Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 25 ottobre 1999
La parola cioccolata, dall’azteco xocolatl
• La parola cioccolata, dall’azteco xocolatl. Secondo la leggenda, il dio Quetzalcoatl (Serpente piumato), fondando la stirpe azteca, fece dono al suo popolo dell’albero di cacao. Cristoforo Colombo ci passò vicino senza accorgersene, Hernán Cortéz lo importò poi in Spagna. Nel 1615, l’infanta Anna, di anni 14, andando sposa a Luigi XIII di Francia, impose alla corte l’uso della cioccolata da bere in tazza. Di qui l’immediata diffusione in tutta Europa.
• Nel 1700 Linneo battezzò il cacao ”theobroma”, ovvero ”cibo degli dei”.
• Il cioccolato contiene almeno trecento sostanze. Alcune aumentano la produzione di serotonina, l’ormone del buon umore, e di endorfine, che aiutano a lenire il dolore. La teobromina è un leggero eccitante con effetti simili alla caffeina, la feniletilamina alza la pressione e i battiti cardiaci e aiuta a reagire meglio allo stress. L’anandamide, che sulle cellule cerebrali ha effetti simili a quelli della marijuana, dà una sensazione di benessere, appagamento e serenità. I polifenoli del cacao agiscono come antiossidanti favorendo l’allungamento della vita, l’acido fenico evita l’ispessimento delle arterie. Il fosforo è presente in quantità doppia rispetto al pesce, 0,62 grammi per ogni etto.
• Tra gli oggetti in cioccolato esposti la scorsa settimana negli stand di ”Eurochocolate”, manifestazione internazionale che si tiene ogni anno a Perugia: bulloni, sega circolare, boccette che riproducono il profumo Jean-Paul Gautier, schiuma da barba, tazzine, telefono cellulare, cd con custodia, cucchiaini da fondere nel caffè (20 mila lire la scatola da sei), caffettiera con dragees di Romando Morandin, Saint Vincent (35 mila lire).
• A Perugia la Acca Kappa di Treviso ha presentato una linea di prodotti di bellezza al cacao (sulla confezione c’è scritto «non commestibile»): crema per il corpo (34.800 lire), shampoo (15.500), saponetta (7.700).
• La Vitakraft produce apposta per i cani tavolette e caramelle di cioccolato di nome ”Dog Choco” e ”drops”.
• Tra gli articoli sexy che sfruttano la proprietà del cacao di sviluppare i neurotrasmettitori cerebrali del piacere, la crema al cioccolato da spalmare sul corpo del partner, realizzata dalla ditta inglese Willy Spread (10 mila lire a confezione) e i preservativi con aroma al cacao (4 mila lire l’uno).
• Creato dalla designer bolognese Giovanna Di Piazza, 26 anni, il cache sex, un perizoma di cioccolato fondente con abbinato un reggiseno a coppe sferiche dove il capezzolo è guarnito da una violetta di zucchero. Il bikini si indossa sotto una giacca da frac confezionata con la carta a fiori dell’uovo di Pasqua, al posto del papillon la coccarda dell’uovo, in testa due guanti di lana a formare una cresta di gallo.
La stessa stilista si segnalò in passato per un abito nuziale usa e getta , fatto con strisce di carta della ceretta depilatoria e strascico di Scottex.
• L’Etruscan Chocotel di Perugia, tre stelle, tre piani battezzati ”al latte”, ”gianduja” e ”fondente”, cioccolateria all’ingresso e portachiavi delle camere con bon bon al cacao, propone nel suo ristorante il Chocomenù (degustazione sulle 50 mila a testa). Tra i piatti: tapenade al cioccolato con caprino e peperoni oppure carpaccio di manzo con crema di parmigiano e cacao come antipasto. Gnocchi di cacao in salsa bianca di pinoli e noci o ravioli fondenti al ragù d’oca e castagne come primo. Per secondo, petto d’anatra in crosta di cioccolato con erbette oppure cinghiale in dolce forte con polenta di farro. Infine i dessert: salame etrusco al cioccolato con farcia di moka o torta Eurochocolate.
