Pallinato da Frammenti, Gruppo AAA, 20 ottobre 2001
ìIl sigaro toscano
• Toscano: «Nome di sigaro forte italiano – toscano in origine – che suole fumarsi spezzandolo in mezzo. Fa orrore alle dame. I fiorentini ricordano anche oggi il sigaro toscano dei tempi del Granduca, come gli Dei spodestati dell’Olimpo ricordano l’ambrosia bevuta alla tavola di Giove» (Carlo Collodi).
• Firenze, 1815: ammassato nel cortile di una fabbrica, un mucchio di tabacco Kentucky si inzuppa di pioggia e fermenta. Per non gettare il tabacco ”andato a male”, il titolare lo usa come ripieno per sigari da vendere a infimo prezzo. Risultato: accoglienza calorosissima, i sigari vanno a ruba e vengono battezzati ”Toscani”.
• E’ del 1818 la prima fabbrica per la lavorazione industriale del sigaro toscano, in un monastero fiorentino costruito nel Trecento per le monache benedettine, soppresso nel 1808 da un decreto napoleonico.
• Leopoldo II, Granduca di Toscana, soprannominato ”Canapone” per l’alta statura e i capelli biondi, durante i suoi incontri con i sudditi distribuiva sigari toscani. Nel 1851 emanò una legge rigorosa sul monopolio del tabacco. Nel 1859, costretto ad abbandonare Firenze, dalla carrozza che lo conduce all’esilio, urla: «Me ne vado, ma ve ne pentirete; i Toscani che fumavate quando io c’ero non li fumerete più!».
• Nell’Ottocento solo gli uomini fumavano il sigaro toscano, ma a lavorare il tabacco le donne. Una ”sigaraia”, gesti rapidi e precisi, confezionava circa 550 pezzi al giorno.
• Nel 1867 esistevano solo due tipi di Toscani: il ”fermentato superiore” da sette centesimi e il ”fermentato comune” da cinque centesimi.
• A Roma, Pio IX fece costruire la prima manifattura di tabacco a Piazza Mastai: tredicimila metri quadrati, centosessantotto metri di facciata, tre milioni di costo. Scopo dell’iniziativa: dare un lavoro alle tante giovani donne costrette dalla miseria a prostituirsi. Risultato: le sigaraie, posto fisso e salario sicuro, si sposavano giovanissime, sedotte dai ”bulli” in cerca di un buon partito.
• A Bologna nell’Ottocento un sigaro toscano costava otto centesimi. La moneta corrente era il ”Carlino” (dieci centesimi). Il 21 marzo 1885 esce il primo quotidiano venduto in tabaccheria, prezzo: due centesimi, distribuito come resto a chi comprava un sigaro. Nome del giornale: ”Il resto del Carlino”.
• Garibaldi. «L’eroe dei due mondi si alzava, come sempre, all’alba e dopo abbondanti abluzioni si armava di fucile per mettersi dietro le pernici o di lenza per agguantare pesci. A mezzogiorno prendeva il déjeuner. Poi faceva una lunga ”pennechella”, e verso sera usciva per una passeggiata di solito lungo il porto fumando mezzo sigaro» (Indro Montanelli).
• Alla fine dell’Ottocento, gli immigrati italiani impiantano negli Stati Uniti alcune piccole fabbriche di Toscani. Nel 1959 esce in America il film ”Anatomia di un omicidio”, di Otto Preminger, con James Stewart che fuma il Toscano. «Subito dopo gli americani cominciarono a scrivere ai giornali chiedendo cosa mai fosse quello strano sigaro, informe, nero, e simile a un ramo secco che James Stewart teneva sempre in bocca. Solo gli italoamericani lo avevano riconosciuto» (Arrigo Petacco).
• In Italia fra gli anni Sessanta e Settanta fumare il sigaro era considerato disdicevole per gli intellettuali.
• Tra gli artisti italiani che fumavano il Toscano: Eliano Fantuzzi, Mino Maccari, Emilio Notte. Lo scrittore Carlo Levi comprava i sigari in Parlamento, convinto che lì fossero più buoni; li prendeva fra pollice e indice, portandoli all’orecchio per ascoltarne il crocchio e valutarne il grado di umidità, non li tagliava mai con le mani per evitare di sfrangiarli.
• Per i pittori la pipa suggerisce riflessione, calma e appagamento; il sigaro Avana simboleggia il potere; il Toscano esprime dinamismo, virilità e decisionismo.
• Personaggi famosi ritratti col Toscano tra le labbra: Garibaldi dipinto da Girolamo Induno, Pietro Germi in una caricatura di Federico Fellini, Ungaretti in un disegno di Scipione, su una tovaglia di carta della trattoria romana ”da Cesaretto”.
• Alla fine dell’Ottocento, a Napoli lavoravano i ”Trova-sigari”, giovani monelli, viso basso e occhi al suolo, giravano la notte per recuperare i mozziconi gettati a terra dai ricchi durante il giorno e poi rivenderli.
• Nella Roma umbertina, al mercato delle falci e dei rastrelli del Teatro Marcello bivaccavano i venditori di ”mózze”, i resti dei sigari fumati dai signori che passeggiavano per il Corso e dai giocatori di ”morra”. A Campo de’Fiori, accanto alle mózze i ciccaioli invitavano a visionare la merce urlando: "Da questa parte! Guarda robba, va! Pònno scejjere! Facci regalo! Sul mio onore! Dajela Dajela!".
• Quel vecchio ciabattino in Piazza Montanara che per arrotondare rivendeva i mozziconi di sigari: quando il prezzo dei tabacchi aumentò, scrisse sulla porta della bottega: "Commercio di articoli di lusso".
• Sir Winston Churchill: «Io bevo molto, dormo poco e fumo un sigaro dopo l’altro, ecco perché sono in forma al duecento per cento». Churchill fumava sigari cubani, il primo Toscano gli fu offerto dal regista italiano Mario Soldati.
• Fumatore accanito di Toscani, Mario Soldati dovette ridurre il consumo per motivi di salute. Si fece allora costruire una macchinetta che fumava i sigari per riempire la casa del loro aroma.
• Ettore Petrolini, attore, quando il copione glielo consentiva si accendeva il Toscano in scena.
• «Allora ti avventuri nella potente foresta dei sigari. Sono autentiche sequoie in miniatura. Abbi cura di incendiare la pelletica d’intorno, se no non brucia. Il Toscano è un vulcanetto tascabile, di quelli che eruttano fuoco alla minima scossa. Il magma lavico si sublima in spire da consiglio di guerra aperto a tutti i guerrieri, non di una sola tribù. Le spire azzurre e calde invadono la bocca e aggrediscono le mucose come un fiato demoniaco. Anche il sigaro va conquistato. E’ una goduria greve e forte del tutto priva di frivole moine» (Gianni Brera, giornalista sportivo, buongustaio, fumatore di pipa e di sigari).
• «Un Mezzo Toscano e una Croce di cavaliere non si negano a nessuno» (Vittorio Emanuele II).