Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1999  luglio 26 Lunedì calendario

Incidenti mortali

• Incidenti mortali. In Italia ci sono ogni giorno tra i 17 e i 20 morti per incidenti stradali.
• Tra le vittime della strada (per l’Istituto superiore della sanità 8.000 morti e 20.000 invalidi permanenti l’anno) la metà ha meno di 40 anni, una su 4 meno di 23. Gli incidenti sono la prima causa di morte per la fascia dai 23 ai 40 anni.
• Media annuale di incidenti mortali sulle autostrade italiane: Milano-Bologna 51, Modena-Brennero 44, Roma-Napoli 42, Firenze-Roma 36, Milano-Brescia 34, Mestre-Trieste 31.
• Enrico Micheli, ministro dei trasporti. «In Europa siamo la retroguardia: in Italia resta alto il numero dei morti sulle strade, negli altri paesi diminuiscono». Come mai? «Una prima ragione è il peso eccessivo del trasporto merci su gomma, pari al 70%. Con un tale enorme livello a nulla serve costruire strade nuove o terze corsie: il sistema esplode con incidenti, infortuni, strozzature. La seconda ragione è l’endemica indisciplina: sulle strade si assiste a veri rodei».
• Sulle autostrade italiane nessuno rispetta le regole, neanche il ministro degli Interni Jervolino: «Esiste un atteggiamento mentale che abbiamo tutti, a partire dal ministro degli Interni. Fortuna che io ho una macchina piccola e non ho dunque la possibilità di correre: quando abbiamo un mezzo fra le mani tendiamo a farlo rendere al massimo... E poi, probabilmente riteniamo superflue alcune norme, penso alle cinture di sicurezza, che nella cultura di altri paesi sono profondamente radicate. Siamo un po’ troppo sportivi...».
• Numero di morti per incidenti stradali ogni 100.000 abitanti: Corea 29, Portogallo 29, Grecia 21, Polonia 19, Lussemburgo 17, Usa 16, Repubblica Ceca 15, Spagna 14, Irlanda 13, Italia 12.
• Proposte dell’Arvu, associazione dei vigili urbani, per ridurre gli incidenti: arresto per chi supera i limiti di velocità, patenti a punti da ritirare dopo tre infrazioni gravi.
• Per l’Ocse, l’organizzazione dei paesi industrializzati, morti e feriti per incidenti stradali hanno un costo sociale pari al 2 per cento del Pil (per l’Italia circa 35.000 mila miliardi). Negli anni ’90, sinistri e infortuni stradali sono costati 161.400 miliardi (Censis). Ogni decesso per incidente stradale costa un milione di Ecu (circa due miliardi di lire) (Commissione europea).
• I rimborsi pagati dalle compagnie assicurative per un’invalidità totale (morte) di un uomo di 25 anni variano da città a città: Milano 968 milioni, Palermo 500 milioni, Bologna 273 milioni. Per un uomo di 75 anni: Milano 693 milioni, Palermo 300 milioni, Bologna 77 milioni. L’avvocato Francesco Saladini, vicepresidente del Comitato italiano familiari vittime della strada: «Ti contattano per proporti somme esigue. Tre anni fa a due contadini meridionali hanno offerto per un figlio ventenne meno di trenta milioni. [...] Conviene non cedere e aspettare la sentenza: solitamente la somma del risarcimento aumenta».
• Il ministro dell’Ambiente Edo Ronchi vorrebbe dotare le automobili di un microchip per limitare la velocità. «Oggi questo sistema serve solo a limitare l’afflusso di carburante. Ma è possibile riprogrammare la scheda inserendo un tetto di velocità» A quanto dovremmo andare secondo lei? «Secondo la legge dovremmo andare massimo a 130 all’ora. Mi sembra ragionevole concedere un minimo di margine per una necessità improvvisa che richiede un colpetto extra all’acceleratore. Diciamo che potremmo ordinare ai microchip di non superare i 150 chilometri» [...]. Pensa che saranno in molti a autoridursi la velocità al di là dei limiti obbligatori? «Potrebbero essere in parecchi perché c’è la possibilità di inserire una doppia programmazione: aprendo lo sportello la chiave invia un comando al computer. Cambiando la chiave si può cambiare il comando. Si può avere una chiave normale che consente di arrivare a 150 all’ora e una chiave verde, da dare magari al figlio che va a fare baldoria con gli amici il sabato sera, che blocca la velocità a 100 all’ora». Quanto costa questo sistema? «Praticamente niente: la scheda è già in dotazione alle macchine che hanno il sistema ad iniezione. Sono la maggioranza già da qualche anno».
• Grazia Francescato, portavoce del Wwf internazionale: «E’ paradossale parlare di diminuire i limiti di velocità quando solo il 20 per cento degli italiani li osserva. possibile che uno Stato crolli di fronte a una trasgressione che, se punita, porterebbe tra l’altro decine di miliardi al giorno nelle casse del Paese, l’equivalente su base annua di una manovra economica?».
