve difetto fisico cerca anima gemella, un gruppo di femministe, dall’aspetto mostruoso, vestite da boy-scout, ha indosso una maglietta dove c’è scritto ”Fallo senza fallo”.
• Buzzanca-movie, Franco&Ciccio-movie, Pierini e finti Pierini, horror all’amatriciana, le pessime prove di Bevilacqua e De Crescenzo: ai confini e spesso oltre il trash per amare, col gusto del perverso, tutta la spazzatura cinematografica italiana (ovvero fare di necessità virtù). Dalle vecchie parodie straccione e maccheroniche dell’Esorcista e Papillon al più recente Paparazzi. Un dizionario che è saggio e pure contenitore dei ricordi. Per non dimenticare e, al presente, non guardare dall’alto in basso l’ultima prova natalizia dei Vanzina. Marco Giusti, autore televisivo della premiata ditta Ghezzi & C. (vedi Blob) e critico cinematografico, ha pubblicato vari dizionari su argomenti ritenuti di bassa utilità (cartoni animati, Carosello). Questo è parente prossimo della serie tv Stracult.