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 2016  novembre 11 Venerdì calendario

Niente tessera a Puppato: «È per il Sì». Lite Anpi-Pd

Milano No alla tessera se si fa campagna per il Sì. L’Anpi di Treviso non intende rinnovare l’iscrizione della senatrice pd Laura Puppato: «I nostri iscritti sono liberi di votare Sì» il 4 dicembre, «ma non facciano campagna elettorale esibendo la tessera Anpi», spiega il presidente del comitato provinciale di Treviso Umberto Lorenzoni, classe 1926, nome di battaglia «Eros». Puppato attacca: «Credevo che i partigiani avessero combattuto contro il fascismo per la libertà, ma oggi li vedo manifestare a Latina insieme a Forza Nuova e viene espulso chi esprime un’idea diversa dal vertice», ha scritto ieri su Facebook. Riaprendo la polemica, mai sopita nella campagna, tra Pd e Anpi. La storia inizia a giugno.
«L’Anpi di Montebelluna (Comune di cui Puppato è stata sindaca, ndr ), dove sono iscritta da anni, non mi rilascia la tessera», racconta lei. «La sezione di Crespano sul Grappa invece è disponibile»: così Puppato fa domanda lì, ritira la tessera e paga la quota. Ma il presidente dell’Anpi provinciale non ci sta: «Alla sua sezione non le han rilasciato la tessera e lei la chiede altrove? Quando arriverà sul mio tavolo la sua iscrizione gliela rispedirò indietro, insieme ai soldi. Noi non espelliamo nessuno, ma chiediamo che gli iscritti non facciano azioni contrarie all’Anpi. Si mette fuori da sola». Puppato annuncia ricorso ai probiviri: «L’Anpi è nata per liberarci dalla dittatura, dall’obbligo di pensarla tutti allo stesso modo». E il Pd attacca, c’è chi parla di «epurazioni», mentre i senatori Marcucci e Mirabelli chiedono: «Han deciso di espellere gli iscritti che si siano inequivocabilmente espressi a favore del Sì?».
Per il presidente nazionale dell’Anpi Carlo Smuraglia: «Il dissenso è libero. Si raccomanda però agli iscritti di fare non fare atti apertamente contrari.
È una raccomandazione: non espelliamo nessuno, ci appelliamo al senso di correttezza. Fare i banchetti per il Sì è in contrasto aperto con la linea decisa (347 voti, tre astenuti, zero contrari) al congresso».