• Beniamino Placido ricorda quando al paese ammazzavano il maiale, raccoglievano il suo sangue e lo impastavano col cioccolato: «Ne veniva fuori un dolce di colore nero, buonissimo».
• Nel ’97 una ditta dolciaria californiana produsse cioccolatini con la forma del lembo d’orecchio strappato a Evander Holyfield da un morso di Mike Tyson nel match del 28 giugno, con l’etichetta ”Earvander-Tyson” (’ear” significa proprio orecchio).
• Madame de Sévigné raccomandò alla figlia incinta di non bere cioccolata, per non fare la fine della marchesa Collogon, che, per averne bevuto una tazza in gravidanza, partorì un negretto.
• Il cioccolato, mai nominato nei Promessi sposi, fatta eccezione per la scena in cui il padre di Gertrude, volendola premiare per la sua scelta di farsi suora, le offre una tazza di cioccolata.
• Nella sua Storia dei generi voluttuari, Wolfgang Schivelbusch spiega perché l’Europa della prima età moderna si divide tra le terre del Nord protestanti, dedite al caffè, e il meridione cattolico, bevitore di cioccolata: per il suo alto valore nutritivo e per il fatto di essere una bevanda - il cioccolato solido è un’invenzione ottocentesca - la cioccolata non rompe il digiuno imposto nei periodi stabiliti e diventa il genere voluttuario più diffuso in Spagna e in Italia.
• Nell’Ottocento la borghesia predilige il caffè, i vestiti scuri e ciò che è amaro, l’aristocrazia gli abiti colorati, il cioccolato, i dolci.
• Pasto preferito di Lisa Kudrow (l’attrice bionda di Friends): una manciata di cioccolatini M&M’s, avvolti nell’alluminio e poi passati in forno (quando il contenuto si è sciolto, lo mangia a cucchiaiate).
• Si narra che Montezuma, per darsi energia, bevesse cinquanta boccali di cioccolata al giorno.
• Gianluca Franzoni, 33 anni, sei anni fa volò in Venezuela tra le piantagioni di cacao più pregiate e per tre anni girò il Sudamerica in cerca del nobile seme oramai imbastardito: « bastato un secolo per cancellare quasi del tutto l’identità genetica naturale di questa specie. Oggi i coltivatori di cacao aromatico, l’unico degno di essere degustato come un grande vino, sono solo due milioni al mondo per un raccolto totale del 7 per cento. Il resto è mediocrità». Un anno fa fondò a Genova la Mack Domori, che produce cru di cacao provenienti dalle tre piantagioni migliori al mondo (Criollo, Trinitario e Nacional): «Non c’è burro di cacao in aggiunta, né zucchero bianco o latte. Gli unici agenti esterni sono zucchero grezzo di canna, aroma naturale di vaniglia, extra bourbon e lecitina».
• Tra le specialità della Mack Domori, ”Barrique”, la tavoletta con cannella, pepe rosa, machis e zenzero in vendita anche nelle enoteche: «Fa parte dei ”blend”, miscele naturali, sempre fondenti, come quella con i pezzettini di fave di cacao tostate».
• Gianluca Franzoni mangia almeno un etto di cioccolato al giorno: «E non ho neanche un brufolo, né chili di troppo. E soprattutto sono sempre di buonumore. Ma solo quello fondente extra, che è un ottimo antidepressivo e scioglie il colesterolo cattivo».
• Prova di ”palabilità” stabilita da alcuni professionisti della degustazione di cioccolato: «Un buon cioccolato fondente deve spaccarsi nettamente quando si mette in bocca. Deve sciogliersi rapidamente. Deve avere una sabbiosità quasi impercettibile. Una volta sciolto dovrà lasciare una sensazione di dolcezza che sarà di veloce passaggio per lasciar spazio all’acidità del cacao (prova di bassa potassatura) e all’amaro (segno positivo di bassa percentuale di zucchero). Tutte queste sensazioni verranno accompagnate da un gradevole profumo di vaniglia...». Un buon fondente deve essere quasi rosso (dal sito Internet di ”Chococlub”).