• Paolo Guzzanti sul ”Giornale” del 23 luglio: «La minoranza etnica degli individui cittadini italiani vive il trasporto pubblico e privato in uno stato di sequestro della libertà, che è amministrata dagli ayatollah del verdismo leninismo: personaggi imbrazzanti ma saccenti che pretendono di sapere tutto, vietare tutto, stabilire, loro e soltanto loro, ciò che può esser fatto e ciò che va vietato. Come se tutti gli altri fossero imbecilli o mascalzoni. [...] La parola stessa velocità, viene demonizzata ogni giorno. La repressione contro la velocità individuale ha assunto caratteri grotteschi. [...] Anziché offrire nuovi servizi, viene soltanto pomposamente annunciata e strombazzata in tutte le ore in cui vanno in onda i telegiornali di governo, la campagna militare contro i guidatori veloci. Sai che trovata. Gridare continuamente che non si deve guidare a 200 all’ora in stato di ubriachezza e senza la cintura, è come dichiarare alle Nazioni Unite che non si debbono mangiare i bambini né far precipitare gli anziani giù dalle scogliere».
• Polizia stradale. «Far accostare uno che viaggia a 180 all’ora è cosa da farsi con calma, non puoi, per punirne uno, provocare un incidente che ne manda all’ospedale dieci».
• Autostrade dove è vietato il sorpasso ai veicoli che superano le 7.5 tonnellate: Autobrennero, tangenziali di Milano, Tratto della A1 da Bologna Casalecchio a Firenze sud (la giunta regionale del Friuli ha in discussione un provvedimento simile).
• Negli ultimi 10 anni sono stati costruiti solo 230 chilometri di nuove autostrade. Il traffico, dal 1980 a oggi è aumentato del 20 per cento (ogni giorno entrano in autostrada 700 mila Tir). «Il nostro sistema autostradale è logoro, il manto è vittima di invecchiamento precoce, e i lavori di restauro, soprattutto in estate, sono inevitabili. Per costruire i ”raddoppi” ci vogliono nuovi cantieri e bisogna tenerli aperti di notte, almeno quelli nelle autostrade a due corsie, per velocizzare i lavori. Ma significa raddoppiare i costi, e questo non lo vuole nessuno».
• Massimo Schintu, ingegnere del servizio tecnico Aiscat: «Una tratta a due corsie non può smaltire più di 2.800 veicoli l’ora. Con tre corsie non si va oltre i 3.400 passaggi. Ma in questa situazione basta una minima perturbazione del traffico, un’auto ferma, un cantiere, perché in due o tre minuti si crei una coda di due-tre chilometri».
• In occasione del Giubileo il Parlamento ha approvato una serie di provvedimenti per salvaguardare i centri storici delle città. Tra le misure previste, aumenti del 150 per cento delle contravvenzioni.
• Don Zega sulla ”Stampa” del 23 luglio: «Noi siamo tutti da Formula 1, e chi non ci sta è fesso. E allora ci teniamo l’esuberanza latina, la spocchia, l’esibizionismo, i deliri di onnipotenza. Piangiamo i morti e ci lecchiamo le ferite. Ma, per carità, che nessuno venga a dirci l’unica verità che potrebbe guarirci: siamo dei gran maleducati».
• Costo del parcheggio a Tokyo: 10 mila lire ogni mezz’ora. Multa per divieto di sosta: 3 milioni di lire (più un altro mezzo milione in caso di rimozione). Oltre alla notifica i vigili lasciano sotto il parabrezza dell’automobile un pamphlet che spiega le implicazioni morali del codice stradale e quanto sia maleducato, egoista e nocivo per la società parcheggiare dove è vietato. Al pagamento della multa si deve allegare una lettera di scuse in cui si riconosce la gravità della colpa e si promette solennemente di non farlo più. In caso di recidiva, la terza violazione del divieto di sosta è sanzionata con la sospensione della patente per un mese. Pena alternativa: multa di seicentomila lire, lezione di tre ore e mezza sulla sicurezza stradale (all’automobilista vengono mostrati video raccapriccianti su incidenti mortali), mezza giornata di lavori socialmente utili (raccolta di rifiuti nel parco o distribuzione di volantini per la sicurezza stradale). Per acquistare un’auto il cittadino di Tokyo deve dimostrare di possedere un posto auto (costo: un milione-un milione e mezzo al mese). Se dichiara il falso ed è scoperto deve scontare tre mesi di carcere.
• Consigli per le vacanze. Andrea De Adamich, ex pilota di Formula 1: «Curate la preparazione fisica, [...] distribuite bene i bagagli in auto, i carichi mal disposti possono provocare repentini trasferimenti di masse sull’asse della vettura. [...] Occorre verificare lo stato tecnico della vettura e anche un particolare troppo trascurato, le spazzole dei tergicristalli: un temporale estivo può sempre capitare e spazzole consumate su un parabrezza coperto di moscerini costituiscono un cocktail che impedisce la visibilità e compromette la sicurezza».
• Stefano Lorenzetto sul ”Giornale” del 21 luglio: «Non è una banale questione di toponomastica. Chi vive in autostrada ha bisogno come il pane delle insegne aziendali per orientarsi, per impegnare la mente, per sognare. [...] L’autostrada non è solo dolore, s’intende. Sulla A22 del Brennero, un chilometro prima di Trento, ti sfila accanto l’avveniristico edificio in vetrocemento della Ferrari spumanti, che ha inglobato lo storico chalet della vecchia sede, e viene subito voglia di brindare alla vita. Prima di Parma vedi la Barilla e sei già a casa (equazione subliminale, dove c’è Barilla c’è casa) poi la rivedi, oh bella, prima di Fornovo, sull’autocamionale della Cisa e cominci ad arrovellarti su quesiti fondamentali del tipo: le rasagnole le faranno qui o nello stabilimento più in giù? e i fusilli? [...] Esci dalla barriera di Milano e ti corrobora, per converso, la vista del Rabarbaro Zucca che lì s’imbottiglia».