Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 26 febbraio 2001
Lo scudo spaziale (o stellare) è un sistema di difesa contro gli attacchi missilistici: prima i radar e i satelliti individuano il lancio di razzi nemici, poi i missili intercettori li distruggono in volo
• Lo scudo spaziale (o stellare) è un sistema di difesa contro gli attacchi missilistici: prima i radar e i satelliti individuano il lancio di razzi nemici, poi i missili intercettori li distruggono in volo. Se ne cominciò a parlare negli Stati Uniti durante la presidenza di Ronald Reagan (1980-1988).
• Quello di Reagan si chiamava Sdi, Iniziativa di difesa strategica, ed era pensato per neutralizzare qualsiasi attacco nucleare contro gli Stati Uniti. Quello di Bill Clinton, invece, venne chiamato Nmd, Difesa nazionale missilistica, e prevedeva basi in Alaska, Nord Dakota, Gran Bretagna, Groenlandia e Corea del Sud per contrastare il lancio di testate atomiche da parte degli Stati ”canaglia” (Iran, Corea del Nord, Libia e Iraq). Quello di George W. Bush, infine, ancora senza nome, riprende il piano di Clinton ma punta alla costruzione di un sistema mobile capace di proteggere non solo gli Stati Uniti ma anche le truppe americane all’estero e, eventualmente, i Paesi alleati.
• Per lo scudo di Reagan furono stanziati 100 mila miliardi di lire.
• Clinton rilanciò il progetto per lo scudo spaziale nel giorno in cui i suoi difensori conclusero l’arringa in Senato sul Sexgate. La sua popolarità salì al 76 per cento.
• Con il trattato Start II Stati Uniti e Russia si sono impegnati a ridurre le testate nucleari da 6 mila a 3.500 nel 2003 e a 3 mila nel 2005.
• Con il piano di Bush, l’arsenale nucleare statunitense potrebbe essere ridotto a 1.500 testate. «La Russia può trovare in questo qualcosa di buono. Anche Mosca punta a ridurre gli arsenali sotto quota 1.500, per il semplice motivo che le sue ristrettezze finanziarie non le permetterano secondo gli esperti di mantenersi sopra quel livello».
• «Il sistema spaziale costerà ai contribuenti americani 60 miliardi di dollari. Già nel 1984 la rivista ”Foreign Affairs” calcolava che il software, il programma per guidare le testate anti-missili, sarebbe stato roso da almeno 10 mila ”bachi”, errori informatici».
• La Russia dice che lo scudo spaziale statunitense violerebbe il trattato Abm sul bando dei sistemi anti-missili (1972), concordato tra Washington e Mosca per frenare la corsa agli armamenti. Allora le due superpotenze decisero di rinunciare a investire in nuovi sistemi di difesa così da non esser costrette a costruire armi più potenti. Oggi, secondo l’ex comandante delle forze strategiche russe Marshal Sergeyev, se saltasse questa intesa cadrebbero tutti gli accordi di disarmo firmati negli ultimi trenta anni e Mosca punterebbe allo sviluppo di tecnologie ”asimmetriche” capaci di penetrare lo scudo spaziale.
• Mosca ha presentato alla Nato un progetto per uno ”scudo spaziale europeo” alternativo a quello statunitense. Agli esperti dell’Alleanza Atlantica «non sembra un sistema di difesa, è qualcosa di ingiudicabile».
• La Cina è contraria allo scudo statunitense soprattutto perché potrebbe avvantaggiare Taiwan. Gli europei (esclusa la Gran Bretagna) non lo vogliono perché temono una ripresa della corsa agli armamenti a Mosca e Pechino. Il Giappone, invece, lo sostiene perché ha paura dei missili della Corea del Nord.
• I russi hanno costruito un nuovo missile intercontinentale, il Topol-M. Potrà essere equipaggiato con diverse testate nucleari (da tre a sei, secondo gli esperti) o con materiale per accecare o mandare fuori strada gli anti-missili americani. In un test il nuovo razzo, lanciato da una base in Europa, ha centrato un bersaglio all’altro estremo della Russia, sul Pacifico.
• Clinton ne ha fatti fare tre: due sono falliti. Ognuno è costato circa 200 miliardi di lire.
• La scorsa estate cinquanta premi Nobel, la Società americana di fisica, la Federazione degli scienziati statunitensi e l’Unione degli scienziati scrissero a Clinton per chiedergli di rinunciare al progetto. Theodore Postol, professore al Mit, esperto di sicurezza, accusò addirittura il Pentagono di barare con i test. Al primo esperimento, nel 1997, i tecnici lanciarono l’intercettore contro un missile accompagnato da dieci ”decoy” (diversivi, ovvero falsi bersagli) e fu un fiasco. Due anni dopo, per evitare il bis, usarono un solo decoy e proclamarono vittoria. Ma, secondo Postel, il Pentagono ricorse a un trucco: diede molta più luminosità al decoy che al missile e programmò l’intercettore per colpire il bersaglio più grigio.
• Secondo un rapporto dell’Unione degli scienziati, qualsiasi Stato può costruire decoy abbastanza sofisticati per ingannare gli intercettori.
• Per Ronald Kadish, generale del Pentagono, almeno ventiquattro Stati hanno o avranno presto ”armi di distruzione di massa”. La Corea del Nord, che nell’agosto del 1998 testò con successo un nuovo razzo a lungo raggio, avrebbe venduto la propria tecnologia a molti paesi.
• Entro cinque anni gli ”Stati canaglia” potranno colpire gli Stati Uniti o i suoi soldati all’estero.
• Le potenze nucleari sono ufficialmente cinque. Stati Uniti: 12.070 testate, 1.030 test (il primo nel 1945), 13 mila chilometri di gittata. Russia: 28.240 testate (18 mila in corso di smantellamento), 715 test (1949), 11 mila chilometri di gittata. Gran Bretagna: 400 testate, 45 test (1952), 12 mila chilometri di gittata. Francia: 510 testate, sconosciuto il numero dei test (1960), 5 mila chilometri di gittata. Cina: 245 testate, 45 test (1964), 11 mila chilometri di gittata. Tre Stati hanno sicuramente l’atomica. India: 60-250 testate, 3 test (1974), 3 mila chilometri di gittata. Pakistan: 15-150 testate, 2 test (1998), 2,8 mila chilometri di gittata. Israele: 100 testate, non si sa nulla sui test, 1,5 mila chilometri di gittata. Altri quattro paesi, secondo gli esperti, hanno o potrebbero avere armi nucleari. Nord Corea: 2 testate, 1,5 chilometri di gittata. Iran: le prime testate tra 5 anni. Iraq: prima della guerra del Golfo Saddam contava di mettere a punto l’atomica in due anni. Libia: Gheddafi ha forse abbandonato i programmi nucleari.
• La Cina ha 20 missili intercontinentali capaci di attraversare gli Stati Uniti e altri 20 che possono raggiungere solo la costa pacifica.
• Mei Zhaorong, ministro della Difesa cinese: «La Cina e la Russia condividono un confine di 4.300 chilometri: la pace dell’una significa la pace dell’altra».
• Per la ”Commissione parlamentare statunitense sulla Sicurezza Nazionale nel XXI secolo”, il pericolo maggiore non è la Cina o la Corea del Nord, ma il terrorismo: «Oklahoma City, il World Trade Center, Khobar Towers, le ambasciate africane, il Cole. E questo è soltanto l’inizio».