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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

ìMosca citt࿡ del Maestroî

• 26 gennaio (1922). «Sono entrato a far parte di un collettivo di attori girovaghi: reciterò in periferia. La paga è di 125 a spettacolo. Mortalmente poco».
• 15 febbraio. «Cammino su quel che rimane delle suole».
• 24 maggio. «La vita a Mosca è estremamente intensa, soprattutto se confrontata con Kiev. Il primo indizio è il mare di birra che si beve qui. Anche io ne bevo abbondanza».
• 11 luglio. «Nella Chiesa nessuna riforma a eccezione della nuova ortografia».
• 25 luglio. «Purtroppo butto un sacco di soldi in alcool. I collaboratori del ”Gudok” (’Il Fischio”) bevono molto».
• 30 settembre. «In letteratura, vado avanti, lentamente ma vado avanti. Ne sono sicuro. L’unica cosa che non va è che non ho nessuna limpida certezza di scrivere davvero bene».
• 19 ottobre. «Mi angoscia il problema di come evitare di essere buttato fuori dal Gudok durante la mia malattia. L’altro problema è: trasformare il soprabito estivo di mia moglie in pelliccia».
• 26 ottobre. «La letteratura è adesso un affare difficile. Con i miei punti di vista (che vuoi o non vuoi si riflettono nelle mie opere), non è facile farsi pubblicare e vivere».
• 16 aprile. «Sono appena tornato dal Circolo dei nobili (ora Casa dei Sindacati), dove c’è stata l’apertura del Congresso dei ferrovieri».
• 21 agosto. «A Odessa hanno chiesto a una signora: ”Lei è stata epurata?”. E quella ha risposto: ”No, sono ancora pura”».
• 25 luglio. «La mattina l’ho passata a casa, ho scritto un feuilleton per il ”Krasnyj perec” (’Il peperoncino rosso”), poi è cominciato quello che mi tocca di fare tutti i giorni, senza via di scampo: correre su e giù per le redazioni, in cerca di denaro».
• 2 agosto. «Ieri è arrivata la notizia che la carrozza di Kalinin (presidente del presidium del Soviet supremo, ndr) è stata colpita dal fulmine. Il cocchiere è morto, mentre Kalinin è rimasto illeso».
• 21 agosto. «Sono arrivati da Samara Il’f e Jurij Olesa. A Samara ci sono due tram. Su uno sta la scrittura ”Piazza della Rivoluzione-Prigione”, sull’altro ”Piazza dei Soviet-Prigione”. O qualcosa di questo tipo. Insomma, tutte le strade conducono a Roma!».
• 12 settembre. «Una novità: in questi giorni a Mosca sono apparse delle persone (maschi e femmine) completamente nude, con una fascia a tracolla con su scritto ”Abbasso il pudore”. Sono saliti su un tram. Il tram è stato fermato, il pubblico si è indignato».
• 20-21 dicembre. Quando Lev Davidovic Trockij fu epurato, lo si seppe dai giornali che scrissero che non stava bene e cominciarono a pubblicare una serie di bollettini medici sulla sua salute. Barzelletta: «Lev Davidovic, come va la sua salute?», «Non lo so, non ho ancora letto i giornali di oggi».
• 23-24 dicembre. «Per me è un gran godimento vedere il Cremlino. Il Cremlino mi ha rasserenato. leggermente sfocato, in questa giornata invernale».
• 23-24 dicembre. «Oggi non sono riuscito a procurarmi soldi da nessuna parte, e per questo sono arrivato a casa acido e imbronciato».
• 26 dicembre. «Non ci si salva dai cafoni» (a proposito dello scrittore proletario Lijasko, che lo aveva insultato a una cena).
• 2-3 gennaio (1925). «Oggi non ci sono giornali, quindi non ci sono novità».
• 3 gennaio. «Situazione orribile: mi innamoro sempre più di mia moglie. È una seccatura, per una decina di anni me ne sono tenuto fuori... Una donna vale l’altra. Adesso invece mi abbasso persino a una leggera gelosia. Mi è cara e dolce. Ed è anche grassa».
• I diari di Bulgakov, ritenuti smarriti e invece ritrovati alla fine del regime sovietico negli archivi del Kgb. Rivelano uno scrittore alle prese con l’inizio dell’era staliniana, negli anni Venti, tra bevute e problemi di soldi, in una città, Mosca, che diverrà lo sfondo della sua opera. Nato a Kiev il 3 maggio 1891, Michail Afanas’evic Bulgakov, medico per formazione, scrittore per vocazione, accanto ad alcuni racconti (tra cui Cuore di cane e Le uova fataliè) scrive, ma senza vederlo pubblicato, Il Maestro e Margherita. Nel suo più celebre romanzo, trasfonde il sogno che l’amore e lo spirito gettino scompiglio nella realtà burocratizzata del regime sovietico. Muore il 10 marzo 1940.